Cardioversione elettrica e farmacologica: usi e rischi

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Che cos’è la cardioversione?

Per cardioversione s’intende una tecnica che permette di ripristinare il corretto ritmo cardiaco, qualora questo si alteri per vari motivi.

Cenni di anatomia del cuore

Il cuore è costituito da due atri e due ventricoli (destri e sinistri) costituiti da un muscolo che si chiama miocardio. Normalmente, il sangue passa dagli atri ai ventricoli e da questi ai grandi vasi (aorta a sinistra e arteria polmonare a destra): è fondamentale che la contrazione degli atri e dei ventricoli sia regolare per permettere un circolo sanguigno ottimale.

Rappresentazione schematica del cuore

Cuore(http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Diagram_of_the_human_heart_%28cropped%29-it.png)

Il miocardio si contrae grazie ad impulsi elettrici che vengono generati ritmicamente a livello di un punto molto vicino all’atrio destro chiamato nodo seno-atriale, da qui il segnale elettrico si propaga ai ventricoli attraverso particolari fasci di tessuto in grado di condurre rapidamente l’impulso elettrico.

In alcune patologie del cuore, come le aritmie, l’impulso elettrico non origina a livello del nodo seno-atriale ma in altri punti, per esempio a livello ventricolare: questo causa una irregolarità nel battito cardiaco.

Quando si usa la cardioversione?

Nella maggior parte dei casi le patologie cardiache che richiedono cardioversione sono aritmie ed in particolare:

Tipi di cardioversione

Esistono due principali tipi di cardioversione:

  • Elettrica: è la più comune e si basa sul principio della resincronizzazione cardiaca secondo cui un flusso di elettricità attraverso il cuore “azzera” le cariche elettriche, cosicché il nodo seno-atriale possa ricominciare a battere con un ritmo regolare. A sua volta la cardioversione elettrica si può distinguere in:
    • Cardioversione esterna, mediante piastre collegate a un defibrillatore esterno ed applicate sulla parete toracica.
    • Cardioversione interna, tramite l’utilizzo di un defibrillatore impiantabile: questa tecnica è utilizzata soprattutto in caso di malattie congenite del miocardio
  • Farmacologica: attraverso la somministrazione di farmaci come l’amiodarone si può ottenere un ripristino del normale ritmo cardiaco

Non ci sono studi che dimostrino la maggior efficacia della cardioversione elettrica rispetto a quella farmacologica, ma nella pratica clinica, se il paziente è in condizioni gravi, il primo step prevede l’utilizzo della cardioversione elettrica. Se il paziente è in condizioni buone, sarà il medico a proporre una delle due tecniche, sulla base del quadro clinico generale,  anche se generalmente si tenta sempra la cardioversione elettrica quando possibile.

Cardioversione elettrica

Preparazione all’intervento

Nella maggior parte dei casi è necessario eseguire degli esami ematochimici per valutare lo stato di salute generale, mentre sono in genere già disponibili gli esiti di esami specialistici come elettrocardiogramma ed ecocardiogramma (usati per giungere ad una diagnosi).

Gli esiti degli esami ematochimici e dell’elettrocardiogramma verranno visionati dallo specialista cardiologo e dall’anestesista prima della procedura.

Nel giorno della cardioversione è necessario rimanere a digiuno.

È importante avvisare il personale sanitario circa l’eventuale terapia antiaggregante e/o anticoagulante in atto.

Anestesia

La cardioversione richiede la sedazione del paziente, anche se generalmente non si verrà intubati come durante gli interventi chirurgici.

La durata della procedura è di circa 15 minuti.

Come avviene la cardioversione

 

Cardioversione elettrica

By BruceBlaus. When using this image in external sources it can be cited as:Blausen.com staff (2014). “Medical gallery of Blausen Medical 2014”. WikiJournal of Medicine 1 (2). DOI:10.15347/wjm/2014.010. ISSN 2002-4436. – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31574268

  1. Il paziente viene collegato ad un monitor che controlla costantemente i valori di pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, l’elettrocardiogramma e la frequenza respiratoria.
  2. Successivamente vengono applicate due piastre (elettrodi), generalmente una a livello pettorale e una a livello del fianco sinistro.
  3. Verrà applicata una scarica elettrica di intensità diversa a seconda della patologia, della durata di pochi secondi.
  4. Dopo 5-10 minuti il paziente viene risvegliato e si manterrà il monitoraggio del cuore per qualche ora.

Dopo la cardioversione

Il paziente viene costantemente monitorato per alcune ore a seguito della procedura e, a seconda delle condizioni cliniche del paziente, si potrebbe essere dimessi lo stesso giorno.

È raccomandabile non guidare veicoli per almeno 24 ore, in quanto potrebbe ancora manifestarsi l’effetto dei farmaci sedativi.

Verrà inoltre prescritta una terapia al domicilio, a seconda del motivo della cardioversione, e verrà fissato un appuntamento per valutare le condizioni cliniche a distanza di qualche giorno o qualche settimana.

Efficacia della cardioversione

Non esistono dati certi in letteratura, ma l’efficacia dipende da fattori quali:

  • tipo di aritmia
  • presenza di patologie cardiache e/o di altro tipo
  • durata dell’aritmia.

Il tasso di successo è vicino al 100% per i flutter atriali mentre è intorno al 75% per la fibrillazione atriale.

Rischi ed effetti collaterali

Si possono manifestare effetti collaterali di entità variabile, fino a complicanze che pongono a rischio di vita (queste ultime molto rare e prontamente riconosciute dal personale medico).

Le complicanze più frequenti sono

  • Reazioni cutanee legate al passaggio di corrente elettrica in sede di applicazione delle piastre: potrebbe essere necessaria l’applicazione di creme lenitive per qualche giorno.
  • Ipotensione (abbassamento della pressione) in seguito alla procedura
  • Alterazione dell’elettrocardiogramma nelle prime ore dalla procedura

Le complicanze più gravi, sebbene rare, sono:

  • Comparsa di aritmie post-cardioversione
  • Episodi di tromboembolia: è una evenienza rara perché quando l’aritmia è presente da molto tempo viene consigliata una terapia anticoagulante o una ecografia transesofagea per escludere la presenza di trombi a livello degli atri.

Quando chiamare il medico

Una volta dimessi al domicilio, è necessario essere assistiti da un familiare che verrà istruito circa il riconoscimento di specifici sintomi che, se presenti, devono essere prontamente segnalati ad un medico. Tra questi si ricordano:

Fonti e bibliografia

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