Cos’è il Tribulus terrestris
Il tribolo (Tribulus terrestris) è una pianta nota in fitoterapia perché promossa per
- la cura di alcune patologie legate alla sfera sessuale,
- favorire la performance sportiva.
Diffusa in gran parte del mondo (si trova in Europa, Africa e Asia), è possibile osservarla spesso anche lungo i marciapiedi della città, chiara dimostrazione della sua tendenza infestante; il caratteristico frutto, di natura legnosa con spine lunghe, affilate e resistenti, è in grado di causare lesioni ai piedi, agli pneumatici delle biciclette nonché agli animali al pascolo che dovessero inavvertitamente pestarlo o addirittura consumarlo per bocca.
Foglie e germogli trovano applicazione anche in cucina (Asia orientale).

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A cosa serve l’integratore?
L’estratto di Tribulus terrestris, preparato da foglie e radici, è stato utilizzato come integratore alimentare sin dagli anni ’80, nella convinzione che potesse aumentare i livelli di testosterone sia a scopo sportivo-muscolare che per il benessere sessuale negli uomini.
Prima ancora può tuttavia vantare una lunga tradizione di utilizzo nella medicina popolare come afrodisiaco, tonico generale e stimolante dell’umore.
Sebbene le prove di efficacia siano ad oggi tutt’altro che convincenti, la buona tollerabilità dell’integratore consente di provarne gli effetti con ragionevole tranquillità, ma si raccomanda grande cautela nella scelta della marca; purtroppo, soprattutto quando si parla di integratori commercializzati con la promessa di un aumento del testosterone e/o per il trattamento dell’impotenza maschile, non è raro imbattersi in formulazioni contenenti principi attivi non dichiarati in etichetta e quindi potenzialmente pericolosi per l’utilizzatore.
Benefici e proprietà: funziona davvero?
Erezione
Ad oggi purtroppo nessun rimedio fitoterapico si è dimostrato realmente efficace nel trattamento della disfunzione erettile, quantomeno in confronto ai farmaci più noti (inibitori della 5-fosfodiesterasi come il sildenafil), con la possibile eccezione dell’arginina, seppure con efficacia limitata; purtroppo anche per quanto riguarda il Tribulus terrestris la letteratura scientifica è piuttosto povera di studi solidi che possano aiutare a fare luce sugli effetti inerenti la sfera sessuale.
Uno studio randomizzato del 2017 condotto su 86 uomini con difficoltà di erezione da lieve a moderata ha rilevato un miglioramento significativo della funzione sessuale dopo un trattamento di 12 settimane con un integratore commerciale, mentre ad esempio in una precedente ricerca (2014) non si era dimostrato più efficace del placebo (e questo dualismo di risultati tra ricerche commerciali e studi indipendenti si osserva anche con altri lavori di ricerca).
Aumento del testosterone e della performance
Una revisione sistematica della letteratura disponibile al 2014 ha rilevato una scarsa disponibilità di studi rigorosi che potessero permettere di trarre conclusioni certe; un numero limitato di studi sugli animali ha mostrato un aumento significativo dei livelli sierici di testosterone dopo la somministrazione di Tribulus terrestris, tuttavia nell’essere umano l’effetto è stato osservato solo quando somministrato in combinazione di altri principi attivi.
Le (poche) prove ad oggi disponibili suggeriscono quindi che l’estratto non sia efficace nell’incrementare la concentrazione in circolo dell’ormone maschile ed è quindi possibile che l’eventuale effetto sull’erezione possa in realtà essere conseguenza del rilascio di ossido nitrico (che ha funzione vasodilatatrice).
Aumento del desiderio e altri utilizzi nella donna
Il Tribulus è stato proposto anche, sulla scia dell’utilizzo tradizionale, per il trattamento nella donna del disturbo ipoattivo del desiderio sessuale, oltre che per trovare sollievo dai sintomi della menopausa, la sindrome premestruale e l’infertilità.
Anche in questo frangente non esistono prove solide di efficacia.
Effetti collaterali
Il consumo della pianta tal quale può causare gravi lesioni al fegato negli animali al pascolo (si ritiene che il componente tossico della pianta sia la sapogenina steroidea che forma cristalli nei dotti biliari e nei tubuli renali nelle pecore che si nutrono delle sue foglie), mentre non esistono ad oggi prove convincenti di un danno epatico clinicamente evidente nell’uomo, almeno nelle dosi tipiche degli integratori commerciali.
Il Tribulus è generalmente ben tollerato e tra i possibili effetti indesiderati si segnalano disturbi lievi come nausea, diarrea, crampi e difficoltà digestive (dispepsia).
Controindicazioni
L’utilizzo del Tribulus terrestris è generalmente controindicato in gravidanza e allattamento.
A scopo precauzionale si suggerisce di interromperne l’utilizzo almeno due settimane prima di un intervento chirurgico, per il possibile effetto su pressione del sangue e glicemia.
Si raccomanda grande cautela in caso di assunzione di
- litio,
- medicinali antidiabetici,
- farmaci antipertensivi (per la pressione alta).
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.