Le tisane diuretiche sono tra i rimedi naturali più usati per ridurre la ritenzione idrica, combattere il gonfiore e favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
Ma quante di queste piante hanno una reale efficacia documentata?
E quali sono i rischi associati a un uso improprio?
Cosa significa “effetto diuretico”?
Un principio attivo è definito “diuretico” quando:
- aumenta la produzione di urina (diuresi) da parte dei reni;
- favorisce l’eliminazione di sodio e acqua dal corpo
possibilmente senza causare squilibri pericolosi negli elettroliti (es. potassio).
Le piante diuretiche possono agire tramite diversi meccanismi:
- vasodilatazione renale,
- inibizione del riassorbimento tubulare di sodio,
- azione osmotica,
- oppure effetto secondario da flavonoidi o saponine.
Le principali piante diuretiche con efficacia documentata
1. Ortosiphon (Ortosiphon stamineus, detto anche “tè di Giava”)
Tra le piante con reale effetto diuretico, l’Ortosiphon stamineus, noto anche come “tè di Giava”, è una delle più studiate.
I suoi principi attivi principali, come i flavonoidi e la sinensetina, favoriscono l’aumento del filtrato renale e ostacolano il riassorbimento del sodio a livello dei tubuli renali, determinando un incremento dell’escrezione urinaria.
Studi clinici condotti su pazienti con ipertensione lieve o sindrome metabolica hanno dimostrato che l’ortosiphon può avere un effetto diuretico comparabile, in termini di efficacia, ad alcuni diuretici leggeri, ma con un profilo di tollerabilità decisamente migliore.
2. Tarassaco (Taraxacum officinale)
Un’altra pianta interessante è il tarassaco (Taraxacum officinale). Ben nota nella tradizione popolare per le sue proprietà depurative, ha mostrato in alcuni studi preliminari un effetto diuretico reale.
In particolare, una ricerca condotta su volontari sani ha evidenziato un aumento della produzione di urina nelle cinque ore successive all’assunzione dell’estratto delle foglie. Questo effetto sembra essere dovuto sia alla presenza di principi amari, che stimolano indirettamente l’attività renale, sia all’elevato contenuto di potassio, che agisce come diuretico osmotico.
Gli studi disponibili sono comunque ancora limitati nel numero e nella durata.
Per approfondire: Tarassaco
3. Betulla (Betula pendula o Betula pubescens)
Anche la betulla (Betula pendula o Betula pubescens) è tradizionalmente usata per favorire la diuresi, e alcuni dati scientifici iniziano a supportare questa indicazione.
Le foglie di betulla contengono flavonoidi e triterpeni che sembrano aumentare il flusso urinario, probabilmente migliorando la perfusione renale.
Alcuni studi clinici, seppur piccoli, hanno confermato un modesto ma significativo effetto diuretico, senza alterazioni importanti negli elettroliti.
4. Equiseto (Equisetum arvense)
Tra le piante più note per le sue proprietà drenanti troviamo anche l’Equisetum arvense, ovvero l’equiseto, noto anche come “coda cavallina”.
Il suo contenuto in sali minerali e silice, oltre a un possibile effetto sul riassorbimento tubulare, può determinare un aumento della diuresi.
Un piccolo trial clinico ha persino confrontato l’equiseto con un diuretico tiazidico (idroclorotiazide), osservando risultati simili nel breve termine, anche se con meccanismi probabilmente differenti.
Si noti tuttavia che l’equiseto contiene anche alcaloidi potenzialmente tossici (tra cui la tiaminasi), e per questo è consigliabile limitarne l’uso a brevi periodi.
5. Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi)
Infine, l’uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) è spesso inclusa nelle tisane diuretiche, ma il suo effetto principale è quello antisettico urinario, grazie alla presenza di arbutina.
L’aumento della diuresi osservato in alcuni casi sembra essere più che altro secondario a questa attività antibatterica, che favorisce la pulizia delle vie urinarie. Viene spesso utilizzata in combinazione con altre piante in tisane depurative o contro le infezioni urinarie lievi (cistite).
Piante con effetto diuretico debole o solo aneddotico
Alcune tisane sono pubblicizzate come “diuretiche” ma non esiste alcuna evidenza scientifica solida a supporto di un vero effetto:
- Finocchio
- Carciofo
- Melissa
- Malva
- Tè verde (lieve effetto stimolante per la caffeina, ma non un vero diuretico)
Attenzione agli effetti collaterali
Sebbene le tisane diuretiche siano spesso considerate “naturali e innocue”, possono causare problemi seri se usate in modo scorretto:
- Squilibri elettrolitici, soprattutto ipopotassiemia;
- Pressione bassa da perdita eccessiva di liquidi;
- Interazioni farmacologiche (es. con farmaci antipertensivi, diuretici tiazidici o FANS);
- Sovraccarico renale in soggetti con funzione renale già compromessa.
Chi dovrebbe evitarle
- Pazienti con insufficienza renale cronica;
- Persone in terapia con diuretici di sintesi o ACE-inibitori;
- Anziani fragili, per rischio disidratazione;
- Donne in gravidanza e allattamento (salvo indicazione medica esplicita).
Come usare le tisane diuretiche in modo sicuro
- Limitare l’uso a pochi giorni (5-7) se non indicato da un medico.
- Assicurarsi di bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno.
- Non usare per dimagrire: l’effetto è solo sulla perdita di liquidi, non di grasso.
- Non associare più piante diuretiche insieme senza una reale indicazione.
- Consultare sempre un medico in caso di edema, ipertensione o disturbi renali.
Per approfondire: Tisane per dimagrire