Introduzione
La varicella è una malattia infettiva particolarmente contagiosa che si diffonde attraverso un contatto interpersonale diretto e/o mediante colpi di tosse o starnuti.
Chi ha la varicella è già contagioso uno o due giorni prima che compaia l’eruzione cutanea e rimane contagioso finché tutte le pustole non hanno formato le croste.
Prima di manifestarne i sintomi generalmente trascorrono da 10 a 21 giorni dal contatto con la persona infetta (tempo di incubazione), ma la media più comune è circa 14 giorni.
Contrarre la varicella in gravidanza espone al rischio di complicazioni, come lo sviluppo di
- polmonite nella madre,
- varicella congenita nel feto.
Le donne che non ne siano immuni, naturalmente o grazie alla vaccinazione, dovrebbero quindi rivolgersi rapidamente al medico in caso di contatti a rischio per valutare di ricorrere alla somministrazione di specifiche immunoglobuline (anticorpi contro il virus della varicella); se somministrate entro 10 giorni dall’esposizione è possibile ridurre il rischio di manifestare la malattia, o comunque la severità con cui può presentarsi.
Nel caso di comparsa dei sintomi specifici è invece possibile ricorrere alla somministrazione di antivirali.
Infine, nelle donne che stanno progettando una gravidanza e che sanno di non essere immuni, è possibile valutare la somministrazione del vaccino, a patto di attendere poi tre mesi prima di iniziare la ricerca. Quando non si conosce il proprio stato immunologico, cioè non si sa si è immuni alla malattia, è possibile ricorrere a specifici esami del sangue per scoprirlo.
Anche se il rischio assoluto è considerato basso, la consapevolezza delle possibili complicazioni e delle forme di prevenzione può ulteriormente ridurre le possibili complicazioni.
Sintomi
L’eruzione cutanea della varicella di solito inizia dal volto e dalla metà superiore del corpo, ma poi si può diffondere anche verso gli arti inferiori, provocando la comparsa di 250-500 vescicole pruriginose.
Nei pazienti vaccinati, al contrario, nel caso in cui venga contratta l’infezione l’eruzione cutanea può essere abbastanza lieve, con pochissime lesioni simili a punture d’insetto.
I sintomi caratteristici della varicella durano di norma per 5-10 giorni e, oltre all’eruzione cutanea, ricordiamo:
- febbre alta,
- forte prurito,
- lesioni cutanee molto visibili,
- disidratazione provocata dal vomito o dalla diarrea,
- mal di testa.
Quando chiamare il medico
- Se sei in gravidanza,
- non sei immune alla varicella
- e sei entrata in contatto con un soggetto affetto dall’infezione,
contatta immediatamente il ginecologo o il medico curante.
Pericoli
Generalmente l’infezione è benigna e tende a risolversi spontaneamente, ma in alcuni soggetti è occasionalmente possibile osservare lo sviluppo di complicazioni; un organismo in difficoltà è ad esempio più soggetto a contrarre infezioni batteriche in grado di interessare
- la pelle,
- i tessuti sottocutanei,
- le ossa,
- i polmoni (polmonite),
- le articolazioni
- e il sangue.
Altre complicazioni gravi sono invece causate direttamente dall’infezione del virus e comprendono:
- polmonite virale,
- emorragie,
- infezione del cervello (encefalite).
I gruppi di pazienti che corrono un rischio maggiore di soffrire di pericolose complicazioni sono
- neonati ed anziani,
- donne in gravidanza,
- pazienti con sistema immunitario indebolito o compromesso da malattie (HIV, tumori, …) o da farmaci, ad esempio dai cortisonici assunti per terapie croniche, immunosoppressori o chemioterapia.
Gravidanza
I fattori di rischio che possono aumentare la possibilità di incorrere in complicazioni in caso di contagio sono:
- abitudine al fumo,
- presenza di una condizione polmonare pre-esistente, come bronchite o enfisema,
- assunzione di cortisone,
- epoca di gravidanza superiore alle 20 settimane.
Rischi per la madre
Le gestanti che contraggono la varicella sono purtroppo a rischio di soffrire di complicazioni gravi:
- il 10-20% delle donne in gravidanza che si ammala contrae la polmonite, con un rischio di decesso che può raggiungere il 45% se la paziente non viene adeguatamente trattata (fonte);
- tra le altre possibili complicanze materne ricordiamo anche l’encefalite e l’epatite, quando l’infiammazione interessa rispettivamente cervello o fegato.
Rischi per il bambino
Se la gestante contrae la varicella nel primo o nel secondo trimestre, c’è un rischio minimo (dallo 0.4 al 2%, ma secondo altre fonti la percentuale è maggiore) che il bambino nasca con malformazioni congenite raggruppate sotto la definizione di sindrome da varicella congenita. I neonati affetti dalla sindrome da varicella congenita possono avere
- un basso peso alla nascita,
- cicatrici sulla pelle
- e problemi agli arti, al cervello e agli occhi.
Se contratta tra la 28esima e la 36esima settimana di gravidanza il virus rimane nel corpo del bambino, ma senza causare sintomi; potrebbe tuttavia attivarsi nei primi anni della vita del bambino, causando l’herpes zoster.
I neonati la cui madre manifesta l’eruzione cutanea da 5 a 2 giorni prima del parto sono a rischio di ammalarsi di varicella subito dopo la nascita, con un rischio di decesso pari al 30%.
Vaccino
Data la potenziale gravità degli effetti che la varicella contratta in gravidanza può provocare, è ormai prassi suggerire l’esame del sangue e l’eventuale vaccinazione prima di iniziare a cercare un bambino.
Quando questo non sia stato fatto, la gestante dovrebbe quindi parlare con il proprio medico per capire se sia protetta (immune) dalla varicella. Per avere la certezza di essere immune, è necessaria almeno una delle prove seguenti:
- documentazione che attesti la somministrazione di due dosi di vaccino contro la varicella,
- esami del sangue che indichino che si è immuni alla varicella (dosaggio di IgM e IgG),
- diagnosi medica di episodi precedenti di varicella o herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio).
Se la gestante non ha mai sofferto di varicella in passato, il modo migliore per proteggersi è quindi la vaccinazione, tuttavia il vaccino anti-varicella non va eseguito durante la gravidanza. La donna in gravidanza non immune potrebbe invece ricevere il vaccino subito dopo il parto: la prima dose può essere somministrata prima delle dimissioni dall’ospedale e la seconda dopo 6-8 settimane, durante la visita di controllo. Il vaccino non è invece controindicato per le madri che allattano.
Chi desidera avere un figlio, ma non sia immune dalla varicella, dovrebbe farsi vaccinare almeno 1-3 mesi prima del concepimento. Non è consigliabile farsi vaccinare durante la gravidanza o nei 30 giorni precedenti il concepimento.
Se la gestante non è immune dalla varicella, chi vive con lei dovrebbe essere protetto. Se i famigliari non hanno ancora fatto la varicella, farli vaccinare è il modo più efficace per proteggere la gestante dalla malattia.
Le donne in gravidanza non devono entrare in contatto con persone portatrici del virus, compresi i pazienti appena vaccinati e quelli che sono colpiti da una forma molto lieve di varicella (con febbre lieve o senza febbre e con meno di 50 lesioni cutanee). La varicella lieve è comunque contagiosa.
Fonte Principale
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Buongiorno,
Sono in gravidanza alla 13piu 1 il 25 di questo mese avrò un battesimo e il bambino della mia amica ha contratto la varicella in data 1 Giugno(tutti i bambini presenti hanno già fatto la varicella).
Non avendola io fatta, avrò gli esami del sangue in questi giorni corro il rischio di contagio?o ormai è passato?
Grazie
A mio avviso ormai è assolutamente superata, eviti comunque i contatti più ravvicinati con il bimbo.
Buona sera…premetto ho già contratto la varicella da piccola.. sono in cinta e a giorni deve arrivare la mia 3 figlia la prima figlia ha manifestato ora i sintomi della varicella può essere pericoloso cmq per la nascitura… grazie..
Cerchi se possibile di allattarla, questo le permetterà di passare gli anticorpi necessari; eviti se possibile contatti diretti con la sorellina e segnali comunque la situazione al ginecologo e/o in ospedale.
Buonasera dottore, il mio medico mi ha consigliato di fare il test per la varicella perché ha detto che prima di valutare se fare il vaccino o meno, devo verificare se l’ho avuta in forma blanda (da bambina sono stata in contatto più volte con compagni di scuola che avevano la varicella con scarsissimo rash cutaneo). I risultati sono i seguenti:
Anticorpi anti varicella IgM 5,30 (negativo 11)
Anticorpi anti varicella IgG 60 (negativo 100)
Siccome ho 28 anni può essere che gli anticorpi per la varicella siano calati oppure l’ho avuta in una forma blanda che non mi ha immunizzato del tutto? Grazie in anticipo per la risposta.
Non possiamo saperlo, con questo valori non è comunque immune.
Buongiorno dottore..io sono in gravidanza al 13 settimana..oggi mio figlio di 6 anni sta manifestando i primi sintomi della varicella..io sono preoccupata sia per lui anche per il bambino in arrivo..come mi devo comportare???non li posso stare vicino?aspetto con ansia la vostra risposta…Grazie
Lei ha già fatto in passato la malattia?
Salve sono alla nona settimana di gravidanza e mi sono accorta che mia figlia di tre anni ha dei puntini in rilievo arrossati che le recano prurito, sparsi tra addome e schiena…non so se sia varicella o altro, io la varicella l’ho avuta da piccola e mi chiedevo se rischio qualcosa, siamo sempre molto vicine perciò il rischio contagio è alto, di che altre malattie esantematiche mi dovrei preoccupare nel mio stato interessante avendo già due bimbi piccoli che vanno alla materna? Grazie
Salve, se ha avuto la varicella non corre rischi poichè ci sono i suoi anticorpi che proteggono il feto. L’altra malattia esantematica a cui fare attenzione è la rosolia. saluti
Salve, le scrivo per un consiglio, sono a 34 settimane di gestazione, mia nipote potrebbe aver contratto la varicella (il pediatra non ne è sicuro e vuole attendere l’evolversi delle prime bollicine che la bimba ha sul corpo), da piccola io non ho avuto la varicella ma lo sfogo di Sant’Antonio, che se non erro dovrebbe essere una varicella localizzata, posso stare ugualmente a contatto con mia nipote o è comunque meglio evitare?
Eviti per scrupolo.
Per inciso il fuoco di S. Antonio (herpes zoster) è sempre conseguente a una precedente infezione da varicella, che tuttavia talvolta potrebbe essere così leggera da passare inosservata.
Salve dottore, la seguo da anni, ma oggi ho una domanda da porle. Con mio marito stiamo cercando una gravidanza, ma mi sono posta solo oggi il dubbio della varicella per valutare eventualmente la possibilità di sottopormi al vaccino. C’è modo di sapere con certezza se l’ho già fatta in passato? Purtroppo mia mamma non si ricorda (sono la quarta di cinque figli).
Grazie per la fiducia! Ne parli ovviamente con il ginecologo, ma con un esame del sangue (IgG per varicella zoster) è in genere possibile togliersi il dubbio.