Cos’è il Guaranà?
La Paullinia Cupana, meglio nota come Guaranà, è una pianta nativa delle regioni del Sud America, in particolare delle regioni amazzoniche del Brasile, dove è conosciuta e utilizzata da centinaia di anni dalle popolazioni indigene come pianta curativa ed “elisir” di lunga vita.
La prima testimonianza sull’uso del Guaranà risale al 1669 quando, durante una spedizione in Amazzonia, il missionario gesuita João Felipe Bettendorf osservò che le popolazioni indigene facevano uso di una bevanda stimolante con effetti diuretici e proprietà terapeutiche contro
- mal di testa,
- febbre,
- crampi.
Il primo a descrivere il Guaranà come un vero e proprio farmaco fu il chimico e farmacista francese Louis Claude Cadet de Gassicourt, che nel 1817 pubblicò un articolo dove ne riportava i benefici effetti
- per lo stomaco,
- contro la febbre (antipiretico),
- contro la diarrea,
- afrodisiaci.
Successivamente il Guaranà fu introdotto nelle Farmacopee di Brasile, Messico, Stati Uniti e diversi Stati europei.
La parola guaranà significa “vite” in molti dialetti indigeni e si riferisce allo sviluppo caratteristico a “liana” di questa pianta in presenza di tronchi che le facciano da supporto; può raggiungere fino ai 10 m di altezza.
Circa il 70% della produzione di Guaranà del Brasile viene utilizzato per la preparazione di succhi e di bevande energetiche, mentre dal restante 30% si ricava la polvere di Guaranà, utilizzata in forma di capsule o soluzioni acquose per l’industria farmaceutica e cosmetica.
I semi di Guaranà essiccati e tostati contengono dal 2,5 al 6% di caffeina (da 2 a 5 volte più dei semi di caffè Arabica); negli estratti acquosi il contenuto è ancora maggiore, dal 9 all’11%. Nelle bevande gassate a base di estratto di Guaranà, il contenuto di caffeina varia da 8 a 56 mg per 100 ml (un espresso ne contiene mediamente 50-60 mg) [1].
Oltre alla caffeina e alle altre metilxantine (teofillina e teobromina), il guaranà contiene
- tannini,
- saponine,
- catechine,
- epicatechine,
- proantocianidine,
in composizione molto simile a quella del tè verde e della yerba mate[2].
Proprietà terapeutiche
Il Guaranà è particolarmente noto per le sue proprietà tonico-stimolanti (dovute principalmente all’elevato contenuto di caffeina), ma accanto ad esse esistono altre interessanti proprietà terapeutiche oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Diversi studi hanno infatti evidenziato come il Guaranà sia positivamente associato a
- metabolismo lipidico (dei grassi),
- perdita di peso,
- aumento dell’energia basale,
- effetti cardioprotettivi.
Obesità e sindrome metabolica
Alcuni studi hanno evidenziato come il Guaranà eserciti un effetto positivo sul metabolismo lipidico e sulla resistenza all’insulina (condizione predisponente allo sviluppo del diabete di tipo 2), aumentando il metabolismo basale e la perdita di peso: potrebbe quindi essere un buon candidato per la terapia dell’obesità.
In uno studio in vitro pubblicato nel 2017 [2] è stato evidenziato l’effetto del Guaranà sui geni coinvolti nel meccanismo dell’obesità: l’estratto ha dimostrato azione inibente nei confronti dei geni favorenti l’adipogenesi (Ppar-γ e Creb1) e stimolante nei confronti dei geni antiadipogenici (FoxO1, Gata3, Dlk1). In più l’estratto non si è dimostrato citotossico in nessuna delle concentrazioni utilizzate nello studio.
In uno studio in vivo su animali pubblicato nel 2019 [3] i ricercatori hanno seguito un campione di ratti Wistar per 18 settimane, alimentati con dieta a basso tenore di grassi o con quella standard occidentale, con o senza l’aggiunta di Guaranà: nel gruppo alimentato con dieta occidentale e Guaranà si è evitato l’aumento di peso e la resistenza all’insulina, rispetto a quanto avvenuto nel gruppo alimentato con la sola dieta occidentale. Il risultato pare sia dovuto all’azione diretta dell’estratto sul tessuto adiposo bruno – responsabile della termoregolazione e del controllo del peso.
Nel 2011 fu pubblicato il primo studio epidemiologico sugli effetti protettivi dell’assunzione cronica di Guaranà [4]. Lo studio riguardava 637 soggetti anziani (di età maggiore di 60 anni) della regione amazzonica, di cui 421 facevano abitualmente uso di bevande a base Guaranà, mentre i restanti 239 non ne avevano mai assunte. Il risultato dello studio fu l’osservazione di una minore incidenza di
- pressione alta,
- obesità,
- sindrome metabolica
nel gruppo dei consumatori abituali della pianta.
Inoltre, negli uomini si evidenziò una ridotta circonferenza addominale e nelle donne livelli di colesterolo (totale e LDL) più bassi, rispetto al gruppo che non faceva uso di Guaranà.
Malattie cardiocircolatorie, colesterolo e proprietà antiossidanti
Diversi studi epidemiologici hanno associato l’assunzione abituale di Guaranà ad una minore incidenza di malattie cardiovascolari e ad un effetto positivo sul metabolismo dei lipidi, soprattutto per quanto concerne il livello di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e il suo grado di ossidazione, che costituisce uno degli eventi iniziali del processo di aterosclerosi (processo di irrigidimento delle arterie) [5,10].
In uno studio brasiliano del 2013 sono stati usati campioni di sangue di soggetti anziani in buona salute, consumatori abituali di guaranà oppure non consumatori, per valutare se ci fossero differenze nel livello di ossidazione delle LDL: nel sangue dei consumatori abituali di Guaranà l’ossidazione delle LDL risultò inferiore del 27% rispetto ai non consumatori [6].
L’effetto antiossidante del Guaranà è probabilmente dovuto alla presenza di xantine (caffeina, teobromina, teofillina) e polifenoli (catechine, tannini) in modo analogo a quanto già ampiamente evidenziato negli studi epidemiologici sul consumo di tè verde, simile per composizione qualitativa [7].
È doveroso sottolineare che lo studio riportato, a detta degli stessi ricercatori, presenta un limite intrinseco, dovuto alla non conoscenza delle quantità di Guaranà assunte dagli individui oggetto dello studio, né dell’eventuale compresenza nella dieta di altri alimenti ad azione antiossidante.
Altri studi hanno evidenziato, sia in vitro che in vivo, la capacità antiaggregante piastrinica degli estratti di Guaranà [8,9]: anche in questo caso l’effetto è stato attribuito alle xantine e alle catechine presenti nella pianta.
Infine uno studio del 2016 ha evidenziato in vivo su animali la capacità di riduzione del colesterolo LDL da parte dell’estratto di Guaranà, in maniera paragonabile alla Simvastatina, uno dei farmaci più utilizzati in caso di ipercolesterolemia [11].
Aumento delle capacità fisiche e cognitive
Alcuni studi hanno evidenziato le capacità del Guaranà, da solo o in combinazione con il Ginseng, nel migliorare
- attenzione,
- memoria,
- umore;
questo effetto potrebbe non essere dovuto solo alla presenza di caffeina, ma anche alle altre sostanze potenzialmente attive presenti nella pianta, tra cui
- flavonoidi,
- saponine
- e tannini [1,12,13].
Diverse pubblicazioni sull’aumento delle performances sportive hanno altresì evidenziato effetti positivi del Guaranà, sebbene in questi studi non venga mai somministrato da solo ma in combinazione con complessi minerali o multivitaminici, rendendo così complicato isolare gli effetti dei singoli componenti.
Infine, studi recenti, alcuni dei quali realizzati in doppio cieco, hanno sottolineato come il Guaranà possa avere effetti positivi sulle abilità cognitive, in particolare su
- capacità decisionali,
- prontezza mentale,
- memoria [12,13,14,15,16].
Supporto nella terapia antitumorale
La sindrome da stanchezza cronica (cancer-related fatigue o CRF in inglese) è un insieme di sintomi fisici e psichici che affligge un numero significativamente elevato (70-80%) di persone sottoposte a terapia antitumorale; la condizione può derivare dal tumore stesso oppure dagli effetti collaterali dei chemioterapici (anemia, disordini del metabolismo, difficoltà a nutrirsi, disturbi del sonno) o ancora essere legata allo stress psicologico conseguente la diagnosi e la terapia [22].
Sulla base dei risultati riportati in letteratura riguardanti l’effetto favorevole del Guaranà su umore e performance fisiche e cognitive, alcuni ricercatori hanno sperimentato l’impiego della pianta su pazienti con cancro al seno, sottoposte a chemioterapia e con sindrome da affaticamento. Lo studio [17] è stato realizzato in modo randomizzato, in doppio cieco versus placebo, su 75 pazienti, alla dose di 50 mg al giorno di estratto, per 21 giorni: il Guaranà si è dimostrato efficace nel trattamento a breve termine della CRF, unitamente al vantaggio dell’assenza di effetti collaterali avversi (disturbi del sonno, ansia o depressione).
Il Guaranà, tuttavia, possiede molecole che potrebbero interferire con la terapia farmacologica in atto, soprattutto la caffeina e le catechine: mentre per queste ultime esistono diversi studi che ne descrivono il potenziale effetto antitumorale in caso di cancro al seno, per la caffeina i risultati sono più controversi. Per questa ragione alcuni ricercatori hanno testato in vitro l’effetto del Guaranà su 7 differenti farmaci chemioterapici per la terapia del cancro al seno [18]. L’esperimento è stato condotto sulle cellule MCF-7, una linea cellulare altamente invasiva del carcinoma mammario umano, esposte a concentrazioni crescenti di Guaranà, con o senza la contemporanea presenza del farmaco antitumorale (nello studio sono stati analizzati gemcitabina, vinorelbina, metotrexate, 5-fluorouracile, paclitaxel, doxorubicina e ciclofosfamide). I risultati ottenuti hanno evidenziato un effetto antiproliferativo del Guaranà da solo e un altrettanto significativo aumento dell’attività del farmaco in presenza di Guaranà (con diminuzione di più del 40% di cellule tumorali dopo 72h).
Chiaramente questi risultati necessitano di conferme in vivo, ma sono da ritenersi senza dubbio incoraggianti, soprattutto in termini di eventuale riduzione del dosaggio del chemioterapico (e, di conseguenza, dei suoi effetti collaterali).
Dosi e precauzioni d’uso
L’FDA, l’ente regolatorio americano per la sicurezza di farmaci e alimenti, riconosce in generale il Guaranà come sicuro, anche se non ci sono informazioni specifiche sul dosaggio (se non quelle delle linee guida generali sul consumo di caffeina) e, soprattutto, molto spesso non se ne conosce il reale contenuto nei prodotti in commercio, bevande energetiche in primis [19].
A livello regolatorio non c’è unanimità nei vari paesi del mondo:
- l’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) raccomanda un’assunzione giornaliera massima di 2 g di Guaranà in polvere;
- l’ente regolatorio del Canada si spinge fino a 3 g;
- l’FDA americana si riferisce solo al consumo di caffeina, raccomandando di non superare i 400 mg al giorno [21].
In seguito a ingestione eccessiva [20] di estratti di Guaranà sono stati riportati episodi di
- tachicardia,
- ansia e irritabilità,
- spasmi muscolari,
- disturbi del sonno,
- nausea e vomito,
- diuresi eccessiva.
È importante tenere presente che il contenuto di caffeina del Guaranà va a sommarsi a quello della caffeina già presente nelle bevande stesse: non di rado si verificano casi di eventi cardiovascolari o cerebrali avversi, successivi all’ingestione di elevate quantità di bevande energetiche. Per questa ragione è vivamente sconsigliata l’assunzione da parte di individui
- ipertesi,
- con patologie cardiache,
- in cura con farmaci con azione sul sistema nervoso centrale (anticonvulsivanti, antiepilettici).
Fonti e bibliografia
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- AIMAC
Autore
Dr.ssa Sonja Bellomi
Laureata in Chimica e Tecnologia FarmaceuticaLaureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, con Dottorato di Ricerca in Scienza delle Sostanze Bioattive