Fegato: un eroe silenzioso
Il fegato è un vero campione di resistenza… è un’infaticabile macchina in grado di lavorare senza sosta 24 ore su 24, senza mai lamentarsi e sopportando ogni genere di angheria fino allo sfinimento.
È davvero improbabile che si lamenti attraverso sintomi o altre manifestazioni, ma anche lui, come tutti, ha dei limiti: la peculiarità di quest’organo è la sua tendenza a non manifestare sintomi evidenti di malfunzionamento fino a quando il danno non diventi davvero significativo.
Di fegato nei hai uno solo (e ti serve)
Le conseguenze di una grave disfunzione epatica possono essere estremamente serie.
Quando il fegato inizia a manifestare segni di sofferenza, come
la situazione potrebbe essere già critica.
In molti casi questi sintomi sono indicativi di una cirrosi epatica, una condizione irreversibile che spesso richiede un trapianto di fegato come unica soluzione terapeutica.
Sebbene non tutte le patologie epatiche siano così gravi, l’epatite A ad esempio è generalmente curabile, è davvero fondamentale adottare un approccio preventivo e non presumere che l’assenza di sintomi equivalga a una buona salute epatica, soprattutto in presenza di comportamenti a rischio protratti nel tempo.
La buona notizia
Fortunatamente esistono numerose strategie per preservare la salute del fegato.
Quest’organo, tra l’altro, non richiede interventi straordinari, ma semplicemente di non essere sovraccaricato oltre le sue capacità. Adottando uno stile di vita adeguato, è possibile prevenire efficacemente la maggior parte delle minacce alla salute epatica.
Secondo il National Health Service (NHS) del Regno Unito, le tre principali cause di malattie epatiche sono:
- Obesità
- Epatite virale non diagnosticata
- Consumo di alcolici
Tuttavia, esistono altri fattori di rischio meno noti ma altrettanto rilevanti.
Farmaci
Quasi tutti i farmaci possono potenzialmente causare danni epatici, sebbene con probabilità variabili.
È innegabile che i progressi farmacologici abbiano portato a enormi benefici per la salute umana, sconfiggendo malattie mortali, riducendo la mortalità infantile e migliorando la qualità della vita di milioni di persone e infatti il problema non risiede nei farmaci in sé, ma nel loro uso improprio.
La categoria di medicinali più preoccupante è quella dei farmaci utilizzati improprio o con eccessiva leggerezza, come l’uso (o l’abuso…) di analgesici per disturbi minori, il ricorso smodato agli antibiotici e la preferenza per soluzioni farmacologiche rapide rispetto a cambiamenti dello stile di vita più impegnativi ma più salutari.
Integratori e altre sostanze xenobiotiche
È importante sfatare il mito che “naturale” sia sinonimo di “sicuro”.
Qualsiasi integratore può diventare pericoloso, sia per possibili effetti collaterali che per ragioni meno comuni, come ad esempio interazioni inaspettate con altri farmaci o sostanze, contaminazione durante il processo di produzione, dosaggi eccessivi dovuti a etichettature imprecise, o reazioni allergiche individuali non prevedibili.
Un altro rischio meno ovvio è l’effetto paradossale che alcuni integratori possono avere quando assunti in dosi elevate o per periodi prolungati. Ad esempio, alcuni antiossidanti, benefici in quantità moderate, possono diventare pro-ossidanti se consumati in eccesso.
Infine, c’è il rischio di dipendenza psicologica, dove l’individuo sviluppa una reliance eccessiva sugli integratori, credendo erroneamente che possano compensare completamente uno stile di vita non salutare o sostituire una dieta varia e bilanciata.
Alcool
Per quanto riguarda l’alcol, è fondamentale comprendere che non esiste una dose universalmente sicura.
La tolleranza individuale varia significativamente e non può essere prevista basandosi su esperienze personali o aneddoti di familiari e amici (mio nonno ha bevuto tutta la vita ed è morto a 100 anni…).
Gli effetti dell’alcol sono cumulativi nel tempo e possono portare a danni a lungo termine non solo al fegato, ma anche al sistema cardiovascolare e nervoso.
Non solo cosa, ma quanto mangi?
La steatosi epatica, o accumulo eccessivo di grassi nel fegato, è una condizione comune che può essere causata sia dall’abuso di alcol (steatosi alcolica) sia da fattori metabolici (steatosi epatica non alcolica o, più correttamente, malattia epatica steatosica associata al metabolismo).
Quest’ultima è spesso associata a:
- Sovrappeso/obesità
- Diabete mellito di tipo 2
- Disregolazione metabolica
La qualità della dieta è cruciale, ma altrettanto importante è la quantità di cibo consumato. Il mantenimento di un peso corporeo sano e uno stile di vita attivo sono fondamentali per la prevenzione delle malattie epatiche.
Altri pericoli per il fegato
Oltre ai fattori già menzionati, esistono altri rischi per la salute epatica, tra cui:
- Rapporti sessuali non protetti, che possono esporre al rischio di epatiti virali
- Uso di droghe iniettabili e condivisione di siringhe
- Tatuaggi e piercing praticati in condizioni igieniche inadeguate
- Fumo di sigaretta, che è associato a circa il 40% dei casi di malattia epatica.
La somma fa il totale
La salute del fegato è il risultato di un’interazione complessa tra molteplici fattori. Raramente è un singolo evento a determinare il destino di quest’organo, mentre è quasi sempre l’accumulo di diverse abitudini e esposizioni nel corso del tempo a influenzare la salute epatica.
Ogni scelta quotidiana contribuisce al bilancio complessivo della salute del fegato. Anche abitudini apparentemente innocue, se combinate con altri fattori di rischio, possono avere un impatto significativo nel lungo termine.
Non solo evitare, ma abbracciare
La salute del fegato non dipende solo dall’evitare comportamenti dannosi, ma anche dall’adozione di abitudini positive. Una dieta equilibrata, l’esercizio regolare, l’astensione dal fumo, il consumo moderato o nullo di alcol e pratiche sessuali sicure sono tutti fattori che contribuiscono a creare un ambiente favorevole per la salute epatica.
Non si tratta quindi solo di evitare i “grandi killer”, ma anche di abbracciare scelte quotidiane positive apparentemente minori, ma che (anche loro) si accumulano nel tempo:
- Non è mai troppo tardi e non è mai troppo presto per migliorare il tuo stile di vita. Il momento migliore per iniziare era alla nascita, ma il secondo momento migliore è oggi, anche se stessi già convivendo con una qualche diagnosi.
- Ogni cambiamento va bene, anche se introdotto un po’ per volta. Un cambiamento piccolo è meglio di nessun cambiamento, ovvero nessun cambiamento è troppo piccolo.
- Allo stesso tempo un piccolo danno è meno peggio di un grosso danno (un bicchiere di vino è meno peggio di due), ma stai attento a non scivolare in un’eccessiva indulgenza, perché zero bicchieri è meglio ancora.
- I miglioramenti sono cumulativi: una nuova buona abitudine è bene, due nuove buone abitudini sono meglio e il loro effetto sommato è probabilmente maggiore dei singoli apporti.
- Consapevolezza e quotidiana attenzione sì, ma no all’ossessione.
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.