Epatite alcolica: cause, sintomi, pericoli e cura

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Introduzione

Con il termine epatite alcolica si indica

  • un processo infiammatorio a carico del fegato (epatite)
  • causato da un’eccessiva assunzione nel tempo di alcol.

È una patologia che tende a presentarsi nel 20-30% dei forti consumatori di alcol, con un rischio non indifferente che il processo si cronicizzi fino allo sviluppo di una cirrosi alcolica con conseguente insufficienza epatica cronica (condizione in cui l’organo non è più in grado di espletare correttamente le sue funzioni).

L’epatite alcolica si manifesta essenzialmente con la comparsa di

  • dolore addominale,
  • malessere,
  • nausea e vomito,

fino alla comparsa dei sintomi tipici e ben più gravi di insufficienza epatica.

La diagnosi è agevole associando il quadro clinico ad una storia di abuso di alcol continuativo nel tempo.

La cura per l’epatite alcolica è semplicemente la completa astensione dall’alcol; possono essere d’ausilio i corticosteroidi (cortisone) che riducono in fase acuta l’infiammazione a livello epatico. In caso di cirrosi alcolica, come rimedio estremo, si ricorre al trapianto di fegato.

La prognosi dipende dalla reversibilità o meno del danno epatico nonché dalla sua gravità.

Cause

Classificazione

L’epatite alcolica rientra in un quadro più ampio di patologie del fegato dovuta all’alcol, che nello specifico prevedono la seguente evoluzione:

  1. steatosi epatica,
  2. epatite alcolica,
  3. cirrosi alcolica.

L’epatite alcolica è più frequente nelle donne rispetto agli uomini, nonostante questi ultimi siano più propensi all’abuso di alcol (rapporto di 8 a 1 rispetto alle donne); la ragione alla base di quest’osservazione va probabilmente cercata nel fatto che che le donne sono più suscettibili al danno alcol-dipendente a causa di una ridotta espressione di alcol-deidrogenasi, un enzima fondamentale nella detossificazione e smaltimento dell’alcol a livello epatico.

Fattori di rischio

Il fattore di rischio preponderante è ovviamente l’alcol e, nello specifico, sono importanti:

  • quantità di alcol assunto (che a sua volta dipende dalla gradazione di una determinata bevanda),
  • durata dell’abuso di alcol.

Oltre all’alcol, altri fattori di rischio sono:

  • condizioni nutrizionali del soggetto,
  • background genetico-metabolico.

Una carenza nutrizionale di base, così come una carenza o un’alterazione enzimatica nel processo di metabolismo dell’alcol, possono aumentare esponenzialmente, a parità di grammi di alcol ingeriti, il rischio di sviluppare un’epatite alcolica.

Sviluppo del danno epatico

L’alcol viene assorbito a livello dello stomaco e dell’intestino tenue. In caso di abuso il fegato non è in grado di smaltire adeguatamente tutto l’alcol presente nell’organismo e, nel tempo, si viene a creare un’alterazione nei processi metabolici tale da causare un aumento della sintesi di trigliceridi e acidi grassi, che accumulandosi nel fegato conducono a una condizione iniziale di steatosi epatica.

Superata questa fase il danno prosegue fino all’epatite alcolica vera e propria, caratterizzata dallo sviluppo di un processo infiammatorio cronico che conduce all’ultima fase del danno epatico, ovvero quella della cirrosi alcolica ed associata insufficienza epatica cronica.

Per cirrosi si intende una patologia del fegato in cui si ha la degenerazione delle cellule epatiche, con formazione di tessuto fibrotico cicatriziale che sostituisce progressivamente il parenchima epatico.

Evoluzione grafica dei diversi stadi dell'epatite alcolica

iStock.com/Sakurra

Sintomi

L’epatite alcolica si presenta con diversi sintomi che variano in base alla gravità della patologia; tra i più comuni ricordiamo:

Nella fase di cirrosi alcolica i sintomi sono invece più gravi:

  • ittero (colorazione giallastra di cute, mucose ed occhi),
  • ascite (versamento di liquido all’interno della cavità addominale con notevole gonfiore addominale),
  • alterazione degli indici di funzionalità epatica,
  • encefalopatia epatica, una forma di sofferenza cerebrale con sintomi neurologici quali
  • emottisi da rottura di varici esofagee (emissione di sangue dalla bocca),
  • ipertensione portale (aumento della pressione sanguigna a livello della vena porta, conseguente alla cirrosi),
  • altri sintomi di insufficienza epatica.

Oltre che ad un quadro di insufficienza epatica cronica, l’abuso di alcol aumenta anche il rischio di tumore epatico maligno (epatocarcinoma).

Diagnosi

La diagnosi parte dall’anamnesi, dove il paziente riferisce al medico una storia di notevole assunzione di alcol che si protrae da molti anni.

Agli esami di laboratorio si rendono evidenti le alterazioni degli indici di funzionalità epatica, con rialzamento delle transaminasi, con la caratteristica di mostrare un rapporto AST/ALT maggiore di 2.

L’ecografia epatica dimostra un fegato steatosico (ricco di grasso), mentre la TC può escludere altre forme di insufficienza epatica (come un tumore).

La biopsia epatica viene richiesta raramente in questi casi, ma può confermare con certezza la diagnosi clinica di epatite alcolica.

Cura

Il trattamento fondamentale per l’epatite alcolica consiste ovviamente nell’astensione dal consumo di alcol:

  • nel caso in cui il paziente si trovi in una condizione di steatosi epatica alcolica si riscontrano miglioramenti già ad un mese dalla sospensione del consumo,
  • mentre in caso di epatite è necessaria un’astensione più prolungata, di diversi mesi, per consentire una guarigione efficace.

Fondamenti della terapia sono inoltre:

Qualora non si riesca a risolvere il danno epatico né con l’astensione dall’alcol né con i corticosteroidi, rimane la possibilità del trapianto epatico; è in questo caso tuttavia necessario dimostrare un’astinenza assoluta dall’alcol per un lungo periodo e la mancanza di altre gravi patologie associate che renderebbero inutile la procedura.

Fonti e bibliografia

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