Introduzione
La sindrome di Kleine-Levin è una malattia rara che colpisce principalmente maschi adolescenti.
I sintomi comprendono ripetuti periodi di sonno eccessivo (che possono arrivare fino a 20 ore al giorno e più); queste fasi si manifestano come episodi reversibili, che in genere durano da pochi giorni a poche settimane e che sembrano essere correlati a un malfunzionamento delle parti del cervello responsabili dell’appetito (ipotalamo) e del sonno (talamo).
Gli episodi spesso iniziano improvvisamente e possono essere accompagnati anche da:
- Sintomi influenzali
- Eccessivo desiderio di cibo (fame insaziabile)
- Irritabilità
- Comportamento infantile
- Disorientamento (il paziente non è sicuro di dove si trovi o di cosa stia accadendo)
- Allucinazioni
- Eccessivo desiderio sessuale.
I pazienti hanno invece un comportamento assolutamente normale tra un episodio e l’altro e potrebbero non ricordare quanto successo durante la fase acuta del disturbo.
Non esiste un trattamento definito per la sindrome; ai familiari dei ragazzi colpiti viene spesso consigliato di tenere attentamente traccia dei sintomi piuttosto che aggredire il disturbo con i farmaci (gli stimolanti, comprese le anfetamine, possono essere prescritte per trattare la sonnolenza, ma allo stesso tempo aumentare l’irritabilità e non migliorare la capacità di pensiero e giudizio).
A causa delle somiglianze tra la sindrome di Kleine-Levin e alcuni disturbi dell’umore sono stati tentati approcci mutuati da queste patologie, come litio e carbamazepina.
Cause

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Le parasonnie sono disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti indesiderati che si verificano durante l’addormentamento, il sonno o al risveglio; la sindrome di Kleine-Levin (KLS), nota anche come “sindrome della bella addormentata”, è una parasonnia rara ma devastante che include
- episodi ricorrenti di ipersonnia (eccessiva durata del riposo notturno e debilitante sonnolenza diurna),
- insieme ad anomalie comportamentali o cognitive, associate ad alimentazione compulsiva e ipersessualità.
Descritta per la prima volta nel 1862, la condizione prende il nome da Willi Kleine e Max Levin che circa 70 anni dopo si sono per primi occupati più a fondo dello studio sistematico di numerosi casi.
Colpisce prevalentemente maschi adolescenti (l’età media dell’insorgenza della malattia è di 15 anni e l’81% dei casi è iniziato durante la seconda decade di vita) con episodi che possono raggiungere la durata di poche settimane ed evolvono poi verso una completa guarigione, priva di sintomi tra un episodio e il successivo (con pause che mediamente durano circa 6 mesi). A causa della sua estrema rarità l’esatta diffusione della sindrome di Kleine-Levin è sconosciuta (secondo una revisione sistematica, tra il 1962 e il 2004 sono stati rilevati 186 casi in tutto il mondo), ma si stima essere circa 1-5 casi per milione di abitanti).
Ad oggi non si conosce la causa dell’insorgenza e sono state ipotizzate numerose possibili ragioni mai confermate:
- disturbi psicologici,
- traumi,
- esposizione a tossine,
- infezioni (EBV, VZV, virus dell’influenza asiatica, enterovirus, vaccino contro il tifo e streptococco),
- disturbi della trasmissione nervosa (anomalie relative ai neurotrasmettitori serotoninergici o dopaminergici),
- disturbi ipotalamici (l’ipotalamo è una porzione del cervello deputata al controllo del sonno),
- autoimmunità.
Tra gli eventi che sono stati descritti come strettamente associati all’insorgenza della sindrome di Kleine-Levin nei pochi casi documentanti figurano anche
- consumo di alcol,
- privazione del sonno,
- trauma cranico,
- sforzo fisico,
- stress insolito,
- viaggi
- e consumo di marijuana .
Sintomi
I pazienti affetti da sindrome di Kleine-Levin presentano ipersonnia ricorrente con esordio improvviso; la durata del sonno durante queste fasi può variare da 12 a 24 ore al giorno ed essere preceduto da un improvviso e opprimente senso di insostenibile sonnolenza (letargia).
Il desiderio di dormire può quindi essere particolarmente intenso e associato a irritabilità e aggressività nel caso qualcosa ostacoli la possibilità di dormire. In seguito il paziente può mostrarsi pentito di eventuali esplosioni d’ira, o addirittura sviluppa una parziale amnesia. Durante il sonno il paziente potrebbe svegliarsi spontaneamente per urinare e mangiare.
Nella maggior parte dei casi l’ipersonnia è accompagnata da anomalie cognitive come
- confusione,
- difficoltà di concentrazione e attenzione,
- disturbi della memoria.
Più raramente sono stati descritti anche difficoltà di linguaggio (tra cui mutismo), disorientamento temporale e percezione alterata.
Circa 3 pazienti su 4 sviluppano anche un disturbo del comportamento alimentare, limitatamente alla durata degli episodi acuti, tipicamente in forma di eccesso di appetito e desiderio di alimentazione compulsiva (megafagia) con preferenza verso i dolci.
Comune anche lo sviluppo di
- uno stato d’animo depressivo, in alcuni casi così severo da condurre alla maturazione di idee suicidarie
- ipersessualità, disturbo psicologico e comportamentale caratterizzato da una necessità patologica e ossessiva di avere rapporti sessuali, più frequente negli uomini che nelle donne.
Possono verificarsi infine comportamenti e azioni compulsive, come canto inappropriato e dondolamento del corpo, ma anche una sensazione di derealizzazione, allucinazioni visive o uditive e paranoia.
Complicazioni
Non sono note complicazioni a lungo termine dovute alla sindrome di Kleine-Levin non trattata, perchè la malattia si risolve spontaneamente da sola; nel complesso ha quindi una prognosi discreta e in genere ha un decorso clinico benigno, che alla fine porta alla risoluzione spontanea dei sintomi (gli episodi tendono a diminuire di intensità e frequenza nel tempo).
La durata mediana della malattia è di
- 10 anni nei pazienti con sindrome di Kleine-Levin senza ipersessualità,
- 21 anni nei pazienti che manifestino ipersessualità.
Si considera guarito il paziente che non manifesta episodi per almeno 6 anni.
Diagnosi
La diagnosi della sindrome di Kleine-Levin può essere difficile, sia perché la sindrome è estremamente rara, sia per il complicato quadro clinico. È una diagnosi di esclusione, che richiede al medico di escludere altri processi patologici in grado di spiegare i sintomi manifestati dal paziente.
I sintomi chiave sono:
- ipersonnolenza,
- iperfagia
- e ipersessualità
che richiedono di valutare cause metaboliche, neurologiche e psichiatriche, tra cui
- vari quadri di depressione,
- disturbo bipolare,
- narcolessia,
- ipersonnia mestruale,
- lesioni cerebrali
- malattia di Lyme,
- epilessia del lobo temporale.
Esami di imaging (come TC e risonanza magnetica) del cervello generalmente mostrano strutture normali, mentre l’elettroencefalogramma può evidenziare alcune anomalie (rallentamento dei ritmi alfa, delta o theta nella maggior parte dei casi).
La polisonnografia conferma semplicemente l’estensione della durata totale dell sonno.
Cura
Non esiste cura per la la sindrome di Kleine-Levin e nessuna singola terapia farmacologica si è dimostrata efficace; gli antidepressivi non hanno prevenuto le ricadute, ma spesso il litio migliora significativamente il comportamento anomalo, riduce la durata degli episodi e la frequenza delle recidive, migliorando anche il recupero dei sintomi.
Fonti e bibliografia
- NIH
- Kleine–Levin syndrome (KLS) – Farhan Shah; Vikas Gupta
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.