Introduzione
L’acatisia è un disturbo psicomotorio che si manifesta con una forte irrequietezza, ovvero con l’incapacità di stare fermi anche solo se per brevissimi istanti; si manifesta tipicamente in forma di una necessità impellente di muovere le gambe accavallandole, dondolandole, portandole su e giù dalla posizione seduta o camminando di continuo durante la stazione eretta.
L’acatisia è una malattia grave e spesso anche dolorosa e può presentarsi, nella stragrande maggioranza dei casi (90%), come effetto collaterale di alcuni tipi di terapie farmacologiche (la più comune forma di acatisia è quella indotta da neurolettici); viene in questo caso definita acatisia iatrogena, poiché causata dai trattamenti clinici di altre patologie che comportano l’assunzione di specifici medicinali, ma può essere anche causata da alcune altre patologie primarie a carattere neurologico o psichiatrico.
Il trattamento specifico per l’acatisia è a carattere prettamente farmacologico oppure, quando possibile, ricorrendo ad un diverso bilanciamento dei medicinali responsabili del disturbo.
Causa
La causa dell’acatisia può essere ricondotta nella maggior parte dei casi all’utilizzo di alcune terapie farmacologiche che producono il disturbo motorio, comportando una considerevole diminuzione dei livelli di produzione di dopamina ed un contemporaneo aumento di quelli di serotonina. Tali medicinali possono essere:
- Antidepressivi che aumentano i livelli di serotonina (SSRI, antidepressivi triciclici),
- Antagonisti della dopamina (alfa-metiltirosina, reserpina, tetrabenazina),
- Antinausea usati della terapia del vomito i quali agiscono inibendo i recettori D2 della dopamina (metoclopramide, domperidone),
- Calcio-antagonisti (diltiazem e farmaci che possiedono anche azione antistaminica come cinnarizina e flunarizina, utilizzati come antiemetici e antivertiginosi),
- Anticonvulsivanti (carbamazepina e etosuccimide),
- Ansiolitici (buspirone, che diminuisce i livelli di dopamina e aumenta quelli di serotonina),
- Antistaminici (cetirizina, difenidramina),
- Oppioidi che aumentano i livelli di serotonina (tramadolo)
La maggior parte dei casi di acatisia sono causati da neurolettici e dunque spesso associati a malattie quali:
Cause meno comuni sono rappresentate da alcuni disturbi ansiosi o neurologici che si manifestano con un’iperattività degli arti inferiori, oppure può essere presente contestualmente alla sindrome di Wittmaack-Ekbom (più comunemente detta sindrome delle gambe senza riposo) anch’essa caratterizzata da squilibri dopaminergici.
È relativamente comune nei pazienti parkinsoniani, sia come conseguenza iatrogena dei medicinali prescritti per il trattamento della sindrome, sia come conseguenza della sindrome stessa che comporta a livello muscolare rigidità, tremori, bradicinesia (un rallentamento dei movimenti volontari) e discinesia (movimenti involontari ipercinetici o ipocinetici della muscolatura).
La medesima ambivalenza che vede l’acatisia sia come conseguenza dei medicinali assunti che come sintomatologia della patologia primaria riguarda anche le sindromi psicotiche, dove tendenzialmente è causata dai medicinali somministrati per il trattamento, oppure come come manifestazione diretta della psicosi stessa (prende il nome di pseudo-acatisia).
L’acatisia può infine essere espressa anche durante le crisi d’astinenza da nicotina, cocaina, barbiturici ed oppiacei, presentandosi tendenzialmente entro due settimane dalla sospensione e perdurare fino a circa sei settimane
Sintomi
Le manifestazioni di acatisia si presentano con l’impossibilità del paziente di restare fermo, sia in posizione eretta, tendendo a girovagare per la stanza, sia quando è seduto muovendo ripetutamente le gambe (i muscoli più soggetti all’iperattività sono quelli degli arti inferiori).
In alcuni casi la sintomatologia si presenta durante le ore notturne, prendendo il nome di acatisia notturna.
Il soggetto che ne soffre può presentare atteggiamenti che manifestano irrequietezza in molteplici modi:
- Camminare nella stanza anche in spazi molto piccoli, facendo avanti e indietro o anche mettendosi a correre, modificando frequentemente il ritmo del passo,
- Quando è disteso, muovendo braccia e gambe di continuo con movimenti più o meno ampi,
- Quando è seduto, alzandosi e rimettendosi seduto ripetutamente, oppure accavallando, dondolando o sollevando le gambe, portandole in su e in giù senza tregua,
- Muovere le braccia mettendole conserte e distendendole lungo il corpo, dondolandole o piegandole in maniera caotica e ripetuta,
- Assunzione di una postura scorretta,
- Tentare ripetutamente la torsione del bacino,
- Muovere sistematicamente il collo ed il capo
L’acatisia solitamente si manifesta entro pochi giorni dall’assunzione del farmaco che la induce: durante le prime settimane di permanenza del sintomo è considerata acuta, per poi essere considerata cronica in seguito ad una persistenza protratta per diversi mesi.
Nel corso del tempo la sintomatologia può regredire autonomamente o peggiorare andando a coinvolgere sempre più parti del corpo.
Diagnosi
Quando si manifesta un’acatisia iatrogena solitamente la diagnosi è già certa e legata al trattamento della patologia primaria, che comporta la disregolazione muscolare. La visita medica è volta a stabilire l’eventualità di una degenerazione farmacologica che può provocare effetti collaterali nel paziente, come appunto l’acatisia.
La diagnosi differenziale deve essere effettuata con:
- Agitazione psicomotoria, che può essere stabilita mediante l’accurata indagine anamnestica,
- Restless legs syndrome (sindrome delle gambe senza riposo), che si manifesta tipicamente al momento dell’addormentamento o quando il paziente è seduto in posizione rilassata, ed è alleviata dal movimento.
Altre patologie psicologiche possono essere discriminate o segnalate al momento della diagnosi:
- Ansia
- Altri tipi di agitazione indotta da farmaci
- Tic o sindrome di Tourette
Spesso l’acatisia tende ad essere sotto-diagnosticata, ma è invece importante che venga effettuata una corretta anamnesi e che il medico ne riconosca la presenza, al fine di affrontare il disturbo in termini di alterazione dei regimi terapeutici che l’hanno indotta onde alleviare al paziente ulteriori disagi, riducendo la morbilità medica e psichiatrica.
Cura
L’acatisia può essere trattata a livello farmacologico, o, qualora sia possibile, tramite la sospensione, la riduzione del dosaggio o la sostituzione dei farmaci che ne sono causa
Può essere d’aiuto una terapia fisioterapica ripetuta nel tempo, mentre il trattamento farmacologico si avvale invece dei seguenti medicinali:
- Anticolinergici
- Beta-bloccanti (propanololo)
- Benzodiazepine
- Oppioidi diversi dal tramadolo.
Alcuni pazienti sembrano rispondere ad una dieta volta all’aumento delle quantità di vitamina B6, presente soprattutto nelle carni e nei cereali integrali.
Fonti e bibliografia
- Blaisdell, G. D. (1994). Akathisia: a comprehensive review and treatment summary. Pharmacopsychiatry, 27(04), 139-146.
- Sachdev, P. (1995). The development of the concept of akathisia: a historical overview. Schizophrenia research, 16(1), 33-45.
- Lohr, J., Eidt, C., Abdulrazzaq Alfaraj, A., & Soliman, M. (2015). The clinical challenges of akathisia. CNS Spectrums, 20(S1), 1-16.
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.