Introduzione
L’orticaria acquagenica, nome medico per indicare la cosiddetta allergia all’acqua, è una forma rara di orticaria che si sviluppa a seguito del contatto con acqua, indipendentemente dalla sua temperatura (e questo la distingue ad esempio dall’orticaria da freddo) o dalla presenza di altre sostanze (a differenza ad esempio delle reazioni indotte dal cloro).
Nonostante il nome popolare di allergia, tecnicamente non è una comune reazione allergica, non prevedendo infatti il rilascio di istamina attraverso gli stessi meccanismi propri di altre forme di orticaria.
Cause
La condizione, descritta per la prima negli anni ’60 del secolo scorso, è più comune nelle donne rispetto agli uomini ed in genere si presenta per la prima volta durante la pubertà; la genetica sembra poter avere un certo peso nella genesi della condizione, ma a questo proposito va notato come la maggior parte dei casi sia sporadico, senza alcuna familiarità per il disturbo (anche se esistono segnalazioni in senso opposto).
La causa non è del tutto chiara, sebbene siano stati proposti alcuni possibili meccanismi patogenetici, come ad esempio che possa derivare da un’anomala interazione tra l’acqua e sostanze presenti a livello della pelle o del sebo, il fluido che viene continuamente prodotto a scopo protettivo; secondo i fautori di questa teoria a seguito di una qualche reazione biochimica potrebbe formarsi un prodotto in grado di indurre la reazione (si noti che tecnicamente, se venisse confermata questa ipotesi, non si tratterebbe propriamente di una reazione nei confronti dell’acqua, bensì verso un allergene ad oggi non ancora individuato).
Viene scatenata dall’acqua in tutte le forme, che si tratti di acqua dolce o salata, acqua clorata e paradossalmente anche fluidi corporei come sudore, lacrime e saliva.
Sintomi
Il sintomo caratteristico dell’orticaria acquagenica è ovviamente e per definizione lo sviluppo di orticaria, ovvero la comparsa di un’eruzione cutanea (sulla pelle) più o meno arrossata e caratterizzata dalla presenza di bolle (pomfi) in rilievo. Il prurito non è sempre presente (qualora si sviluppi solo prurito, senza orticaria, si parla di prurito acquagenico).
La comparsa della manifestazione cutanea è molto rapida (20-30 minuti), mentre i pomfi sono tipicamente piccoli (diametro tipicamente compreso tra 1-3 mm); si sviluppa più comunemente su collo, parte superiore del tronco e braccia, sebbene possa occasionalmente interessare anche zone più estese.
È raro lo sviluppo di sintomi sistemici (affanno e mancanza di respiro).
Una volta venuto meno il contatto con l’acqua l’eruzione cutanea tende alla risoluzione spontanea entro 30-60 minuti.
Complicazioni
Non si segnalano complicazioni severe, ma in caso di prurito questo può condurre a lesioni dovute al grattamento.
Diagnosi
Se la diagnosi di orticaria acquagenica non può prescindere da un’attenta anamnesi, volta a far emergere informazioni rilevanti circa condizioni e caratteristiche di comparsa dell’eruzione cutanea ed eventuale familiarità, è il challenge test con acqua a rivestire probabilmente il ruolo di protagonista dell’iter diagnostico; si tratta di una verifica pratica che consiste banalmente nell’applicazione di un impacco d’acqua tiepido (35 °C) sulla parte superiore del corpo per 30 minuti. Per garantire l’attendibilità del test è necessario evitare l’assunzione di antistaminici e cortisone nei giorni precedenti.
Sebbene l’orticaria acquagenica possa essere indotta dal contatto con il liquido a qualsiasi temperatura, optare per un impacco a temperatura simile a quella del corpo umano (37 °C) consente di differenziarla da forme simili, quali
- orticaria da freddo
- orticaria colinergica.
Eventualmente è possibile procedere anche all’immersione di un avambraccio od una mano in acqua a temperature variabili, così da determinare se questa rappresenti un determinante per lo sviluppo di orticaria.
Lo stesso test consente infine di differenziare orticaria acquagenica e prurito acquagenico, condizione in cui il contatto con l’acqua provoca esclusivamente un intenso prurito ma senza alcuna eruzione visibile.
Cura
Purtroppo gli approcci volti ad una graduale desensibilizzazione (con esposizioni progressive ripetute nel tempo) non sembrano essere di alcuna utilità e non esistono approcci terapeutici in grado di garantire guarigione permanente. Evitare per quanto possibile il contatto con l’acqua è quindi la strategia principale proposta al paziente, che può ricorrere al bisogno ai classici rimedi antiallergici:
- farmaci antistaminici
- medicinali cortisonici
- fototerapia
- Omalizumab, anticorpo monoclonale utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero registrato per casi selezionati di pazienti asmatici, che si è in alcuni casi dimostrato utile anche nel trattamento di forme severe di orticaria acquagenica.
A scopo preventivo risulta talvolta utile il ricorso a creme barriere (formulazioni semisolide in grado di costituire un rivestimento fisico sulla pelle), che possono essere specifiche (esistono formulazioni commerciali) o galeniche (ad esempio in forma di emulsioni olio in acqua, oppure semplice vaselina) applicate come agenti barriera prima di una doccia o un bagno.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.