Introduzione
Il virus Chikungunya è un microrganismo pressoché sconosciuto in Italia, ma ampiamente diffuso in altri continenti (si sono verificate epidemie nei Paesi di Africa, Asia, America del Sud).

Di CDC – https://www.cdc.gov/chikungunya/geo/index.html, Pubblico dominio, Collegamento
Il termine Chikungunya in lingua africana, significa “ciò che piega” o “contorce” e fu usato per la prima volta durante un’epidemia degli anni ’50 in Tanzania, per descrivere l’impatto dei sintomi articolari causati dalla malattia.
Il virus viene trasmesso alle persone dalle zanzare e i sintomi più comuni di infezione da Chikungunya sono:
- febbre,
- dolore alle articolazioni,
- mal di testa,
- dolore muscolare,
- gonfiore articolare (raro),
- rash.
La più o meno occasionale comparsa del virus in nuove aree, come Europa (Italia, Francia, …) e Stati Uniti, è spesso dovuta all’importazione da parte di viaggiatori di ritorno da Paesi epidemici.
La prognosi è generalmente buona, le complicazioni severe sono rare, ma il dolore articolare può tuttavia persistere per mesi anche a seguito del superamento della fase acuta dell’infezione.
Non esiste ad oggi alcun vaccino per prevenire l’infezione da virus Chikungunya, quindi la strategia preventiva si basa essenzialmente sulla protezione dalle punture di zanzare (repellenti, vestiti lunghi, zanzariere, …).
Cause e trasmissione
L’agente scatenante dell’infezione è il Chikungunya virus (CHIK), appartenente alla famiglia delle Togaviridae (genere Alphavirus).

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Il virus viene trasmesso agli essere umani attraverso punture di zanzara (da noi il vettore è in genere la zanzara tigre); quando la zanzara si alimenta con sangue di una persona infetta, il virus entra nell’insetto dove trova un ambiente ideale alla propria replicazione. Dopo circa 8-10 giorni è in grado di trasmettere il virus ad altri essere umani per il resto della sua vita.
Solo raramente la trasmissione avviene per via verticale durante il parto da madre a figlio, mentre non si conoscono casi di contagio attraverso l’allattamento al seno.
Altrettanto rara, ma teoricamente possibile, è la trasmissione attraverso sangue infetto, per esempio a seguito di trasfusione di sangue o donazione d’organi.
Alcuni autori non escludono la possibilità che si possano verificare contagi interumani anche attraverso vie alternative, per esempio per via aerea, soprattutto alla luce di precedenti impennate nel numero dei casi, difficilmente spiegabili con la sola trasmissione attraverso le zanzare tigre. Si noti tuttavia che questa via di trasmissione del virus Chikungunya non trova attualmente conferma nella letteratura medica.
Sintomi
La maggior parte dei soggetti che viene infettato dal virus Chikungunya ne manifesta i relativi sintomi, che si sviluppano generalmente entro 3-7 giorni dalla puntura di zanzara (tempo di incubazione).
La malattia è generalmente caratterizzata da due fasi distinte:
Durante la prima fase, di durata pari a circa 6-10 giorni, il paziente manifesta
- febbre alta (oltre i 39°),
- cefalea,
- stanchezza severa,
- dolori muscolari,
- severi dolori articolari, in grado di limitare i movimenti (il paziente tende a rimanere immobile per non sentire dolore).
Il dolore si verifica più frequentemente nelle articolazioni periferiche, come
- polsi,
- caviglie,
- articolazioni di mani e piedi,
- spalle,
- gomiti,
- ginocchia.
La febbre si risolve dopo 4 giorni, ma nella seconda fase (di 2-3 giorni di durata) può comparire un rash cutaneo con prurito diffuso su tutto il corpo e, talvolta, la ricomparsa della febbre.
Meno comune, ma possibile, la comparsa di
- congiuntivite
- e sintomi gastrointestinali come nausea e vomito.
In questa fase possono comparire anche manifestazioni neurologiche come le convulsioni, soprattutto nei bimbi più piccoli.
La guarigione avviene in circa una settimana o poco più, ma alcuni pazienti continuano a lamentare dolore alle articolazioni per mesi.
Si ritiene che il contagio permetta l’acquisizione di immunità, impedendo quindi di contrarre nuovamente l’infezione.
Complicazioni
Raramente la malattia evolve in complicazioni gravi o fatali (stimate in meno di un caso su mille), ma il decorso è spesso severo e debilitante per il paziente che ne viene colpito; i soggetti a maggior rischio di complicazioni sono:
- neonati,
- anziani,
- malati cronici (ipertensione, diabete, coronaropatie, …).
Sono descritti talvolta
- miocardite,
- insufficienza cardiaca,
- complicanze emorragiche.
Molto più comune è invece la persistenza del dolore articolare per molti mesi a seguito della guarigione.
Diagnosi
I sintomi dell’infezione da Chikungunya sono in parte simili a quelli della Dengue e della Zika, malattie diffuse dalle stesse zanzare.
La diagnosi avviene spesso in base alla valutazione clinica, ma soprattutto in aree non epidemiche può essere necessario il ricorso a esami del sangue specifici.
Cura e prevenzione
Non esiste alcun vaccino per prevenire l’infezione da virus Chikungunya, né farmaci specifici per abbreviare il decorso della malattia o prevenirne le rare complicazioni; in genere il trattamento consiste nella gestione dei sintomi attraverso:
- riposo,
- abbondante idratazione,
- assunzione di antidolorifici come il paracetamolo (Tachipirina) per la febbre e i dolori (gli antinfiammatori come l’aspirina sono in genere controindicati a causa del rischio di emorragia).
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.