Introduzione
L’ectima è un’infezione della cute che fa parte delle piodermiti, ovvero delle infezioni cutanee causate da batteri piogeni, solitamente Gram positivi come stafilococchi e streptococchi, capaci di provocare reazioni infiammatorie con fuoriuscita di pus.
A differenza delle altre piodermiti più comuni, come
- l’impetigine e la follicolite in cui l’infiammazione interessa l’epidermide, lo strato più superficiale della cute
- e l’erisipela in cui l’infiammazione interessa il derma, strato subito sotto l’epidermide,
l’ectima è una piodermite caratterizzata da ulcerazione, ossia da perdita di sostanza. Secondo alcuni autori l’ectima potrebbe essere la conseguenza di un’impetigine trascurata.
Cause
L’ectima è causato da batteri streptococchi beta emolitici di gruppo A o da Stapylococcus aureus, che possono penetrare nella cute attraverso traumatismi anche minimi, come una puntura di insetto o di artropode (ragno); la scabbia rappresenta un fattore di rischio comune, così come la dermatite atopica, entrambe malattie in grado di causare intenso prurito. Il grattamento e le escoriazioni che il paziente stesso si provoca giocano quindi un ruolo importante nel causare la patologia.
La frequenza più alta di ectima si osserva nei bambini che vivono nelle zone tropicali e nei turisti che vi soggiornano.
La malattia è anche associata a
- scarsa igiene (per esempio nei senzatetto e, in passato, nei soldati delle trincee durante le guerre),
- abbassamento delle difese immunitarie (immunodepressione o immunodeficit),
- età avanzata,
- diabete mellito.
Sintomi
Le lesioni iniziali dell’ectima sono simili a quelle di un’altra piodermite, l’impetigine. Si tratta di pustole ovvero lesioni cutanee rilevate contenenti materiale purulento (pus) che si sviluppano su una base eritematosa (arrossata), localizzate tipicamente agli arti inferiori.
Mentre nell’impetigine le lesioni si diffondono per continuità o per auto-inoculazione del germe nell’epidermide, nell’ectima l’infezione penetra più in profondità danneggiando lo strato di pelle che si trova sotto l’epidermide (il derma) e determinando la formazione di un’ulcera ricoperta di pus (definita appunto ulcera saniosa).
L’ulcera ha margini duri, rilevati e violacei e la sua base si estende in profondità verso il derma; è solitamente ricoperta da una crosta giallastra o grigiastra. Le lesioni cutanee si associano spesso ad infiammazione dei linfonodi regionali (linfoadenopatia) e/o dei vasi linfatici (linfangite).
Quando la diagnosi corretta e la terapia sono tempestive la prognosi è buona; diversamente una complicanza secondaria potenzialmente pericolosa è rappresentata dalla glomerulonefrite, patologia infiammatoria dei glomeruli renali.
La guarigione può inoltre lasciare cicatrici.
Diagnosi
La diagnosi si basa principalmente sull’esame clinico e viene avvalorata dall’esame colturale di un campione di materiale purulento prelevato dalla base dell’ulcera con un tampone cutaneo. Dalla lesione iniziale di solito si coltiva lo streptococco, mentre successivamente è più facile che si rilevi una flora batterica mista.
L’ectima deve essere distinto da altri tipi di ulcere infettive o non infettive che possono interessare gli arti inferiori quali
L’ectima gangrenoso è un’entità distinta, ovvero un’ulcera cutanea causata da Pseudomonas aeruginosa; assomiglia all’ectima ma, a differenza di quest’ultimo, la lesione è caratterizzata da zone di tessuto necrotico (ovvero tessuto morto).
Cura
La terapia più efficace è quella a base di antibiotici per via orale della classe delle penicilline o cefalosporine, che deve essere protratta per diverse settimane poiché il processo di guarigione è lento. Per la detersione dell’ulcera, quando essudante e ricoperta da pus, si possono utilizzare soluzioni disinfettanti a base di iodio povidone o nitrato d’argento.
Una volta che l’ulcera è invece asciutta e coperta da crosta la guarigione è spontanea, bisogna però ricordare al paziente di non rimuovere la crosta per evitare di allungare il processo di guarigione.
Prevenzione
La prevenzione consiste unicamente nell’evitare i fattori di rischio, ovvero che i traumi o la scarsa igiene possano favorire l’ingresso dei germi nella cute.
Fonti e bibliografia
- Braun-Falco O., Plewing G., Wolff H.H., Burgdorf W.H.C. Dermatologia. Edizione italiana a cura di Carlo Gelmetti. Sprienger – Verlag Italia 2002.
- Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.
Autore
Dr.ssa Giulia Ciccarese
Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e VenereologiaIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Lecce n. 7520, specialista in Dermatologia e Venereologia;