Guerra nucleare: effetti e rischi sulla salute di una bomba atomica

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Cos’è un’esplosione nucleare?

Un’esplosione nucleare, prodotta ad esempio da una bomba nucleare, consiste sostanzialmente nella liberazione di un’enorme quantità di energia in seguito ad una reazione a catena che coinvolge scissione ed unione di atomi: il risultato consiste in una drammatica ondata di calore, di luce, di pressione dell’aria e  di radiazioni.

Le bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, alla fine della seconda guerra mondiale hanno prodotto esplosioni nucleari.

Quando un ordigno nucleare viene fatto esplodere, e abbiamo tutti negli occhi le terribili ricostruzioni cinematografiche di questo tipo di attacco, quello che si crea è una grande palla di fuoco. Tutto ciò che si trova all’interno di questa immensa palla di fuoco vaporizza, si trasforma istantaneamente in vapore e viene trasportato verso l’alto, compreso suolo ed ovviamente l’acqua. Questo movimento crea il cosiddetto fungo atomico che associamo a un’esplosione nucleare.

Esplosione Nucleare

Shutterstock/Romolo Tavani

Gli elementi radioattivi costituenti l’ordigno si mescolano con il materiale vaporizzato nel fungo atomico e vengono scagliati ad altezze incredibili, fino ad oltre 10 km di quota, per poi raffreddarsi, condensarsi, ovvero acquisire nuovamente una consistenza solida, e formare piccole particelle che, come una polvere letale, ricade come una pioggia di morte sulla terra.

Questo è definito fallout e, poiché il materiale è fine e leggero, viene facilmente trasportato su lunghe distanze dalle correnti del vento e dai corsi d’acqua, causando la contaminazione di qualsiasi cosa con cui venga a contatto, compresi ovviamente piantagioni, animali domestici e d’allevamento e scorte d’acqua.

La ricaduta del materiale nella zona dell’esplosione (fallout primario) inizia già entro pochi minuti con i detriti e le polveri più pesanti, mentre il materiale più fine, quello che viene scagliato in aria e trasportato dal vento, inizia a ricadere non prima di 1-2 ore dopo (fallout secondario). La coda del fallout secondario può allungarsi per decine di chilometri per le esplosioni più potenti e questa pioggia venefica può continuare a cadere anche per due giorni e più.

Un’esplosione in ucraina interesserebbe direttamente l’Italia? Non voglio entrare in materie su cui non ho competenze, anche perché ancora oggi il dibattito è vivace sugli effetti del disastro di Černobyl, che si trova proprio nell’attuale Ucraina: le nubi radioattive raggiunsero effettivamente in pochi giorni anche l’Europa orientale, Italia inclusa, ma tieni conto che i primi materiali a ricadere sono anche i più radioattivi, i più pericolosi. Dopo circa un paio di giorni il livello di radioattività dei materiali raggiunge un valore stabile e smette di diminuire, quindi dopo un’esplosione nucleare le prime 48 ore sono quelle più delicate per chi vive nei pressi dell’evento. Come vedremo meglio tra poco il consiglio è quello di abbandonare il più rapidamente possibile la zona sottovento all’esplosione, magari cercando un rifugio che idealmente dovrebbe essere un bunker sotterraneo, dove trascorrere almeno i due giorni successivi.

Quali sono gli effetti di un’esplosione nucleare?

Un’arma nucleare causa distruzione e morte su un’area potenzialmente molto estesa. Chi si trova suo malgrado nelle vicinanze può rischiare

  • lesioni fisiche, traumi ed anche morte immediata a causa della travolgente onda d’urto,
  • ustioni, causate dal calore sprigionato e dagli incendi innescati,
  • cecità, temporanea o permanente, causata dalla luce liberata con l’esplosione,
  • avvelenamento da radiazione, che in termini medici si chiama malattia acuta da radiazione.

Quest’ultima può avere effetti tanto lampanti ed immediati, quanto subdoli perché silenziosi ed a lungo termine:

  • un’immediata degenerazione dei tessuti, visibile nell’arco di pochi minuti, come una sorta di ustione solare,
  • un aumento della probabilità di sviluppare tumori nel tempo, anche a distanza di anni,
  • danni genetici che potrebbero fare la loro drammatica comparsa nelle generazioni successive, ovvero nei figli non ancora nati ed anche non ancora concepiti.

Altrettanto pericolosa è poi l’esposizione interna a fonti radioattive, ad esempio consumando acqua o alimenti contaminati, o respirando aria contenente pulviscolo radioattivo. Se dosi molto elevate di radiazioni subite direttamente possono causare la morte entro pochi giorni o mesi, l’esposizione esterna a dosi più basse di radiazioni, così come quella interna, possono aumentare il rischio di sviluppare tumori ed altri problemi di salute nel tempo.

Cosa fare in caso di esplosione nucleare?

Quelli che seguono sono alcuni dei comportamenti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in caso di esplosione nucleare:

Se ti trovi nei pressi dell’esplosione

  • Voltati, chiudi e copri gli occhi per evitare lesioni alla retina e quindi alla vista.
  • Sdraiati a terra, a faccia in giù, con le mani sotto il corpo per non lasciarle esposte.
  • Mantieni questa posizione finché il calore e le due onde d’urto non siano passate.

A questo punto le indicazioni sono leggermente differenti a seconda che uno si trovi all’aria aperta o già al chiuso.

Se sei all’aperto

  • Trova qualcosa per coprire bocca e naso, ad esempio una mascherina, ma in mancanza di meglio vanno bene anche una sciarpa, un fazzoletto od un panno qualsiasi.
  • Rimuovi la polvere posatasi sui vestiti spazzolandoli, scuotendoli e strofinandoli in un’area ventilata; è molto, molto importante proteggere naso e bocca durante quest’operazione.
  • Trova un rifugio, possibilmente un seminterrato o un’altra area sotterranea, preferibilmente lontana dalla direzione in cui soffia il vento. Il materiale radioattivo si deposita all’esterno degli edifici, e le aree sotto terra sono quelle più lontano dalle pareti esposte.
  • Se possibile liberati degli indumenti perché potrebbero essere contaminati, idealmente facendosi una doccia prima di chiudersi, per lavare dalla pelle e dai capelli il pulviscolo radioattivo. Anche se contaminata, l’acqua usata per la doccia è comunque utile a diluire la concentrazione radioattiva. Usa abbondante sapone, senza sfregare eccessivamente per evitare irritazioni sulle cute, shampoo per i capelli, ma evita il balsamo, che potrebbe trattenere le particelle che invece vogliamo lavare via. Dopodiché indossa abiti puliti.

Una volta al chiuso

  • Proteggi comunque naso e bocca durante tutta la fase di fallout.
  • Spegni eventuali sistemi di ventilazione e sigilla porte e finestre, fino a che non sia terminata la caduta del pulviscolo.
  • Rimani dentro fino a che le autorità non suggeriranno altrimenti.
  • Se devi uscire, copri bocca e naso con un asciugamano umido.
  • Utilizzare cibo e acqua potabile confezionati ed evita il consumo di acqua od alimenti potenzialmente esposti. Bollire l’acqua purtroppo in questo caso sarebbe inutile.
  • Detergi, medica e copri tutte le eventuali ferite.

Se ti trovi in auto, autobus o altro veicolo durante un’emergenza radioattiva cerca immediatamente di entrare al chiuso di una casa, perché i veicoli non forniscono una protezione sufficiente. Idealmente un sotterraneo, ma comunque un qualsiasi edificio è più sicuro che stare all’esterno.

Se hai animali domestici anche per loro valgono le stesse precauzioni, doccia compresa, che è importante tanto per te quanto per lui.

Effetti sulla salute

Gli effetti delle radiazioni sulla salute dipendono da:

  • dose e tempo, ovvero la quantità di radiazione assorbita dall’organismo
  • tipo di materiale radioattivo cui si viene esposti
  • modalità di esposizione, ad esempio un contatto esterno o la respirazione di particelle.

L’esposizione a grandi quantità di radiazioni per un breve periodo di tempo può causare la malattia acuta da radiazione, che si manifesta inizialmente con

Questi sintomi iniziano da pochi minuti ad alcuni giorni dopo l’esposizione, a seconda della dose cui si viene esposti; allo stesso modo la durata, variabile da minuti a giorni, con i disturbi che nel frattempo possono mostrare un andamento intermittente.

Dopo una fase iniziale è possibile osservare un certo miglioramento, un recupero che apparentemente sembra sostanziale quando non addirittura quasi sorprendente, ma che in realtà purtroppo spesso nasconde un nuovo peggioramento con sintomi di gravità variabile in base alla dose di radiazioni subite. Ai sintomi già visti possono associarsi anche

Questa fase può durare da poche ore a diversi mesi.

Il trattamento si concentra sul contenimento e trattamento delle infezioni, sul mantenimento dell’idratazione dell’organismo e sulla gestione di lesioni e ustioni.

Il midollo osseo, un tessuto spugnoso presente nella maggior parte delle ossa dell’organismo, è la sede della produzione degli elementi cellulari del sangue: globuli rossi, bianchi e piastrine. Una grande attenzione è posta alle terapie in grado di supportare la funzione del midollo osseo, la cui distruzione è tipicamente la vera causa della morte del soggetto interessato, ti ricordo che stiamo parlando di conseguenze a breve termine, a causa delle complicazioni che si manifestano in forma di

  • infezioni, provocate dalla riduzione dei globuli bianchi circolanti,
  • emorragie interne, a causa della riduzione delle piastrine.

Più bassa è la dose di radiazioni, più è probabile che la persona si riprenda dalla malattia acuta da radiazione, che tuttavia può richiedere anche anni.

Tra le altre lesioni immediatamente visibili in seguito ad un’esposizione a radiazioni ci sono le ustioni, caratterizzate anche in questo caso da uno spettro di manifestazioni variabile a seconda della dose cui si viene esposti: da un semplice gonfiore, prurito e arrossamento, al pari di un eritema solare, fino alla formazione di vesciche ed ulcere aperte. La completa guarigione della pelle può richiedere da alcune settimane ad alcuni anni. Il discorso è sostanzialmente sovrapponibile per i capelli, che potrebbero cadere.

I danni sul lungo periodo hanno ripercussioni in termini emotivi e psicologici, ma purtroppo anche un aumento del rischio di sviluppare tumori; da questo punto di vista i bambini e gli adolescenti sono più sensibili agli effetti cancerogeni delle radiazioni rispetto agli adulti, per almeno due ragioni:

  • il loro organismo sta ancora crescendo, si sta ancora sviluppando, e quindi la proliferazione delle cellule è molto più intensa; ogni riproduzione cellulare è un’occasione in cui un danno genetico può manifestarsi in forma di cellula tumorale.
  • bambini e adolescenti, inoltre, hanno in media una durata di vita maggiore avanti a loro, e quindi un periodo di tempo superiore in cui possa manifestarsi il tumore, in seguito all’esposizione alle radiazioni.

Lo stesso discorso vale anche per le donne in gravidanza; in questo caso il rischio maggior per il feto è quello del primo trimestre.

Potassio ioduro

Farmaci ed integratori a base di potassio ioduro sono quelli in assoluto più nominati quando si parla di incidenti atomici; il razionale è quello di assumere elevate quantità di iodio non radioattivo, perché si tratta del minerale più voracemente consumato dalla tiroide, il cui tessuto è uno dei più esposti al rischio di tumore.

L’idea è di diluire l’eventuale iodio radioattivo assorbito con una marea di iodio sicuro, per evitare la captazione di quello contaminato. Immagina di dover essere obbligato a bere da una bottiglia un sorso di acqua. Se all’interno della bottiglia c’è poca acqua ed è contaminata ti esporrai ad un’alta dose di radiazioni, ma se la bottiglia la riempissi prima con acqua sicura la frazione contaminata verrebbe diluita moltissimo e la stessa sorsata che ti serve sarà molto meno concentrata, meno pericolosa.

Attenzione però:

  • l’assunzione di potassio ioduro non è necessariamente scevra da effetti indesiderati, può peggiorare o addirittura innescare disturbi del metabolismo della tiroide,
  • la presenza di iodio contaminato nell’ambiente è legata al tipo di ordigno esploso, non è cioè necessariamente presente,

quindi prima di assumere qualcosa aspetta indicazioni dagli organismi di controllo.

Fonti e bibliografia

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