Cos’è?
Lo Shilajit (anche noto come salajeet, mumijo o mumie) è una sostanza resinosa di origine naturale che si trova nelle regioni montuose dell’Asia, tra cui alcune regioni dell’Himalaya e del Caucaso, ma anche in Iran, Mongolia e nel Perù meridionale. Si forma gradualmente attraverso la decomposizione di piante e materiale vegetale in ambienti montani e può richiedere secoli per svilupparsi completamente (rappresenta cioè un residuo fossile della decomposizione di resti vegetali sotto la pressione della roccia).
I depositi disponibili sono nel complesso piuttosto rari.
Conosciuto come “benedizione della natura” in Nepal, lo Shilajit è noto per essere ricco di minerali, acidi fulvici e altri composti organici. È stato utilizzato tradizionalmente nella medicina ayurvedica e in altre pratiche mediche tradizionali per le sue presunte proprietà benefiche per la salute. Si ritiene che abbia proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e possa contribuire a migliorare l’energia, la vitalità e il benessere generale.
Ad oggi viene venduto sia sotto forma di estratto secco che come parte di integratori alimentari adattogeni, cosmetici e prodotti alimentari.

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Benefici e proprietà
Lo shilajit si presenta come una sostanza viscosa come una resina, di colore marrone molto scuro o nero.
Solubile in acqua, contiene minerali e oligoelementi (calcio, magnesio, sodio, ferro, cromo, piombo, selenio, potassio, …) e varie altre sostanze tra cui idrocarburi, proteine, carboidrati, aminoacidi, acidi grassi, alcoli, … ma soprattutto è composto per il 60-80% da sostanze umiche, formate naturalmente durante la decomposizione e la trasformazione a lungo termine dei residui vegetali. Si noti tuttavia che la composizione esatta varia a seconda del deposito, in base al materiale di partenza.
Ha un sapore amaro, che ad alcuni ricorda quello del cacao puro.
La letteratura disponibile è particolarmente scarsa e non è quindi possibile attribuire con ragionevole certezza alcun effetto farmacologico alla sostanza; è stata proposta per varie indicazioni, come ad esempio il mal di montagna, ma alcuni autori, in considerazione di potenziali effetti legati al controllo dei disturbi cognitivi associati all’invecchiamento, l’hanno suggerito come potenziale molecola d’interesse nel campo del morbo di Alzheimer.
Cancro
Sono disponibili in letteratura alcuni studi preliminari sui possibili benefici dello shilajit nel trattamento di varie forme di tumore, ma è assolutamente prematuro ipotizzarne un utilizzo al di fuori della ricerca.
Acidi fulvici
Gli acidi fulvici sono una miscela caratterizzante lo shilajit; il loro utilizzo è stato proposto, tra l’altro, per la cura di allergie, eczema (dermatite atopica), tumori e morbo di Alzheimer e altro, ma ad oggi non esistono prove a supporto di queste indicazioni.
La poca letteratura disponibile suggerisce che potrebbero agire come un modulatore immunitario, esprimere un’azione antiossidante e forse promuovere la salute intestinale; con queste premesse è stato proposto come candidato nella prevenzione di malattie infiammatorie come il diabete di tipo 2.
Dove si compra?
È possibile acquistarlo on-line e presso alcune erboristerie, ma si raccomanda di optare esclusivamente per formulazioni commercializzati da marchi conosciuti e affidabili.
Fa male? Effetti collaterali
Esiste il timore che la presenza di piombo, un pericoloso metallo pesante, possa essere presente in quantità eccessive; considerazioni simili sono state poste anche per altri metalli (come il ferro) e varie altre forme di possibile contaminazione.
Controindicazioni
Alcune fonti suggeriscono che possa essere controindicato nei pazienti in terapia antipertensiva (per la pressione alta) e nei pazienti con problemi di pressione bassa, perché potrebbe ridurla ulteriormente.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.