Introduzione
Il Tamarindo (Tamarindus Indica L.) è un albero da frutto tropicale, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose), originario di India e Africa orientale. Il nome deriva da una parola araba che significa “dattero indiano”, per via della somiglianza con il comune dattero (polpa marrone e semi duri).
Ricco di vitamine e minerali, possiede una spiccata azione antiossidante, grazie alla presenza di acido tartarico.
La polpa è ricca di mucillagini, acidi organici (citrico, malico, succinico, tartarico) e pectine e per questo spesso utilizzata per l’azione lassativa. Con la polpa si ottiene una marmellata utilizzata come regolatore intestinale, ma nei Paesi di origine è consumato anche e soprattutto come frutto.
A cosa serve?
Il Tamarindo è utilizzato nella medicina tradizionale di molti paesi quali India, Africa, Pakistan, Bangladesh, Nigeria, e paesi tropicali in generale per molteplici scopi:
- dolori addominali,
- diarrea e dissenteria,
- infezioni fungine,
- cura delle ferite,
- malaria,
- febbre,
- costipazione,
- gonorrea,
- disturbi oculari.
In virtù della ricchezza di sostanze attive (minerali, vitamine, acidi organici, pectine, amminoacidi, acidi grassi polinsaturi) è stato oggetto di studio come potenziale sostegno per l’attività antidiabetica, antimicrobica, antiossidante, antimalarica ed epatoprotettiva -solo per citarne alcune. Si tratta di studi preliminari – alcuni solo in vitro – ma promettenti per le possibili applicazioni terapeutiche.
Ad oggi l’unico effetto clinico realmente dimostrato è quello sulla sindrome dell’occhio secco (un polisaccaride contenuto nel seme trova impiego nella formulazione di un collirio commerciale).
Curioso invece notare come l’effetto lassativo, azione per cui il tamarindo è più noto, non trova alcun riscontro in letteratura, nonostante l’uso tradizionale radicato in numerose culture; a titolo di curiosità segnaliamo inoltre che anche la nota Tamarine®, marmellata lassativa in vendita in Italia, lo elenca tra gli eccipienti e non tra i principi attivi (che sono invece Cassia Angustifolia e Cassia Fistula).
Effetti collaterali
Privo di effetti indesiderati quando consumato dal punto di vista alimentare, non esiste purtroppo un’adeguata letteratura in grado di delineare la tollerabilità in forma di integratore/estratto.
Interazioni
Il tamarindo può interferire con l’assunzione di alcuni farmaci: in caso di terapia con aspirina, per esempio, si tenga presente che il tamarindo ne aumenta la biodisponibilità e quindi l’effetto.
Cautela è richiesta anche nel caso di assunzione di farmaci antidiabetici e ibuprofene.
In caso di terapia farmacologica in atto, di qualsiasi tipo, si raccomanda di consultare il proprio medico curante e informarlo sugli ingredienti del prodotto in esame prima di assumerlo.
Fonti e bibliografia
- Pharmacogn Rev. 2011 Jan;5(9):73-81. Tamarindus indica: Extent of explored potential. Bhadoriya SS, Ganeshpurkar A, Narwaria J, Rai G, Jain AP.
- Istituto di Botanica dell’Università di Catania – Le piante officinali – P.Pavone
Autore
Dr.ssa Sonja Bellomi
Laureata in Chimica e Tecnologia FarmaceuticaLaureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, con Dottorato di Ricerca in Scienza delle Sostanze Bioattive