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Introduzione

I tatuaggi sono sempre più diffusi (13,8% delle donne italiane e 11,7% degli uomini, il primo viene in genere richiesto attorno ai 25 anni), ma non andrebbero presi alla leggera: in quest’articolo esamineremo i rischi e vi aiuteremo a capire quali sono le precauzioni di sicurezza e i modi più utili per prendersi cura di un tatuaggio.

Farsi tatuare ormai è una questione di poche ore, ma questa facilità non dovrebbe impedire di riflettere bene sulla decisione di modificare il proprio corpo in modo permanente (il 17,2% dei soggetti tatuati progetta di rimuoverlo e di questi il 4,3% ha già provveduto).

Se prima di farvi tatuare prendete tutti i provvedimenti per proteggervi dagli eventuali rischi, quella che oggi vi sembra una buona idea ha meno probabilità di trasformarsi in rammarico in futuro.

Da un punto di vista generale la tecnica consiste nell’esecuzione di punture superficiali con l’obiettivo di introdurre sostanze coloranti nelle ferite; se tradizionalmente la decorazione era progettata per durare per sempre o quasi, negli ultimi decenni sono state sviluppati anche tecniche e materiali in grado di permettere la realizzazione di tatuaggi temporanei.

Da dove deriva la parola tatuaggio?

Il termine tatuaggio deriva dal francese tatouage, che a sua volta deriva dal verbo tatouer e, risalendo ulteriormente, dal termine anglosassone tattoo (o tattow), parola adattata dal samoano tatau (colpire).

Tatuatore al lavoro

iStock.com/Belyjmishka

Come vengono fatti

I tatuaggi sono marchi o disegni permanenti realizzati sulla pelle, con pigmenti inseriti mediante speciali strumenti nello strato profondo della pelle; di norma il tatuatore usa un’apparecchiatura manuale che funziona più o meno come una macchina da cucire, con uno o più aghi che pungono la pelle da 50 a 3000 volte al minuto.

Ad ogni puntura l’apparecchiatura inietta minuscole gocce d’inchiostro sottopelle; il processo del tatuaggio, che viene effettuato senza anestesia e può durare anche diverse ore per i tatuaggi più grandi, provoca un leggero sanguinamento (che viene asciugato spesso durante l’operazione) e causa dolore, da lieve a molto forte a seconda della zona trattata.

La durata varia da 15 minuti a numerose sedute, a seconda dell’estensione del disegno.

Il tatuaggio temporaneo con hennè si ottiene invece applicando alla cute un impasto di polvere di hennè ottenuta dalle foglie della henna.

Sicurezza

Per essere certi di farvi tatuare in tutta sicurezza, rispondete a queste domande:

  1. Chi realizzerà il tatuaggio? Andate in uno studio di tatuatori con personale preparato. Ricordate che i requisiti di sicurezza e gli standard per il rilascio della licenza variano da stato a stato. Chiedete all’autorità sanitaria locale tutte le informazioni necessarie sulle licenze e sui requisiti di sicurezza.
  2. Il tatuatore indossa i guanti? Controllate se si lava le mani e indossa un paio di guanti nuovo per ciascun cliente.
  3. Il tatuatore usa un’attrezzatura adatta? Controllate se estrae l’ago e i tubicini da un pacchetto sigillato prima di iniziare a lavorare. Anche i pigmenti e i contenitori devono essere nuovi.
  4. Il tatuatore sterilizza le attrezzature? Controllate se usa un’autoclave per sterilizzare le attrezzature non usa e getta prima di usarle su un nuovo cliente. Gli strumenti e i materiali non sterilizzabili nell’autoclave, ad esempio le maniglie dei cassetti, i tavoli e i lavandini, dovrebbero essere sterilizzati con un disinfettante commerciale o con una soluzione a base di candeggina dopo l’uso.
  5. Chiedetevi se siete veramente disposti a investire in una modifica permanente del vostro corpo. Scegliete con attenzione la zona in cui farvi tatuare e non fatevi tatuare se siete sotto l’influenza di droghe o alcol o siete preoccupati che il tatuaggio dopo un po’ potrebbe non piacervi più.

Pericoli

Poiché l’applicazione di un tatuaggio richiede di fatto la rottura dell’integrità offerta dalla barriera cutanea, il procedimento è inevitabilmente legato all’esposizione di rischi per la salute tra cui infezioni, reazioni allergiche e altre complicazioni, oltre ovviamente al dolore più o meno forte (a seconda della zona e della propria sensibilità) percepito durante il disegno.

Tra i rischi da valutare ricordiamo:

  • Reazioni allergiche. Gli inchiostri per i tatuaggi, soprattutto quello rosso, possono causare reazioni allergiche della pelle, che provocano un’eruzione cutanea pruriginosa nella zona tatuata. La reazione allergica può verificarsi addirittura diversi anni dopo il tatuaggio. Allergie simili possono verificarsi con inchiostri temporanei.
  • Patologie infettive. Se l’attrezzatura usata per realizzare il tatuaggio è contaminata da sangue infetto, c’è il rischio di contrarre diverse malattie trasmesse dal sangue, come l’epatite B, l’epatite C, il tetano e (con minori probabilità) l’HIV, cioè il virus che provoca l’AIDS.
  • Infezioni cutanee. I tatuaggi possono provocare infezioni batteriche locali, caratterizzate da rossore, gonfiore, dolore e dalla presenza di pus.
  • Granuloma. Si tratta di piccoli nodulini che si formano sottopelle, a testimonianza di una reazione immunitaria del corpo verso una sostanza percepita come estranea.
  • Cicatrici e cheloidi, che possono formarsi sia durante il disegno che durante l’eventuale rimozione.
  • Complicazioni durante la risonanza magnetica. In rari casi i pazienti riferiscono gonfiore e bruciore sul tatuaggio a seguito di risonanza magnetica; l’effetto collaterale può assumere particolare rilevanza in caso di tatuaggi sul viso, per esempio trucchi permanenti.

Se si sviluppa una reazione allergica, un’infezione o un altro problema della pelle, potrebbe essere necessario ricorrere a farmaci o ad altre terapie. In alcuni casi il tatuaggio potrebbe essere rimosso.

Tatuaggi e vista

È stato recentemente portato all’attenzione della comunità medica il caso di un ragazzo di 26 anni che lamentava disturbi della visione (che risultava offuscata, oltre a presentare un arrossamento degli occhi) iniziati in concomitanza ad una reazione allergica ad un tatuaggio effettuato sul braccio.

Il percorso diagnostico è stato ovviamente impegnativo nonostante ci siano alcuni precedenti in letteratura, ma la diagnosi finale è stata di uveite indotta da tatuaggio, in un soggetti altrimenti in buona salute: i ricercatori ritengono che il disturbo possa essere legato all’innesco da parte di un qualche evento o fattore ambientale su soggetti forse geneticamente predisposti, anche se ovviamente il caso rimane poco più che aneddotico e non permette quindi una comprensione completa della connessione.

Cura del tatuaggio

Le precauzioni da osservare dopo esservi fatti tatuare dipendono dal tipo e dall’estensione del tatuaggio, tuttavia di norma dovrete:

  • Rimuovere la medicazione dopo 24 ore. Applicate una crema antibiotica sulla pelle tatuata per facilitare la guarigione.
  • Tenere pulita la zona del tatuaggio. Usate acqua e sapone e procedete con delicatezza. Per asciugare, tamponate la pelle anziché strofinarla.
  • Usare la crema idratante. Applicate una crema idratante non aggressiva sulla pelle tatuata diverse volte al giorno.
  • Evitare di esporvi al sole. Tenete riparato il tatuaggio per alcune settimane.
  • Fare attenzione ai vestiti. Non indossate nulla che possa aderire troppo al tatuaggio.
  • Datevi due settimane di tempo per guarire. Non toccate le croste, diminuirete il rischio di infezioni, non danneggerete il disegno ed eviterete di formare cicatrici.
  • Se pensate che il tatuaggio abbia fatto infezione o temete che il tatuaggio non stia guarendo correttamente, chiedete consiglio al vostro medico.
  • Se volete farvi rimuovere un tatuaggio, chiedete al dermatologo informazioni sulla chirurgia laser o sulle altre possibilità di rimozione.

Tatuaggi temporanei

Recentemente le autorità sanitarie hanno ricevuto segnalazioni di effetti collaterali dovuti ai tatuaggi temporanei, ad esempio quelli che si possono applicare sulla pelle con un batuffolo di cotone inumidito e che scompaiono alcuni giorni dopo l’applicazione. Molti di essi contengono additivi colorati approvati per l’uso cosmetico sulla pelle, tuttavia sono state rilevate segnalazioni di reazioni allergiche ad alcuni tipi di tatuaggi temporanei.

È stato per esempio diramato negli Stati Uniti un allarme per diversi tipi di tatuaggi temporanei fabbricati all’estero: secondo Allen Halper, capo dell’Ufficio sicurezza del dipartimento Cosmetici e coloranti della FDA americana, si trovano in vendita alcuni tatuaggi temporanei che non potrebbero essere commercializzati negli Stati Uniti, perché mancanti dell’obbligatoria dichiarazione degli ingredienti sull’etichetta, oppure perchè contenenti pigmenti il cui uso cutaneo è illegale.

Henné/Mehndi

L’henné è un pigmento di origine vegetale, che tuttavia è approvato solo come tintura per capelli e non per l’applicazione diretta sulla pelle, come avviene invece nella procedura cosmetica nota come mehndi.

L’henné di solito produce una tinta marrone, marrone aranciato o marrone tendente al rossastro, quindi, per produrre altri colori, ad esempio quelli in commercio come henné nero ed henné blu, devono essere aggiunti altri ingredienti. Il cosiddetto henné nero può contenere il colorante catrame di carbone (p-fenilendiamina o PPD), in grado di causare reazioni allergiche in alcuni pazienti. In campo cosmetico la p-fenilendiamina può essere usata unicamente come tintura per capelli e non è approvata per l’applicazione diretta sulla pelle; persino le tonalità marroni dei prodotti commercializzati come henné potrebbero contenere altri ingredienti in grado di scurirli o di far durare la tinta più a lungo.

Oltre agli additivi coloranti, questi prodotti cosmetici possono contenere altri ingredienti, ad esempio i solventi.

Come si fa a sapere che cosa contengono i tatuaggi temporanei o i prodotti a base di henné/mehndi?

I cosmetici a base di prodotti che macchiano temporaneamente la pelle venduti al dettaglio al consumatore devono riportare l’elenco degli ingredienti sull’etichetta, senza la dichiarazione degli ingredienti sono considerati contraffatti e quindi ne è proibita l’importazione.

Rimozione dei tatuaggi

Bambino con tre nomi di ragazza tatuati sul braccio, i primi due cancellati

iStock.com/SensorSpot

Una volta i tatuaggi erano ornamenti della pelle permanenti e irreversibili ma, recentemente, i dermatologi hanno messo a punto tecniche sicure ed efficienti per rimuovere quelli non più desiderati, anche se è opinione diffusa che spesa e dolore associati alla rimozione siano in genere superiori a quelli sostenuti per l’applicazione.

I pazienti richiedono la rimozione dei tatuaggi per molti motivi diversi: sociali, culturali o fisici ed alcuni di essi presentano una reazione allergica al tatuaggio diversi anni dopo averlo fatto.

I tatuaggi sono opere uniche, quindi la tecnica di rimozione deve essere studiata su misura per adeguarsi al paziente: ad esempio i tatuaggi fatti da un professionista tendono a penetrare più in profondità nella pelle in modo uniforme, l’uniformità permette ai dermatologi di usare tecniche che rimuovono zone più ampie di pelle tatuata, a parità di profondità.

I tatuaggi fai da te spesso sono applicati in modo discontinuo, quindi possono essere più difficili da rimuovere, e gli inchiostri color blu scuro e nero sono particolarmente difficili da eliminare. Anche i tatuaggi professionali fatti con alcuni dei colori più moderni e con i colori pastello possono essere difficili da rimuovere completamente.

I tatuaggi possono essere rimossi da un dermatologo in ambulatorio, in anestesia locale, con diverse tecniche.

Laser

Il chirurgo rimuove il tatuaggio puntando un raggio laser ad alta intensità sui pigmenti colorati: il laser è diventato la modalità di rimozione standard, perché offre un approccio “pulito”, con pochi rischi, estremamente efficace ed in grado di minimizzare gli effetti collaterali. Il tipo di laser usato dipende in genere dal colore del pigmento, ma comunque in molti casi sono necessarie diverse sedute per rimuovere completamente il tatuaggio.

Dermoabrasione

Il chirurgo scartavetra la pelle, rimuovendo gli strati superficiali e quelli poco profondi del tatuaggio. La combinazione di procedure chirurgiche e medicinali aiuta a far affiorare e assorbire gli inchiostri del tatuaggio.

Escissione chirurgica

Il chirurgo rimuove il tatuaggio con il bisturi e richiude la ferita con i punti di sutura. Questa tecnica si dimostra estremamente efficace nella rimozione di alcuni tatuaggi e permette al chirurgo di rimuovere le zone tatuate con estrema precisione.

Effetti collaterali o complicazioni

Gli effetti collaterali di norma sono molto lievi, ma possono comprendere:

  • alterazione del colore della pelle nella zona trattata,
  • infezioni,
  • rimozione non perfetta dell’inchiostro,
  • lievi cicatrici.

Da tre a sei mesi dopo la rimozione del tatuaggio può comparire una cicatrice leggermente ispessita o in rilievo.

Le domande più frequenti

Risposte a cura del Dr. Roberto Gindro

Come fa un tatuaggio a non sparire?

Nonostante la rigenerazione della pelle sia continua ed incessante, il tatuaggio effettuato secondo le tecniche tradizionali è permanente perché l'inchiostro viene iniettato nello strato più profondo della pelle (derma), in cui la rigenerazione è decisamente più lenta rispetto agli strati esterni (epidermide), ma soprattutto grazie ad una reazione del sistema immunitario che potremmo definire incompleta, in quanto le cellule inviate per sbarazzarsi della sostanza estranea (macrofagi) sono troppo piccole rispetto alle molecole di colorante e non riescono a trascinarla via, innescando un circolo vizioso pressoché infinito in cui nuovi macrofagi sono continuamente inviati a tentare di rimuovere i precedenti, morti dopo aver fagocitato il colorante.

È possibile donare il sangue se si ha un tatuaggio?

Sì, certamente, a patto di attendere almeno 4 mesi da quando è stato effettuato, per poter così garantire la sicurezza del sangue estratto attraverso le consuete analisi.

È normale avvertire prurito sul tatuaggio?

Durante la fase di guarigione è piuttosto comune, inizia dopo circa una settimana e può persistere fino a 1-2 mesi; si raccomanda di NON grattare e di attenersi invece alle istruzioni del tatuatore. In caso il fastidio sia accompagnato da sintomi di infezione (calore, dolore, rossore, ...) contattare anche il medico.


In caso di sensazione a distanza di tempo (mesi o anni) si raccomanda di rivolgersi ad un dermatologo.

Chi non può fare tatuaggi? Quando è meglio non farlo?

Secondo l'Istituto Superiore di Sanità è controindicato per:
  • donne in gravidanza o che stiano allattando
  • soggetti affetti da
    • allergie/fotosensibilità,
    • epilessia,
    • malattie infettive, autoimmuni o dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio,
    • malattie della pelle, processi infiammatori in atto o che abbiano nei o altre aree pigmentate nell'area da tatuare,
    • malattie, o che assumano farmaci, in grado di alterare la normale riepitelizzazione della pelle,
    • disturbi della coagulazione/cicatrizzazione o che abbiano la tendenza a emorragie (ad esempio, malati di diabete, emofilia, anemia mediterranea, ...) o che siano in cura con farmaci chemioterapici,
  • aree della pelle interessate da 
    • interventi di chirurgia plastica o radioterapia nel corso dell'ultimo anno,
    • cicatrici recenti (meno di un anno)
    • tatuaggi recenti (meno di 6 settimane)
    • una precedente rimozione di un vecchio tatuaggio.
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