Introduzione
Passiflora è il nome di un genere di piante della famiglia Passifloraceae che comprende oltre 570 specie differenti; il significato del termine è letteralmente “fiore della passione” (dal latino passio = passione e flos = fiore) e gli fu attribuito dai missionari Gesuiti nel 1610, per la somiglianza di alcune parti della pianta con i simboli religiosi della passione di Gesù:
- i viticci, che ricordano la frusta con cui venne flagellato,
- i tre stili che ricordano i chiodi con cui venne crocifisso,
- gli stami che ricordano il martello,
- la raggiera dei petali che richiama la corona di spine.
Richiami religiosi a parte è sicuramente indubbio che il fiore di alcune specie di passiflora sia estremamente caratteristico e oggettivamente bello.

Passiflora caerulea (Shutterstock/Marty Kropp)
Il frutto che ne deriva è ovviamente il “frutto della passione” (quello più noto, maracuya, deriva da Passiflora edulis), al cui interno si trova una polpa gelatinosa cotenente piccoli semi di forma appiattita e colore scuro.
Ad oggi tutte le specie note sono considerate commestibili.
Da un punto di vista fitoterapico le specie più utilizzate sono:
- P. caerulea,
- P. incarnata
- e P. edulis.
Già gli Aztechi, popolazione centro-sud americana incontrata dai conquistadores europei, facevano uso della passiflora a scopo curativo, principalmente come rilassante.
Passiflora caerulea è l’unica specie attivamente coltivata anche in Italia, grazie alla capacità di sopravvivenza alle rigide temperature invernali.
Benefici
Ad oggi la passiflora trova larga applicazione in campo erboristico, sulla base di supposte proprietà
- sedative,
- tranquillanti,
- ansiolitiche,
- antispastiche.
Viene quindi pubblicizzata in forma di integratore per il trattamento di
- ansia e stress,
- insonnia e altri disturbi del sonno,
- dolore,
- alterazioni del ritmo cardiaco,
- sintomi della menopausa,
- disturbo da deficit di attenzione e iperattività,
- ustioni ed emorroidi (in forma di unguenti).
Purtroppo la letteratura disponibile è estremamente limitata; si trovano studi promettenti, benché preliminari, sulla sua efficacia nel controllo dell’ansia e in realtà poco altro, in quanto numerosi studi soffrono di difetti di progettazione e altri limiti, come:
- insufficiente caratterizzazione della forma/dose usata,
- campioni di pazienti limitati,
- assenza di robusti esperimenti in doppio cieco,
- errata definizione di placebo.
La stessa EFSA ne riconosce il potenziale per ragioni di tradizione, più che per una vera disponibilità di prove di efficacia (ne riporta l’uso a scopo di sollievo da sintomi lievi di stress mentale e per favorire il sonno).
Tisana
Le foglie fresche o essiccate di P. incarnata sono da tempo usate per fare un tè (tisana) che viene usato a scopo sedativo, ma l’abitudine al consumo di infusi era probabilmente già propria delle popolazioni native del centro America.
Controindicazioni
La passiflora è controindicata durante la gravidanza perché può indurre lo sviluppo di contrazioni, mentre in allattamento per ragioni di precauzione (principio di cautela).
Generalmente è considerato controindicato anche al di sotto dei 12 anni.
Viene talvolta promossa come ansiolitico prima di interventi chirurgici, ma è MOLTO importante valutarne preventivamente l’utilizzo con l’anestesista al fine di evitare di incorrere in pericolose interazioni (la passiflora potrebbe agire per depressione sul sistema nervoso centrale).
Effetti collaterali
Tra i possibili effetti indesiderati associati alla passiflora sono stati segnalati:
- sonnolenza,
- confusione,
- nausea,
- vertigini,
- ritmi cardiaci anormali,
- reazioni allergiche (asma, rinite, …).
A causa della possibile sonnolenza si raccomanda di evitare la guida e l’utilizzo di macchine potenzialmente pericolose a seguito della somministrazione. Per la stessa ragione si raccomanda cautela in associazione ad altre sostanze (farmaci e alcolici) con effetto di depressione sul SNC.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.