Cosa significa reni a ferro di cavallo?
La maggior parte delle persone nasce con dure reni, ma talvolta lo sviluppo durante la gravidanza non procede nel migliore nei modi e i due reni tendono a fondersi insieme, dando vita ad un unico organo che ricorda la forma a “U” di un ferro di cavallo. La porzione di quello che dovrebbe essere il rene sinistro si trova in genere leggermente più in alto rispetto al destro.

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Si tratta quindi di un difetto congenito, ovvero presente sin dalla nascita; interessa più gli uomini che le donne e, nel complesso riguarda circa una persona su 500.
Sono caratterizzati da anomalie che riguardano non solo forma, posizione e rotazione degli organi, ma anche differenze nell’irrorazione vascolare dell’organo (arterie e vene). In oltre il 90% dei casi la fusione avviene a livello del polo inferiore, sebbene la fusione possa avvenire sul polo superiore in una piccola minoranza di casi.
Cause
Salvo alcuni casi occasionali di familiarità, ad oggi non è stata individuata alcuna reale natura genetica dell’anomalia; tra i possibili fattori di rischio descritti figurano invece:
- farmaci teratogeni come la talidomide,
- consumo di alcol durante la gravidanza,
- insoddisfacente controllo della glicemia,
- sindromi genetiche (sindrome di Edward, sindrome di Turner, sindrome di Down).
Tradizionalmente i libri di testo citano la fusione come avvenuta tra la quarta e la sesta settimana di sviluppo, sebbene vi siano alcune prove di fusione anche successiva.
Sintomi
Nella maggior parte dei casi i reni a ferro di cavallo sono una condizione del tutto asintomatica, tanto che spesso la diagnosi avviene in modo casuale, durante esami condotti per altre ragioni.
Nei pazienti sintomatici, quindi già nell’infanzia, i due sintomi più comuni sono:
- un generico dolore addominale,
- sintomi di un’infezione del tratto urinario.
Tra gli altri possibili disturbi riportati in letteratura figurano:
- nausea
- aumentata suscettibilità allo sviluppo di infezioni urinarie e calcoli.
Diagnosi
I reni a ferro di cavallo possono essere diagnosticati attraverso la maggior parte degli esami di imaging addominale, anche se tipicamente si tratta di
TC e risonanza magnetica (quest’ultima un esame prescritto meno comunemente, a causa tra l’altro del costo elevato) sono gli approcci migliori per lo studio dell’anatomia dei reni a ferro di cavallo, in grado di evidenziare anche le eventuali anomalie di vascolarizzazione e le strutture circostanti.
Sono poi ovviamente possibili anche esami più specifici, utili a soddisfare specifiche esigenze di studio.
Complicazioni
Di per sé la presenza di reni a ferro di cavallo è considerata una condizione benigna, anche se il paziente affetto corre un aumentato rischio di sviluppare alcune condizioni renali, come ad esempio blocchi urinari (da ostruzione della giunzione uretero-pelvica), calcoli renali, infezioni, reflusso vescico-ureterale e tumore al rene. Di quest’ultimo, i sintomi che dovrebbero essere portati all’attenzione del medico comprendono:
- Sangue nelle urine (ematuria)
- Mal di schiena lombare, spesso su un solo lato
- Presenza di una massa sul lato o nella parte bassa della schiena
- Stanchezza persistente
- Perdita di appetito
- Perdita di peso inspiegabile
- Febbre inspiegabile
- Anemia (insufficiente numero di globuli rossi)
A causa della loro posizione atipica i reni sono anche particolarmente suscettibili a traumi addominali, in quanto potrebbero venire compressi o fratturati contro le vertebre lombari (e poi spesso si trovano più in basso e molto più vicino alla parte anteriore del corpo), e tuttavia circa un terzo di tutti i pazienti con reni a ferro di cavallo rimane completamente asintomatico e scoperto per caso.
Cura
In assenza di disturbi non è richiesta alcuna terapia, in quanto i reni, seppure fusi, funzionano perfettamente.
In caso di sintomi non è esiste cura risolutiva, ma si agisce per garantire sollievo al paziente, ad esempio risolvendo attraverso la chirurgia eventuali casi di ostruzione e reflusso vescico-ureterale.
I bambini affetti da reni a ferro di cavallo dovrebbero evitare gli sport di contatto per prevenire eventuali traumi; alcuni autori consigliano inoltre di indossare un braccialetto che segnali la condizione ad eventuali soccorritori in caso di incidenti automobilistici o situazioni simili.
Fonti e bibliografia
- Horseshoe Kidney – Joshua J. Kirkpatrick; Stephen W. Leslie
- UrologyHealth
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.