Yogurt e gonfiore addominale: secondo te fa bene o fa male?

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Molte persone associano l’idea di yogurt a un alimento “leggero” e benefico per la digestione, tanto da considerarlo spesso una scelta ideale per chi ha lo stomaco sensibile.

Eppure non è raro che qualcuno lamenti invece gonfiore addominale, tensione e meteorismo dopo aver consumato yogurt.

Ma perché succede? E vale per tutti?

Lo yogurt, in generale, è considerato a buon titolo un alimento salutare, ricco di proteine e calcio e, nel caso degli yogurt con fermenti vivi, anche fonte di probiotici (come Lactobacillus e Bifidobacterium), che possono aiutare l’equilibrio della flora intestinale.

Il suo (eventuale) effetto sul gonfiore dipende quindi da diversi fattori più soggettivi.

Intolleranza al lattosio

È la causa più comune del gonfiore dopo l’assunzione di yogurt.

Il lattosio è uno zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, che viene digerito da un enzima chiamato lattasi.

  • In chi ha deficit di lattasi (intolleranza al lattosio) questo zucchero non può essere assorbito correttamente nell’intestino tenue e raggiunge il colon, dove viene fermentato dalla flora batterica, producendo gas (idrogeno, metano, CO₂) e richiamando acqua.
  • Questo può provocare gonfiore, meteorismo, borborigmi e in certi casi diarrea per effetto osmotico.

Nota importante: lo yogurt contiene meno lattosio rispetto al latte, perché parte è “pre-digerito” dai batteri fermentanti, ma nei soggetti più sensibili può comunque innescare sintomi, specialmente se consumato in grandi quantità o se si tratta di yogurt zuccherati o con panna.

Effetto fermentativo dei probiotici

Cucchiaio colmo di yogurt

Shutterstock/2613150711

Alcune persone, soprattutto quelle con sindrome dell’intestino irritabile (IBS), possono essere particolarmente sensibili a determinati ceppi batterici presenti negli yogurt.

  • Alcuni studi indicano che l’introduzione rapida di probiotici può alterare temporaneamente la flora intestinale, con un aumento della produzione di gas.
  • Si tratta in genere di un effetto transitorio, ma può essere percepito come fastidioso da chi ha già problemi di gonfiore.

Yogurt e FODMAPs

Lo yogurt (soprattutto quello tradizionale) contiene lattosio, che è un FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols), ovvero una categoria di carboidrati a fermentazione rapida che possono provocare gonfiore nei soggetti sensibili.

  • La dieta a basso contenuto di FODMAPs è una strategia clinica ben validata per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile.
  • In questo contesto, lo yogurt tradizionale è spesso escluso o sostituito con alternative a basso contenuto di lattosio.

Yogurt industriali e additivi

Molti yogurt in commercio, soprattutto quelli aromatizzati o “light”, contengono:

  • Zuccheri aggiunti
  • Dolcificanti artificiali (come sorbitolo, xilitolo)
  • Addensanti e gomme vegetali

Alcuni di questi composti, in particolare i polioli (sorbitolo, mannitolo), sono anch’essi FODMAPs e possono peggiorare il gonfiore in soggetti predisposti.

Cosa fare in pratica?

Se sviluppi gonfiore dopo aver mangiato yogurt, considera queste strategie:

  • Prova uno yogurt senza lattosio: esistono ormai molte opzioni in commercio, ottenute con aggiunta dell’enzima lattasi.
  • Scegli yogurt naturali, senza zuccheri o additivi: meglio yogurt bianco intero o greco semplice.
  • Valuta uno yogurt vegetale: per esempio di soia, ma opta per formulazioni senza zuccheri aggiunti e possibilmente arricchito di calcio.
  • Fai attenzione alle porzioni: anche gli alimenti sani possono dare problemi se consumati in eccesso.

Quando è il caso di parlarne con un medico?

Se il gonfiore è frequente, associato a dolore, diarrea, stitichezza o calo di peso, non va sottovalutato. Potrebbe essere il segnale di:

  • Intolleranza al lattosio
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Malassorbimento
  • Celiachia
  • Disbiosi o patologie infiammatorie intestinali

In questi casi, è utile un inquadramento clinico completo, eventualmente con test per l’intolleranza al lattosio (breath test), esami delle feci o valutazioni endoscopiche.

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