Introduzione
Un adenoma ipofisario, anche conosciuto come adenoma pituitario, è un tumore generalmente benigno che colpisce l’ipofisi, ghiandola sita nel cranio. Rende conto di 3 casi su 20 tra i tumori intracranici e, a seconda della sua dimensione, vengono classificati in microadenomi e macroadenomi.
I sintomi sono la conseguenza di due diversi aspetti:
- alterazione della produzione ormonale della ghiandola (il tumore potrebbe ad esempio essere causa di un rilevante aumento della produzione di specifici ormoni)
- compressione delle strutture circostanti, soprattutto in caso di un volume rilevante, ad esempio in forma di
- mal di testa,
- disturbi della visione.
È curioso notare come in realtà numerosi piccoli tumori pituitari non vengano mai diagnosticati perché sostanzialmente innocui ed asintomatici (la diffusione rilevata in specifici studi stima valori pari a circa 22.5% della popolazione generale).
L’adenoma ipofisario più comune è il prolattinoma, alla cui scheda si rimanda per il relativo approfondimento.
Cos’è l’ipofisi?
L’ipofisi è una ghiandola delle dimensioni di un pisello che si trova alla appena sotto l’ipotalamo, all’interno del cranio

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Una ghiandola è un organo in grado di produrre e rilasciare sostanze dotate di esercitare una qualche forma di stimolazione su altri organi e tessutim modulandone così il funzionamento. Nel mondo anglosassone è spesso definita “Master Gland” (master in inglese significa maestro, padrone, …) perché in grado di regolare l’equilibrio degli ormoni prodotti dalla maggior parte delle altre ghiandole del’organismo, come ad esempio:
- ghiandole surrenali (mediante l’ACTH)
- cute (ormone stimolante i beta-melanociti)
- cervello (endorfine)
- ovaie/testicoli (FSH e LH)
- muscoli/ossa (ormone della crescita)
- ghiandole mammarie e allattamento (prolattina)
- tiroide (TSH)
Questi ormoni vengono veicolati attraverso il sangue verso le ghiandole bersaglio, dove regolano (stimolando/inibendo) la specifica funzione.
Ipotalamo e ipofisi lavorano sinergicamente, ad esempio in alcuni casi il primo produce ormoni che verranno poi depositati e gestiti dall’ipofisi.
Cause
Un’alterata funzione dell’ipofisi è nella maggior parte dei casi la conseguenza dello sviluppo di un tumore,generalmente benigno (adenoma), di piccole dimensioni e a lenta crescita; un tumore benigno non possiede la capacità di diffondersi ad altre parte dell’organismo (in forma di metastasi), anche se può comunque influenzare la produzione ormonale della ghiandola.
La causa della formazione del tumore rimane nella maggior parte dei pazienti sconosciuta, anche se l’ipotesi più comuni prevede l’insorgenza di una mutazione occasionale a livello del DNA.
Molto raramente sono il risultato di sintomi genetiche trasmesse dai genitori.
Classificazione
Un adenoma ipofisario è classificato in base alla dimensione in:
- macroadenoma, con diametro superiore a 1 cm
- microadenoma, se di volume inferiore.
Sintomi
I possibili sintomi provocati da un adenoma ipofisario sono estremamente variabili, ma generalmente il risultato di due diversi casi:
- Il tumore può secernere quantità eccessive di uno o più ormoni ipofisari,
- soprattutto nel caso di grosse dimensioni, la massa può
- comprimere le cellule sane causando una ridotta produzione di uno o più ormoni ipofisari,
- esercitare una pressione sui tessuti adiacenti, causando altre forme di disfunzione e sintomi (alterazione della vista, mal di testa, …).
Si noti che gli effetti non si escludono a vicenda; il tumore può determinare un aumento delle dimensioni dell’ipofisi, con o senza alterazioni della produzione ormonale; in alcuni pazienti si osserva anche una produzione eccessiva di un ormone e il deficit di un altro, a causa della compressione esercitata dal tumore stesso.
Un’eccessiva produzione ormonale potrebbe ad esempio tradursi in:
- gigantismo nei bambini e acromegalia negli adulti (ormone della crescita)
- morbo di Cushing (ACTH)
- ipertiroidismo (TSH).
Dal punto di vista dei sintomi un elenco non esaustivo comprende:
- Mal di testa
- Problemi di vista (visione doppia, perdita della vista)
- Nausea o vomito
- Cambiamenti nel comportamento (ostilità, depressione e ansia, …)
- Disturbi dell’olfatto
- Drenaggio nasale
- Disfunzioni sessuali (riduzione del desiderio, impotenza, alterazioni mestruali, …)
- Infertilità
- Stanchezza
- Variazioni di peso inspiegabili (aumento/diminuzione)
- Dolori articolari e muscolari
- Debolezza
- Galattorrea (produzione di latte dalle mammelle)
- Menopausa precoce

Emianopsia bitemporale (perdita del campo visivo temporale per lesione mediana del chiasma ottico) – By JFW | T@lk – File:Bitempvf.png, CC BY-SA 3.0, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=33328055
Quando preoccuparsi?
I tumori ipofisari hanno generalmente andamento benigno, in virtù dell’incapacità di metastatizzare od invadere i tessuti circostanti; di solito non crescono o si diffondono ampiamente, tuttavia in alcuni casi è possibile sviluppare complicazioni, ad esempio in forma di:
- danni alla visione (per compressione del tumore sul nervo ottico)
- alterazioni permanenti della produzione ormonale in conseguenza dell’intervento di rimozione.
Molto rara è l’evenienza dell’apoplessi, ovvero un infarto o una emorragia dell’ipofisi che si manifesta con i seguenti sintomi:
- mal di testa lancinante (spesso descritto come il più forte mai provato)
- rapido peggioramento della vista.
L’evento richiede immediata assistenza ospedaliera.
Diagnosi
La visita medica (composta di anamnesi ed esame obiettivo) può fornire un’ipotesi diagnostica, eventualmente supportata dal dosaggio nel sangue degli ormoni coinvolti, ma è solo attraverso gli esami di imaging che è possibile formulare una diagnosi di certezza:
Questi stessi esami conducono spesso alla diagnosi casuale di adenomi asintomatici, in occasione di richiesta per altre cause.
Cura
In alcuni pazienti è possibile optare per una vigile attesa, basata su periodici verifiche della dimensione del tumore, soprattutto nel caso di dimensioni piccole e sintomi assenti o nulli.
Quando necessario gli adenomi ipofisari possono essere trattati con farmaci, chirurgia, radioterapia od una qualche combinazione di queste.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.