Introduzione
In Italia (e solo in Italia!) spesso si parla di cervicale come sinonimo/causa di mal di testa, in realtà dal punto di vista medico questo utilizzo del termine non ha senso, perché non riferito ad alcuna patologia riconosciuta dalla medicina ufficiale.
“La cervicale non esiste.”
Dr. Carlo Lovati, responsabile del Centro cefalee presso l’Ospedale Sacco di Milano,
In questo articolo affronteremo quindi la cefalea cervicogenica, una forma di cefalea che rimane in ogni caso rara e che non può spiegare tutti i casi genericamente etichettati come “da cervicale”, che spesso invece sono da riferirsi a:
- cefalea tensiva,
- oppure emicrania.
Come suggerisce la parola stessa, parlando di cefalea cervicogenica si fa riferimento ad un mal di testa di origine cervicale; storicamente è stato difficile diagnosticare e trattare queste forme, perché sia la causa che il meccanismo di comparsa non sono mai stati davvero chiari ed ancora oggi la gestione rimane una sfida per gli specialisti che se ne occupano.
Si tratta di una forma di cefalea anomala, perché causata da disturbi che non originano in testa, bensì dal collo; può manifestarsi per esempio in seguito a sforzi eccessivi delle articolazioni,
- volontarie (ad esempio il sollevamento pesi)
- o traumatiche (come il colpo di frusta).
Molto più spesso è però causata da posture errate, tenute per esempio davanti al PC o durante lavori manuali, che gradualmente nel tempo sono causa di lesioni alle strutture anatomiche del collo.

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Cause
Poiché la diagnosi di cefalea cervicogenica è relativamente recente, la sua specifica eziologia rimane incerta. Sjasstad e colleghi suggeriscono che questa cefalea sia un “percorso comune finale” di disordini del collo causanti dolore.
Il dolore associato a questa condizione è un esempio di dolore secondario, ossia di dolore che origina da una sede distante, in questo caso il collo. Ciò succede perché i nervi che servono la parte superiore del collo innervano anche la pelle che ricopre testa, fronte, linea mandibolare, dietro degli occhi e orecchie; la conseguenza è che il dolore che origina da strutture della parte superiore del collo può essere riferito a una qualunque di queste aree causando una cefalea cervicogenica.
La colonna vertebrale (a partire dal collo) è formata da una serie di ossa denominate vertebre. Ciascuna vertebra si connette con quelle adiacenti tramite due tipi di articolazioni:
- le faccette articolari su ciascun lato della colonna
- e il disco al centro.

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La cefalea cervicogenica consegue in genere a danni di una o più articolazioni, muscoli, legamenti o nervi delle tre prime vertebre del collo, che nascono quando alcuni movimenti del collo o posture mantenute troppo a lungo esercitano forze compressive o estensive su articolazioni, muscoli, legamenti e nervi del collo fino a superare le capacità di resistenza dei tessuti e causando così lesioni più o meno permanenti.
I danni possono anche insorgere a seguito di traumi (per esempio incidenti).
Qualunque sia la causa, quando ciò avviene il dolore può essere percepito a livello della testa, attraverso la comparsa di cefalea.
Anche l’emicrania o le cefalee da tensione possono coesistere con il dolore al collo, complicando ulteriormente la diagnosi differenziale; di fatto, alcuni pazienti con l’emicrania riferiscono più dolore che nausea. Fino al 44% dei pazienti con cefalea cervicogenica può avere anche problemi alle articolazioni temporomandibolari.
Fattori di rischio
L’incidenza della cefalea cervicogenica è nel complesso minima (0.17% della popolazione, ma le stime variano a seconda della letteratura consultata) , ma alcuni epidemiologi suggeriscono che possa in realtà esserci una prevalenza anche superiore negli adulti con dolore del collo.
Le donne sembrano esserne maggiormente predisposte, con un’incidenza circa 4 volte superiore rispetto ai maschi, e per questo è interessante considerare la possibilità delle variazioni ormonali e mestruali come fattori predisponenti alle cefalee. Le cefalee di tipo mestruale spesso si manifestano 2 giorni prima della mestruazioni e durano fino all’ultimo giorno del ciclo. Queste cefalee sono in genere di tipo emicranico, ma possono anche essere cervicogeniche.
Ci sono vari fattori predisponenti allo sviluppo della cefalea cervicogenica. Devono essere individuati e corretti quando possibile, sotto la supervisione di un ortopedico.
Benché tale cefalea possa manifestarsi a qualunque età, viene in genere osservata in pazienti tra 20 e 60 anni.
Ecco alcuni possibili fattori predisponenti:
- mantenimento di una postura scorretta,
- rigidità del collo e della parte superiore della schiena,
- sbilanciamenti muscolari,
- debolezza muscolare,
- tensione muscolare,
- pregresso trauma del collo (ad esempio colpo di frusta),
- assetto sbagliato della scrivania di lavoro,
- cuscino o posture notturne non adeguati,
- stile di vita sedentario,
- stile di vita con troppe andature ciondolanti o attività che richiedano lo stare chini o le spalle in avanti,
- stress,
- disidratazione.
Sintomi
I criteri diagnostici della cefalea cervicogenica includono la cefalea associata con dolore e rigidità del collo.
La cefalea cervicogenica è monolaterale, origina cioè da un lato della parte posteriore della testa e del collo, anche se poi di fatto si irradia in avanti e talvolta si associa con un senso di fastidio del braccio sullo stesso lato (omolaterale). Sjaastad e colleghi hanno identificato un altro tipo di cefalea cervicogenica con dolore bilaterale della testa e del collo, aggravato da posizioni del collo e lavori specifici come parrucchiere, falegname e autista di camion/trattori. Il dolore cervicale precede o coesiste con la cefalea; peggiora con specifici movimenti del collo o posture tenute a lungo. Vincent ha descritto più elementi che differenziano le cefalee cervicogeniche, tra cui:
- dolore monolaterale (cioè su un solo lato) con un “blocco” delle faccette che si irradia dal lato posteriore della testa,
- evidenza di disfunzione cervicale riscontrabile all’esame manuale,
- occorrenza a seguito della palpazione di punti scatenanti nella testa o nel collo,
- aggravamento per posizioni protratte del collo.
Diagnosi differenziale di cefalea | |||
Caratteristiche cliniche | Cefalea cervicogenica | Emicrania | Cefalea tensiva |
Femmine:Maschi | 80:20 | 75:25 | 60:40 |
Lateralizzazione | Monolaterale senza spostamento di lato | 60% monolaterale con spostamento di lato | Bilaterale diffusa |
Sede | Da occipitale a frontoparietale e orbitale | Frontale, periorbitale e temporale | Diffusa |
Frequenza | Cronica, episodica | 1-4 al mese | 1-30 al mese |
Intensità | Moderata-forte | Moderata/forte | Leggera/moderata |
Durata | Da 1 ora a settimane | 4-72 ore | Da giorni a settimane |
Tipo di dolore | Non pulsante e non lancinante, il dolore in genere inizia dal collo | Pulsante, a sussulti | Sordo |
Fattori scatenanti | Movimenti del collo, posture, escursione dei movimenti limitata, pressione su C0-C3 | Vari, raramente movimenti del collo | Vari, raramente movimenti del collo |
Sintomi associati | In genere assenti o simili all’emicrania ma più leggeri, escursione dei movimenti limitata | Nausea, vomito, modifiche della vista, fonofobia, fotofobia | Occasionalmente, riduzione dell’appetito, fonofobia o fotofobia |
Fonti e bibliografia
- physio-pedia.com (per la tabella)
- nih.gov
- physioadvisor.com.au
adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo
Le domande più frequenti
Le variazioni di temperatura possono causare mal di testa?
Quali farmaci posso prendere per il dolore cervicale?
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.