Introduzione
La Mucuna pruriens è una leguminosa tropicale originaria dell’Africa e dell’Asia tropicale, dove viene estensivamente coltivata e consumata a scopo alimentare e fitoterapico.
La pianta è nota per l’elevato prurito, accompagnato da rash cutaneo (dermatite da contatto), che è in grado di causare al contatto con le foglie più giovani ed i baccelli dei semi (da cui il nome pruriens).
E proprio nei semi sono contenuti interessanti principi attivi, tra cui:
- L-DOPA (levodopa, un amminoacido intermedio nella via biosintetica della dopamina),
- serotonina (una delle principali cause di prurito, insieme alla mucunaina),
- nicotina
- e bufotenina.
In molte parti del mondo, la pianta è coltivata soprattutto a scopo di foraggio (alimento destinato agli animali domestici), maggese e sovescio (colture a rotazione, per consentire un adeguato riposo dei terrenti dedicati all’agricoltura) in virtù della sua capacità di fissare l’azoto ed arricchire così il terreno.
In Indonesia i fagioli prodotti dalla Mucuna vengono mangiati dalla popolazione locale ed usati per preparazioni più complesse (ad esempio fermentazioni per ottenere alimenti simili al tempeh). Si possono mangiare anche i germogli.
A causa del rilevante contenuto di L-DOPA, alcuni soggetti sensibili possono sviluppare disturbi anche severi, quali
- nausea e vomito,
- dolorosi crampi,
- aritmie,
- abbassamento della pressione del sangue (ipotensione).

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A cosa serve
Al di là dell’utilizzo alimentare, alla Mucuna pruriens sono associati numerosi utilizzi medici, in parte tradizionali e in parte più attuali.
Azione afrodisiasca
Nella tradizione ayurvedica alla pianta sono associati effetti afrodisiaci, ovvero di esaltazione della libido e per il miglioramento delle prestazioni sessuali.
Mucuna pruriens è oggetto di ricerca soprattutto nel contesto della qualità dello sperma per gli uomini con disturbi della fertilità; studi preliminari suggeriscono che potrebbe essere efficace in termini di motilità e concentrazione degli spermatozoi, con meccanismi che restano tuttavia da chiarire (forse legato alla presenza di sostanze chimicamente correlate all’inositolo).
Morbo di Parkinson
L’elevato contenuto di L-DOPA ha acceso l’interesse per la pianta in collegamento al morbo di Parkinson, patologia che da decenni viene trattata proprio con questo principio attivo.
La malattia è infatti causata dalla diminuzione dei livelli di dopamina in una specifica area del cervello e le manifestazioni traggono grande beneficio dalla somministrazione di L-DOPA, che viene poi trasformata in dopamina dove serve (la dopamina somministrata tal quale causerebbe intollerabili effetti collaterali prima di raggiungere il cervello.).
Più in particolare la L-DOPA è quindi un profarmaco della dopamina, dopamina che di per sé non sarebbe in grado di attraversare la barriera ematoencefalica che protegge il sistema nervoso centrale dall’azione di sostanze tossiche e microrganismi.
Il presupposto clinico dell’uso della Mucuna pruriens è ovviamente del tutto sovrapponibile a quello della L-DOPA; è possibile che Mucuna pruriens abbia anche altri effetti, ma sono necessarie ulteriori ricerche per avere un’idea precisa della sua efficacia.
Effetti collaterali e controindicazioni
Il rischio di effetti collaterali legati al consumo di Mucuna pruriens è strettamente legato ai tipici e ben noti effetti collaterali della L-DOPA, che comprendono diversi sintomi gastrointestinali e neurologici:
- nausea e vomito
- inappetenza e anoressia,
- ipotensione ortostatica,
- alterazioni del battito cardiaco (aritmie),
- turbe psichiche,
- alterazioni del movimento (discinesie).
Gli stessi rischi sono peraltro corsi in caso di consumo alimentare senza adeguata preparazione (oltre al tradizionale ammollo, necessario per tutti i legumi, sono stati tradizionalmente sviluppati processi in grado di garantire un abbattimento della quantità di L-DOPA presente).
Per queste stesse ragioni l’estratto è controindicato in caso di:
- morbo di Parkinson in trattamento con L-DOPA
- disturbi cardiovascolari
- diabete (potrebbe abbassare la concentrazione di glicemia, richiedendo un aggiustamento delle dosi dei farmaci in uso)
- disturbi epatici
- melanoma (la levodopa è usata dal corpo anche per la produzione di melanina ed esiste la preoccupazione che possa peggiorare il quadro clinico di un melanoma)
- ulcera dello stomaco
- disturbi di salute mentale.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.