- Introduzione allo iodio
- A cosa serve lo iodio?
- In che alimenti si trova lo iodio?
- Carenza
- Eccesso e tossicità
- Interazioni
- Miti e credenze comuni sullo iodio
- Mito 1: “Il sale marino è naturalmente ricco di iodio”
- Mito 2: “Gli integratori di iodio aiutano a perdere peso”
- Mito 3: “Tutti dovrebbero assumere integratori di iodio per la salute della tiroide”
- Mito 4: “Lo iodio presente nel sale si perde con la cottura”
- Mito 5: “Lo iodio radioattivo utilizzato in medicina è pericoloso come quello rilasciato negli incidenti nucleari”
- Mito 6: “Le alghe sono sempre un’ottima fonte di iodio”
Introduzione allo iodio
Lo iodio è un micronutriente essenziale che appartiene alla famiglia degli elementi chiamati alogeni.
Conosciuto fin dal 1811, quando fu scoperto dal chimico francese Bernard Courtois, lo iodio ha preso il nome dal greco “iodes” che significa “violetto”, proprio per il caratteristico colore del suo vapore. La vera comprensione del suo ruolo fondamentale per la salute umana è avvenuta solo all’inizio del XX secolo, quando si è scoperto il legame tra la carenza di iodio e il gozzo, un ingrossamento della tiroide.
Nonostante sia necessario in quantità minime (parliamo di microgrammi, ovvero milionesimi di grammo), lo iodio è assolutamente indispensabile per il corretto funzionamento dell’organismo umano. La sua importanza è tale che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la carenza come una delle principali cause prevenibili di danno cerebrale e ritardo dello sviluppo a livello mondiale.
A cosa serve lo iodio?
Funzioni con evidenze consolidate
- Sintesi degli ormoni tiroidei: Il ruolo principale e scientificamente più solido dello iodio è quello di componente essenziale degli ormoni tiroidei, la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Questi ormoni regolano il metabolismo di quasi tutte le cellule del corpo, controllando come l’organismo utilizza l’energia.
- Sviluppo cerebrale: Gli ormoni tiroidei sono determinanti per lo sviluppo del cervello, particolarmente durante la vita fetale e nei primi anni di vita. Una carenza durante la gravidanza può portare a danni cerebrali irreversibili nel nascituro.
- Regolazione del metabolismo basale: Gli ormoni tiroidei influenzano la velocità con cui il corpo brucia calorie, regolando quindi il peso corporeo e i livelli di energia.
- Crescita e sviluppo: Lo iodio, attraverso gli ormoni tiroidei, è essenziale per la normale crescita fisica e lo sviluppo di ossa e tessuti.
Funzioni con evidenze emergenti
- Funzione immunitaria: Alcune ricerche suggeriscono che lo iodio possa svolgere un ruolo nel sistema immunitario, in particolare nella risposta immunitaria innata, ma sono necessari ulteriori studi.
- Salute della pelle: Lo iodio sembra avere proprietà antimicrobiche quando applicato topicamente, e potrebbe contribuire alla salute della pelle, ma le evidenze sono limitate.
Funzioni ipotetiche o non supportate da evidenze solide
- Detossificazione da metalli pesanti: Contrariamente a quanto spesso pubblicizzato, non ci sono evidenze scientifiche solide che aiuti a “disintossicare” l’organismo dai metalli pesanti.
- Prevenzione del cancro al seno: Sebbene alcune ricerche preliminari abbiano suggerito un possibile ruolo nella salute del tessuto mammario, le evidenze attuali non supportano l’uso di integratori di iodio per prevenire il cancro al seno.
- Potenziamento delle prestazioni atletiche: Non esistono evidenze scientifiche che supportino l’uso di integratori per migliorare le prestazioni sportive in individui con livelli normali .
In che alimenti si trova lo iodio?
Lo iodio non è distribuito uniformemente negli alimenti e la sua presenza nel suolo varia notevolmente da una regione geografica all’altra.
Fonti marine (più ricche)
- Alghe marine: Particolarmente le alghe kombu, wakame e nori, estremamente ricche di iodio. È importante consumarle con moderazione proprio per l’alto contenuto della molecola.
- Pesce e frutti di mare: Merluzzo, sgombro, tonno, gamberi e altri prodotti ittici sono ottime fonti di iodio. Il pesce di mare ne contiene generalmente di più rispetto al pesce d’acqua dolce.
Fonti terrestri
- Sale iodato: Non è una fonte naturale, ma rappresenta la principale strategia di salute pubblica per prevenire la carenza. In Italia, il sale iodato contiene 30 mg di iodio per kg di sale.
- Latticini: Latte, yogurt e formaggi contengono iodio, in parte naturalmente e in parte derivante dai disinfettanti iodati usati nell’industria lattiero-casearia.
- Uova: Contengono iodio, specialmente il tuorlo, la cui quantità dipende dall’alimentazione delle galline.
- Cereali e derivati: Contengono piccole quantità, che dipendono dal contenuto di iodio nel suolo dove sono stati coltivati.
Consigli pratici per l’assunzione
- Utilizzare sale iodato per la cucina domestica (ricordando comunque di limitare il consumo di sale a 5 g al giorno come raccomandato dall’OMS).
- Consumare pesce o frutti di mare 2-3 volte a settimana.
- Se si consumano alghe, farlo con moderazione e verificare il contenuto di iodio, che può essere estremamente elevato in alcune varietà.
- Considerare che la cottura può ridurre il contenuto di iodio negli alimenti, soprattutto con la bollitura (a meno che poi non si recuperi il relativo brodo).
Carenza
Popolazioni a rischio
- Persone che vivono in aree con terreni poveri di iodio: Tipicamente regioni montuose come le Alpi, l’Himalaya, le Ande.
- Donne in gravidanza e in allattamento: Hanno un fabbisogno aumentato.
- Vegani e vegetariani: Possono essere a rischio se non consumano sale iodato o alghe, poiché eliminano dalla dieta pesce e frutti di mare.
- Persone che non utilizzano sale iodato: Chi usa esclusivamente sale marino non iodato, sale dell’Himalaya o altri sali “gourmet” non iodati.
- Persone con diete fortemente restrittive: Diete che limitano drasticamente i gruppi alimentari.
Cause della carenza
- Insufficiente assunzione alimentare
- Vivere in zone con terreni poveri di iodio
- Consumo elevato di alimenti gozzigeni (che interferiscono con l’utilizzo dello iodio, come soia, cavoli, rape, se consumati crudi e in grandi quantità: il consumo normale NON è considerato un problema)
- Malassorbimento intestinale
- Gravidanza e allattamento (aumento del fabbisogno)
Sintomi e segni di carenza
- Gozzo: Ingrossamento della tiroide, il segno più visibile di carenza.
- Ipotiroidismo: Stanchezza, aumento di peso, sensibilità al freddo, pelle secca, capelli fragili, stitichezza, depressione, problemi mestruali nelle donne.
- Durante la gravidanza: Rischio di aborto spontaneo, nascita prematura, difetti alla nascita.
- Nei neonati e bambini: Cretinismo (grave forma di disabilità intellettiva e fisica), ritardo nello sviluppo fisico e mentale, problemi di crescita.
Conseguenze a lungo termine
La carenza cronica può portare a problemi irreversibili, specialmente se si verifica durante periodi critici dello sviluppo:
- Danni cerebrali permanenti e ritardo mentale nei bambini
- Riduzione del quoziente intellettivo (QI) nella popolazione
- Problemi di fertilità
- Maggiore suscettibilità alle radiazioni nucleari (la tiroide carente di iodio assorbe più facilmente quello radioattivo)
- Aumento del rischio di noduli tiroidei e, in alcuni casi, di cancro alla tiroide
Eccesso e tossicità
Sebbene la carenza di iodio sia più comune, anche l’eccesso può causare problemi di salute, un fenomeno noto come “effetto Wolff-Chaikoff”.
Sintomi di eccesso
- Ipertiroidismo indotto dallo iodio: Palpitazioni, nervosismo, perdita di peso, tremori, insonnia, debolezza muscolare.
- Tiroidite: Infiammazione della tiroide che può causare dolore al collo, febbre e malessere generale.
- Reazioni cutanee: Acne iodica, un’eruzione cutanea caratteristica.
- Sintomi gastrointestinali: Nausea, vomito, diarrea, dolore addominale.
- Gusto metallico: Sensazione di sapore metallico in bocca.
- Bruciore alla bocca e alla gola: Specialmente con dosi molto elevate.
Avvertenze sull’integrazione
- L’integrazione di iodio dovrebbe essere effettuata solo sotto supervisione medica, specialmente in persone con patologie tiroidee preesistenti.
- Particolare cautela è necessaria per chi soffre di tiroidite autoimmune (Hashimoto), morbo di Graves, noduli tiroidei autonomi o altre patologie tiroidee.
- L’assunzione di alghe come integratore richiede attenzione, poiché alcune varietà (come la kombu) possono contenere quantità estremamente elevate.
- Evitare l’autodiagnosi e l’automedicazione con integratori di iodio, che possono causare più danni che benefici.
Interazioni
Interazioni con altri nutrienti
- Selenio: È necessario per il corretto funzionamento degli enzimi che metabolizzano gli ormoni tiroidei. Una carenza di selenio può peggiorare gli effetti della carenza.
- Ferro: La carenza di ferro può compromettere la capacità della tiroide di utilizzare lo iodio per produrre ormoni tiroidei.
- Vitamina A: La carenza di vitamina A può aggravare gli effetti della carenza sulla funzione tiroidea.
- Sostanze gozzigene: Alcuni composti presenti in alimenti come soia, crucifere (broccoli, cavolfiori, cavoli), manioca e miglio possono interferire con l’assorbimento o l’utilizzo dello iodio se consumati crudi e in grandissime quantità.
Interazioni con farmaci
- Amiodarone: Questo farmaco antiaritmico contiene grandi quantità di iodio e può causare disfunzioni tiroidee.
- Farmaci antitiroidei (come metimazolo e propiltiouracile): Utilizzati per trattare l’ipertiroidismo, interferiscono con l’utilizzo da parte della tiroide.
- Litio: Può interferire con la funzione tiroidea e alterare il metabolismo dello iodio.
- Diuretici risparmiatori di potassio: Possono ridurre l’escrezione, potenzialmente aumentandone i livelli nel sangue.
Interazioni con condizioni mediche
- Malattie autoimmuni della tiroide: Le persone con tiroidite di Hashimoto o morbo di Graves possono essere particolarmente sensibili alle variazioni dell’apporto di iodio.
- Noduli tiroidei autonomi: L’assunzione elevata di iodio può scatenare ipertiroidismo in persone con noduli tiroidei funzionanti in modo autonomo.
- Insufficienza renale: Può alterare l’escrezione di iodio, potenzialmente portando ad accumulo.
Miti e credenze comuni sullo iodio
Mito 1: “Il sale marino è naturalmente ricco di iodio”
Realtà: Il sale marino contiene quantità minime e variabili di iodio, insufficienti per soddisfare il fabbisogno giornaliero. Il sale iodato è arricchito intenzionalmente con iodio in quantità standardizzate per prevenire carenze.
Mito 2: “Gli integratori di iodio aiutano a perdere peso”
Realtà: Assumere integratori di iodio non favorisce la perdita di peso in persone con livelli normali di iodio. Solo in caso di ipotiroidismo causato da carenza di iodio, la correzione di tale carenza può normalizzare il metabolismo.
Mito 3: “Tutti dovrebbero assumere integratori di iodio per la salute della tiroide”
Realtà: L’integrazione indiscriminata può essere dannosa, specialmente in persone con patologie tiroidee preesistenti o in aree dove l’apporto di iodio è già adeguato. L’assunzione di iodio dovrebbe essere personalizzata in base alle esigenze individuali.
Mito 4: “Lo iodio presente nel sale si perde con la cottura”
Realtà: Sebbene una parte dello iodio possa essere persa durante la cottura prolungata, studi dimostrano che una quantità significativa rimane disponibile, specialmente quando il sale viene aggiunto verso la fine della preparazione.
Mito 5: “Lo iodio radioattivo utilizzato in medicina è pericoloso come quello rilasciato negli incidenti nucleari”
Realtà: Lo iodio radioattivo usato in medicina (I-131) è somministrato in dosi controllate e con precise indicazioni terapeutiche o diagnostiche. La sua emivita breve (8 giorni) e le precauzioni adottate ne limitano i rischi, a differenza dell’esposizione incontrollata che può verificarsi in caso di incidenti nucleari.
Mito 6: “Le alghe sono sempre un’ottima fonte di iodio”
Realtà: Mentre le alghe contengono iodio, la concentrazione varia enormemente tra le diverse varietà. Alcune alghe, come la kombu, possono contenere livelli estremamente elevati, potenzialmente tossici se consumate regolarmente. È necessario conoscere il contenuto di iodio dello specifico tipo di alga e consumarla con moderazione.