Afasia: significato, sintomi e cura

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Significato

L’afasia è un disturbo causato dalla presenza di lesioni alle parti del cervello preposte al linguaggio e si manifesta attraverso la perdita parziale o completa della capacità di esprimersi e/o di comprendere parole scritte o dette.

Nella maggior parte dei casi, queste aree sono situate nella parte sinistra dell’encefalo (fanno eccezione alcuni mancini, in cui suddette aree trovano invece posizionamento nell’emisfero opposto). L’afasia in genere si manifesta all’improvviso, per esempio a seguito di un ictus o di un trauma cranico, ma può anche svilupparsi gradualmente in caso di tumore cerebrale o malattia neurologica progressiva.

Il disturbo può alterare non solo la capacità di esprimersi a parole, ma anche la scrittura e comprensione, sia scritta che parlata.

L’afasia può associarsi ad ulteriori disturbi del parlato, come la disartria o l’aprassia, anch’essi conseguenti a lesioni cerebrali.

La maggior parte dei soggetti con afasia è di mezza età o anziana (a causa di un’aumentata probabilità di svilupparne le malattie responsabili), ma di fatto chiunque può esserne affetto, perfino i bambini piccoli.

Ci sono due categorie maggiori di afasia:

  • fluente (il linguaggio rimane fluente, ma potrebbe contenere termini sconnessi e il soggetto potrebbe avere difficoltà di comprensione verso gli altri),
  • non fluente (il discorso risulta particolarmente faticoso e può consistere in una o due parole alla volta);

nell’ambito di questi gruppi, si distinguono poi ulteriori sottotipi.

Immagine concettuale del linguaggio

iStock.com/marrio31

Cause

L’afasia è causata da lesioni di una o più aree cerebrali responsabili della produzione e della comprensione del linguaggio.

Nella maggior parte dei pazienti la causa delle lesioni è un ictus, che si verifica quando il flusso di sangue a una parte del cervello viene interrotto a causa di un coagulo di sangue che ostruisce un vaso sanguigno (ictus ischemico) o della rottura del vaso stesso (ictus emorragico).

In assenza del flusso sanguigno, che le rifornisce di ossigeno e altre sostanze, le cellule cerebrali muoiono. Lesioni cerebrali possono essere causate anche da forti colpi alla testa (trauma cranico), tumori cerebrali, ferite da armi da fuoco, infezioni cerebrali e disturbi neurologici progressivi, come il morbo di Alzheimer.

Talvolta il flusso di sangue al cervello è invece solo temporaneamente interrotto e ripristinato altrettanto velocemente; in questo tipo di lesione, noto come attacco ischemico transitorio, le capacità del linguaggio possono ritornare entro qualche ora o giorno.

Quando invece l’afasia è il risultato di un disturbo progressivo come un tumore cerebrale, che tende ad estendersi nel tempo, i sintomi peggiorano gradualmente a causa dell’aumento di pressione della massa tumorale sulle strutture vicine.

Anche nel caso delle demenze in grado di causare afasia si osserva un progressivo peggioramento, proporzionale all’andamento della malattia.

Sintomi

Le persone affette da afasia possono dimostrare difficoltà a tutti i livelli di utilizzo del linguaggio:

  • lettura,
  • ascolto,
  • eloquio (parlare),
  • scrittura.

I disturbi del linguaggio parlato sono i più comuni e possono manifestarsi, per esempio, attraverso

  • una pronuncia sbagliata,
  • l’uso di un termine errato,
  • l’associazione di parole sbagliate.

Si noti che l’afasia comporta difficoltà nella comunicazione, ma non ha conseguenze dirette sulla sua intelligenza; può tuttavia essere accompagnata da altri disturbi come

  • difficoltà visive,
  • problemi di mobilità e debolezza degli arti,
  • problemi di memoria,

Afasia di Wernicke

L’afasia di Wernicke, il tipo più comune di afasia fluente, può originare dalla presenza di danni del lobo temporale. I soggetti con afasia di Wernicke possono formulare frasi lunghe e complete prive di significato, aggiungendo parole non necessarie e addirittura parole inesistenti.

Per esempio, un individuo affetto potrebbe dire “Tu sai che frunghi rositi e che io voglio renderlo rotondo e prendermi cura di lui come vuoi tu prima”.

Di conseguenza, è spesso difficile riuscire a interpretare quello che il soggetto sta cercando di dire. Chi è affetto da afasia di Wernicke è spesso inconsapevole degli errori del proprio eloquio. Altro elemento caratterizzante questo tipo di afasia è la difficoltà nel capire il parlato.

Afasia di Broca (o motoria)

Il tipo più comune di afasia non fluente è l’afasia di Broca (anche detta afasia espressiva o motoria). I soggetti affetti sono interessati da lesioni principalmente a carico del lobo frontale del cervello. Spesso manifestano debolezza o paralisi del lato destro del corpo (braccio e gamba) perché il lobo frontale è importante anche per i movimenti motori. I soggetti con afasia di Broca possono capire il parlato e sapere quel che vogliono dire, ma si esprimono di frequente con frasi brevi emesse con grande difficoltà. Spesso, omettono le parole brevi, come articoli e congiunzioni.

Per esempio, un individuo con afasia di Broca potrebbe dire: “Passeggio cane”, intendendo “Porto il cane a fare una passeggiata”; oppure “Libro due tavolo” per dire “Ci sono due libri sul tavolo”. Tipicamente, i soggetti con afasia di Broca capiscono molto bene il parlato degli altri. Di conseguenza, sono spesso consapevoli delle proprie difficoltà e possono facilmente esserne frustrati.

Afasia globale

Un altro tipo di afasia, l’afasia globale, consegue a danni di parti estese delle aree cerebrali del linguaggio. Chi è affetto da afasia globale ha gravi difficoltà di comunicazione e può avere capacità di eloquio o di comprensione estremamente limitate. I soggetti con afasia globale possono essere incapaci di dire anche poche parole o possono ripetere incessantemente le stesse parole o frasi. Possono avere problemi a capire anche parole o frasi molto semplici.

Altre forme

Ci sono altri tipi di afasia, ciascuno dei quali dipende da danni a diverse aree cerebrali del linguaggio:

  • Alcuni soggetti possono avere difficoltà a ripetere parole o frasi anche se le capiscono e possono parlare fluentemente (afasia di conduzione).
  • Altri possono avere difficoltà a nominare oggetti anche se in grado di identificarli e di saperne l’uso (afasia anomica).

Diagnosi

L’afasia è in genere scoperta dal medico che sta trattando il soggetto colpito da lesioni cerebrali.

Nella maggior parte dei casi, il paziente verrà sottoposto a

per confermare la presenza di danni cerebrali e identificarne con precisione la sede. Il medico tipicamente analizzerà anche le capacità di capire e produrre un eloquio, in particolare facendo eseguire ordini, rispondere a domande, nominare oggetti e condurre una conversazione.

Se il medico sospetta un’afasia, viene in genere richiesta la consulenza di un patologo del linguaggio, che condurrà un esame completo delle capacità di comunicazione del paziente. Verranno valutate in dettaglio le capacità di

  • parlare,
  • esprimere idee,
  • conversare,
  • capire il parlato,
  • leggere
  • e scrivere.

Cura

Dopo una lesione il cervello va incontro a cambiamenti drammatici, che tuttavia ne aiutano il recupero; la conseguenza è che, nei primi mesi a seguito dell’evento, spesso i soggetti colpiti da afasia migliorano sostanzialmente le proprie capacità di linguaggio e comunicazione anche in assenza di trattamento. In molti casi, però, dopo questo periodo iniziale di recupero può persistere qualche grado di afasia. La terapia del linguaggio (logopedia) è usata in queste situazioni per aiutare il paziente a ritrovare le capacità di comunicazione.

La ricerca ha mostrato che le capacità di linguaggio e comunicazione possono continuare a migliorare per diversi anni e sono talvolta associate a nuove attività nel tessuto cerebrale vicino all’area danneggiata. Tra i fattori che più di altri possono incidere sull’entità del miglioramento figurano:

  • le cause del danno cerebrale,
  • l’area colpita (sede e dimensioni del danno),
  • l’età
  • e lo stato di salute del paziente.

La terapia dell’afasia è tesa a migliorare le capacità di comunicazione del soggetto, aiutandolo a sfruttare le capacità residue del linguaggio, recuperare per quanto possibile quelle perse e sviluppare altre modalità di comunicazione, come gestualità, disegni o l’impiego di dispositivi elettronici. La terapia individuale è focalizzata ai bisogni specifici del singolo paziente, mentre la terapia di gruppo offre l’opportunità di impiegare nuove competenze comunicative in gruppi ristretti.

Tecnologie recenti hanno messo a disposizione nuovi strumenti per l’afasia. I patologi del linguaggio forniscono ai pazienti terapie virtuali flessibili e convenienti, fruibili da casa tramite un computer. Anche l’uso di app con generatori di parlato per dispositivi mobili come i tablet può costituire un modo alternativo di comunicare per soggetti che hanno difficoltà di eloquio.

Sempre di più, i pazienti con afasia partecipano ad attività, come circoli di lettura, di tecnologia, di arte e teatro. Queste esperienze aiutano i pazienti a riprendere confidenza e autostima sociale, oltre a migliorare le competenze comunicative. Circoli dell’ictus, gruppi di supporto formati da individui che hanno avuto un ictus, sono disponibili nella maggior parte delle grandi città. Questi circoli possono aiutare il soggetto e la sua famiglia ad adattarsi ai cambiamenti di vita che accompagnano l’ictus e l’afasia.

Il coinvolgimento della famiglia è spesso una componente cruciale del trattamento dell’afasia perché permette di imparare il modo migliore di comunicare con i propri cari; i famigliari vanno quindi incoraggiati a:

  1. Partecipare alle sessioni terapeutiche.
  2. Semplificare il linguaggio, ricorrendo a frasi corte e non complicate.
  3. Al bisogno, ripetere le parole o scrivere le parole chiave per chiarire il significato.
  4. Mantenere un modo di conversare adeguato a un adulto.
  5. Quando possibile, ridurre al minimo le distrazioni, come radio o televisione ad alto volume.
  6. Includere il soggetto afasico nelle conversazioni.
  7. Richiedere e dare valore all’opinione del soggetto afasico, specie riguardo a questioni di famiglia.
  8. Incoraggiare qualunque genere di comunicazione, che sia parlata, gestuale, indicando o tramite disegni.
  9. Evitare di correggere il soggetto afasico.
  10. Lasciargli tutto il tempo che serve per parlare.
  11. Aiutare il soggetto a farsi coinvolgere in attività extra-domiciliari. Cercare gruppi di supporto, come i circoli dell’ictus.

Fonti e bibliografia

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Ogni giorno, magari anche 3-4 volte nell’arco della giornata, mi capita di sbagliare a pronunciare le parole… Ho 22 anni, abbastanza in buona salute, ma purtroppo molto ansioso.

    Qualche fa ho avuto un incidente in motorino e da allora ho il timore di aver riportato danni cerebrali mai diagnosticati dai medici (mi sono sottoposto per mia volontà a diversi accertamenti). Adesso mi viene il dubbio che possa essere afasia… e che questa possa essere prova del fatto di eventuali danni… Cosa dovrei fare secondo lei?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Gli accertamenti fatti in passato ci permettono una ragionevole tranquillità in proposito ed effettivamente l’ansia potrebbe spiegare alcuni piccoli sintomi; in ogni caso nessuno meglio del medico può aiutarla a valutare la situazione.