Glutammina: a cosa serve e quando assumerla

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Introduzione

La glutammina è un aminoacido e fa parte dei 20 amminoacidi ordinari, normalmente presenti nella dieta. NON è considerata essenziale, ovvero non è in teoria necessario assumerla da fonti alimentari perché il nostro organismo è in grado di produrla autonomamente grazie all’azione della glutammina sintetasi, un enzima che coordina la sintesi di glutammina a partire da

  • glutammato,
  • ammoniaca
  • ed ATP.

Il tessuto più rilevante in termini di produzione della glutammina è il muscolo (90% di tutta la glutammina sintetizzata), ma viene rilasciata in piccole quantità anche dai polmoni e dal cervello. Sebbene il fegato sia in grado di sintetizzarla, il suo ruolo nel metabolismo della glutammina è più regolatorio che produttivo, in particolare ricevendo le grandi quantità in arrivo dall’intestino.

Poiché tuttavia le richieste dell’organismo possono risultare particolarmente rilevanti, è considerata condizionatamente essenziale, potrebbero cioè verificarsi condizioni in cui la richiesta potrebbe superare la quantità che potrebbe essere effettivamente prodotta.

È l’amminoacido più abbondante nei muscoli, nel sangue e nel pool di aminoacidi liberi di riserva.

Oltre a rappresentare un mattone indispensabile per la sintesi proteica, la glutammina è una molecola chiave per il metabolismo e per la produzione di energia, fornendo azoto per molte reazioni biochimiche critiche. È inoltre uno dei pochi amminoacidi in grado di attraversare direttamente la barriera emato-encefalica, una sorta di filtro che protegge il flusso sanguigno diretto al sistema nervoso centrale.

Dove si trova

Le fonti alimentari di glutammina comprendono principalmente alimenti ricchi di proteine come

  • carne (manzo, pollo, …)
  • pesce,
  • latticini,
  • uova,
  • legumi,
  • cereali,
  • ed anche ortaggi come barbabietole, cavoli, spinaci, carote, prezzemolo, cavoletti di Bruxelles, sedano, cavolo.

Integratore di glutamina, a cosa serve?

Descritta come “l’amminoacido più abbondante e versatile nel corpo”, tanto da vantare “un tasso di consumo di glutammina da parte delle cellule immunitarie simile o superiore a quello del glucosio”, non dovrebbe stupire l’interesse della ricerca verso questa sostanza; spesso consigliata per migliorare le prestazioni atletiche, ad oggi in realtà non sussistono sufficienti evidenze a dimostrarne l’efficacia in questo campo, mentre trova applicazione in contesti più specifici.

La glutammina fa ad esempio spesso parte di protocolli di integrazione nutrizionale clinica e/o raccomandata per gli individui immunosoppressi o per pazienti in condizioni di forte stress:

  • malati  critici,
  • sepsi,

dove vi sia il rischio di di perdita di massa muscolare, ma non solo, perché in quasi tutte le cellule dell’organismo l’aminoacido viene ad essere utilizzato anche come substrato per la sintesi di nucleotidi (i mattoni costitutivi di DNA e RNA), NADPH, antiossidanti e altre molecole necessarie in altre vie biosintetiche coinvolte nel mantenimento dell’integrità e della funzione cellulare.

Quando assumerla

Ad oggi viene utilizzata negli Stati Uniti per il trattamento dell’anemia falciforme e le evidenze più interessanti riguardano pazienti

  • gravemente ustionati,
  • soggetti a gravi traumi fisici e post-chirurgia
  • HIV-sieropositivi.

Esistono invece dubbi maggiori nelle situazioni di più comune utilizzo, come ad esempio:

E prima di dormire?

Talvolta consigliata prima di andare a dormire per favorire il riposo notturno (anche in considerazione di un supposto effetto volto a favorire un aumento del GH notturno), ad oggi non esistono evidenze che supportino questo tipo di assunzione; potrebbe in teoria avere senso per supportare i meccanismi di riparazione muscolare, ma si tratta di un’argomentazione probabilmente un po’ stiracchiata

Controindicazioni, rischi e interazioni

Se un normale consumo alimentare è ovviamente sicuro, anche negli studi condotti su possibili protocolli di integrazione la glutammina non ha fatto emergere significativi effetti collaterali. Molti pazienti con gravi malattie cataboliche, come infezioni, malattie intestinali e ustioni hanno assunto l’amminoacido come parte della cura senza sviluppare tossicità. Sono stati raggiunti dosaggi molto elevati (14 g/die) senza riscontrare disturbi.

Una maggior cautela è necessaria in caso di somministrazioni croniche ad altissime dosi, che potrebbero comportare effetti indesiderati imprevisti.

Glutammina e tumori

Sebbene la glutammina non abbia alcun effetto diretto sulla proliferazione delle cellule tumorali, è possibile che l’integrazione possa essere controindicata in alcuni tipi di cancro.

Fonti e bibliografia

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