Introduzione
Prendersi cura di un animale è un’esperienza di apprendimento senza pari per i bambini, in grado di insegnare loro la responsabilità, la gentilezza, il rispetto per la natura e per gli altri esseri viventi. Anche gli adulti possono beneficiare della compagnia, dell’affetto e della relazione che condividono con i loro animali.
Gli animali, sia domestici che non, possono trasmettere alcune infezioni agli esseri umani, le cosiddette zoonosi; se state pensando di adottare un animale domestico, o ne avete già uno, è importante che sappiate come proteggere la vostra famiglia dalle poche infezioni trasmissibili.
Nella maggior parte dei casi le malattie proprie degli animali non possono essere trasmesse all’uomo, perché i microrganismi responsabili non troverebbero nell’essere umano un ambiente adatto alla loro sopravvivenza; esistono alcune eccezioni e specifiche circostanze in cui
- batteri,
- virus,
- parassiti,
- funghi
riescono invece a contagiare l’uomo, a maggior ragione nei casi in cui il sistema immunitario risulti indebolito oppure in specifiche condizioni:
- bambini piccoli e neonati,
- donne in gravidanza,
- soggetti con AIDS,
- pazienti in terapia con farmaci immunosoppressori (per esempio a seguito di trapianto, malattie autoimmuni, terapia con cortisone, …),
- …
Il contagio può avvenire attraverso:
- morsi o graffi,
- contatto con fluidi corporei come sangue, saliva, urina, feci,
- contatto con oggetti venuti a contatto con l’animale,
- inspirazione di goccioline emessere da un colpo di tosse o da uno starnuto dall’animale,
- ingestione di alimenti o bevande contaminate,
- puntura d’insetto che aveva precedentemente punto un animale,
- contatto con una ferita aperta dell’essere umano.
Solo raramente gli animali sono direttamente fonte di infezione, più comunemente i germi sono trasmessi all’uomo da acqua e cibi contaminati e più in generale con gli animali domestici è sufficiente il rispetto delle più basilari norme igieniche per evitare praticamente qualsiasi rischio.
Fatta questa premessa, non dovete assolutamente pensare di abbandonare il vostro amico peloso, gli animali domestici possono arricchire la vostra vita familiare e prendere qualche precauzione è sufficiente a proteggere i vostri figli da eventuali infezioni.
Cani e gatti
Infezioni da Campylobacter
La campilobatteriosi è un’infezione causata da batteri del genere Campylobacter; nell’uomo causa
da due a cinque giorni dopo l’esposizione (tempo d’incubazione). Nella diarrea può essere presente sangue (dissenteria) e può essere accompagnata da nausea e vomito. La malattia in genere dura circa una settimana. Alcune soggetti vengono infettati e non manifestano alcun sintomo, ma al contrario nei pazienti con sistema immunitario compromesso il batterio può raggiungere il flusso sanguigno e provoca una grave infezione sistemica pericolosa per la vita.
La maggior parte dei casi di campilobatteriosi sono associati al consumo di carne di pollame cruda o poco cotta, o dalla contaminazione crociata di altri alimenti. Gli animali domestici possono fungere da serbatoi per il batterio e il rischio per l’uomo nasce dal contatto con le feci di un cane/gatto malato se non ci si lava le mani in seguito.
Molto rara la trasmissione oro-fecale da uomo a uomo.
Giardiasi
La giardiasi è una malattia diarroica causata dal parassita giardia. Nel momento in cui un animale (ad esempio, gatti, cani, bovini, …) viene infettato dal protozoo, questo raggiunge l’intestino dove conclude il suo ciclo vitale e causa la diffusione nell’ambiente delle uova attraverso le feci; nell’ambiente la giardia è in grado di sopravvivere per settimane o mesi.
Il contagio avviene in genere deglutendo inconsapevolmente il parassita, che può trovarsi nei bagni, su oggetti contaminati, … Come sempre il rischio aumenta quando si trascura il semplice gesto di lavarsi le mani prima di mangiare o dopo aver maneggiato oggetti a rischio.
I sintomi, che compaiono dopo 1-3 settimane di incubazione e durano fino a 6 settimane, comprendono:
- diarrea,
- flatulenza,
- feci che galleggiano,
- dolore addominale,
- nausea,
- disidratazione,
- perdita di peso.
Il CDC statunitense ritiene in ogni caso che il rischio di contagio da parte di animali domestici sia estremamente limitato, in quanto la specie di giardia che infetta l’essere umano è diversa.
Leishmaniosi
Non ci sono ad oggi casi documentati di trasmissione della leishmaniosi da cane a uomo (fonte CDC), la malattia non è quindi considerata una zoonosi.
Malattia del graffio del gatto
La bartonellosi, o malattia del graffio del gatto, è una infezione batterica trasmessa dai gatti. La malattia si diffonde quando un gatto infetto lecca una ferita aperta di un essere umano, oppure se lo morde/graffia abbastanza forte da causare una lacerazione della pelle. L’incubazione è variabile da 3 a 14 giorni e il primo sintomo è una lieve infezione nel sito di contagio, che si manifesta con i tradizionali sintomi:
- gonfiore,
- rossore,
- dolore,
- calore
- e talvolta con lesioni tondeggianti, in rilievo e piene di pus.
Più raramente è possibile sviluppare
- febbre,
- diminuzione di appetito
- e stanchezza.
Altro sintomo caratteristico è invece un significativo gonfiore dei linfonodi più vicini, per esempio sotto le ascelle in caso di graffio sul braccio.
In genere una normale disinfezione della ferita è più che sufficiente a scongiurare il rischio.
Di norma la malattia ha decorso benigno, ma raramente possono insorgere complicazioni gravi se viene trascurata.
Rabbia
La rabbia è una grave infezione virale causata di norma dal morso di un animale infetto; l’Italia è un Paese ad oggi dichiarato libero dall’infezione.
I primi sintomi sono simili a quella di molte altre malattie infettive, comprendendo ad esempio
- febbre,
- mal di testa,
- debolezza generale,
- malessere.
Col progredire dell’infezione compaiono sintomi più specifici, come:
- insonnia,
- ansia,
- confusione,
- paralisi lieve o parziale,
- inspiegabile eccitazione,
- allucinazioni,
- agitazione,
- ipersalivazione (aumento della produzione di saliva),
- difficoltà di deglutizione,
- idrofobia (paura dell’acqua).
La morte di solito si verifica entro pochi giorni dalla comparsa di questi sintomi.
È disponibile un vaccino per gli animali domestici ma, lo ripetiamo, in Italia la malattia non è presente.
Infezioni da Rickettsia
La rickettsiosi (o febbre bottonosa del Mediterraneo) è una malattia trasmessa da zecche infette dal batterio Rickettsia rickettsii che possono infestare anche gli animali domestici; i sintomi tipici, che si manifestano dopo un’incubazione di 5-7 giorni, comprendono:
- febbre,
- mal di testa,
- dolore addominale,
- vomito,
- dolore muscolare.
Può in seguito comparire un’eruzione cutanea che può diffondersi su
- polsi,
- caviglie,
- piante dei piedi,
- palmi delle mani
- e tronco.
Nei casi non complicati, un trattamento antibiotico riesce a fermare la febbre nel giro di 2-3 giorni. È letale in un numero molto basso di casi (inferiore al 3%) anche in assenza di terapia.
Tigna
Chiamata anche tinea, si tratta di un’infezione della pelle causata da vari tipi di funghi che si trovano nel suolo e sulla pelle degli esseri umani e degli animali domestici.
L’infezione può colpire la pelle , il cuoio capelluto, l’inguine e si manifesta con una caratteristica eruzione cutanea tondeggiante che ricorda un anello.
Ci si può contagiare toccando un animale o un altro paziente infetto, può inoltre essere trasmessa dal contatto con oggetti o superfici che hanno avuto contatti con l’infezione. Gli animali sono a loro volta contagiati venendo a contatto con il fungo, con le stesse modalità. Può colpire gli animali da compagnia (cani e gatti, per esempio), ma anche mucche, capre e altre specie animali. I sintomi negli animali sono simili a quelli dell’uomo, con piccole aree circolari glabre.
L’infezione si cura facilmente.
Toxocariasi
La toxocariasi è un’infezione trasmessa dagli animali all’uomo (zoonosi) e causata dai nematodi (vermi) parassiti che si trovano comunemente nell’intestino di cani (Toxocara canis) e gatti (T. cati).
Le uove vengono espulse insieme alle feci degli animali infetti nel caso in cui vengano accidentalmente portate alla bocca si può infettare anche l’essere umano, che può andare incontro ai seguenti sintomi:
- Toxocariasi oculare: Si verifica quando le larve migrano fino all’occhio, causando perdita della vista, infiammazione oculare o danni alla retina. In genere viene colpito solo un occhio.
- Toxocariasi viscerale: Si verifica quando le larve migrano verso i diversi organi del corpo, come il fegato o il sistema nervoso centrale, causando febbre, stanchezza, tosse, respiro affannato e dolore addominale.
In realtà nella maggior parte dei casi l’infezione può decorrere in modo del tutto asintomatico senza conseguenze.
Toxoplasmosi
Il parassita unicellulare Toxoplasma gondii causa una malattia nota come toxoplasmosi; l’infezione contagia ogni anno milioni di persone, ma molto spesso i soggetti interessati non manifestano alcun sintomo perché un sistema immunitario sano è in grado di contrastare efficacemente l’infezione.
È tuttavia necessario sottolineare la presenza di due importanti eccezioni
- donne incinte
- soggetti con sistema immunitario indebolito
in cui l’infezione è in grado di causare gravi complicazioni.
La malattia rientra fra le zoonosi perché il parassita si trova e viene diffuso nell’ambiente attraverso le feci del gatto, ma in realtà la quasi totalità dei contagi avviene attraverso il consumo di frutta e verdura non lavata perché il gatto risulta potenzialmente infettivo solo eventualmente pochi giorni nell’arco della sua intera vita.
I sintomi come detto possono essere molto variabili:
- La maggior parte dei soggetti nemmeno si accorge dell’infezione.
- Alcuni soggetti altrimenti sani svilupperanno sintomi parainfluenzali, come
- gonfiore delle ghiandole linfatiche,
- dolori muscolari che potrebbero durare qualche settimana.
- Nei casi più gravi possono insorgere danni a cervello, occhi, e altri organi.
I rischi maggiori sono legati a un eventuale contagio in gravidanza, che può creare complicazioni molto gravi al feto.
Ribadiamo che è stato ampiamente dimostrato che a rappresentare un pericolo NON è il gatto di casa, che NON c’è motivo di allontanare se siete incinta.
Uccelli
Gli uccelli da compagnia, anche se vengono tenuti in una gabbia, possono trasmettere le seguenti malattie.
Criptococcosi
Il cryptococcus nneoformans è un fungo diffuso in tutto il mondo; gli esseri umani possono venire infettati inalando il microrganismo, che si trova tra l’altro nelle feci degli uccelli, anche se nella maggior parte dei casi il sistema immunitario funge da efficace protezione.
L’infezione (criptococcosi) può essere causa dei seguenti sintomi:
- polmonite,
- dolore addominale,
- tosse,
- cefalea,
- febbre leggera,
- nausea,
- demenza,
- offuscamento della vista,
- confusione.
Nei soggetti con sistema immunitario indebolito i sintomi possono essere ancora peggiori.
Psittacosi
Conosciuta anche come febbre del pappagallo, la psittacosi è una rara malattia batterica che può verificarsi dopo il contatto con feci di uccelli infetti o con la polvere che si accumula nella gabbia. I sintomi comprendono
- tosse,
- febbre alta
- e mal di testa.
Viene trattata con antibiotici.
Rettili e anfibi
I rettili (incluse lucertole,serpenti e tartarughe) e gli anfibi (inclusi rospi, rane e salamandre) possono essere a rischio per i bambini soprattutto perchè potenzialmente in grado di causare salmonellosi, una malattia causata da un batterio molto comune nelle feci di questi animali. Maneggiando anche solo l’animale si può venire a contatto con il microrganismo responsabile dell’infezione che può causare:
- dolore addominale,
- diarrea,
- vomito,
- febbre.
I bambini piccoli sono a rischio per complicazioni ancora più serie, come
- disidratazione,
- meningite
- e sepsi (infezione del sangue).
Altri animali
La manipolazione e la cura dei roditori, come criceti e gerbilli, così come dei pesci può mettere i bambini a rischio di contrarre:
Coriomeningite linfatica
Si tratta di un’infezione causata da un virus presente in natura soprattutto nel topo, ma che può infettare qualsiasi roditore.
L’infezione nell’uomo avviene per contatto diretto con il roditore, attraverso morsi o per contatto con feci e urine dell’animale; gli animali domestici possono venire contagiati se vengono a contatto con il topo infetto.
In alcuni casi l’infezione non causa alcun sintomo, ma di norma si individuano due fasi intervallate da una temporanea remissione dei sintomi:
- Inizialmente si avverte uno stato di malessere generalizzato, con febbre, calo dell’appetito, nausea, dolori muscolari e articolari.
- In una seconda fase compare un quadro clinico da meningite, con febbre, nausea, rigidità nucale, o da encefalite, con ottundimento del sensorio e disturbi motori.
Nella maggior parte dei casi la guarigione è completa senza complicazioni, ma sopratutto nella donna in gravidanza può essere causa di anomalie di sviluppo nel feto.
Microbatterio marinum
Si tratta di un batterio che può essere isolato in piscine e acquari tropicali; la trasmissione può avvenire dal pesce all’uomo sia direttamente, attraverso ferite procurate con pinne, aculei o morsi, sia soprattutto manipolando oggetti infetti o pulendo la vasca.
L’infezione, che si cura con terapie antibiotiche anche molto lunghe, si manifesta sotto forma di lesioni singole o multiple in forma di noduli sulla pelle, su
- gomiti, ginocchia e piedi negli infettati “da piscina”,
- sulle mani e gli avambracci negli infettati “da acquario” (Fonte: Wikipedia).
Prevenzione
Quando adottate un nuovo amico, qualunque sia stata la sua casa precedente (allevamento, negozio, canile, …) portatelo dal veterinario per le vaccinazioni e per gli esami fisici. Non dimenticate i vaccini di routine che vi illustrerà il veterinario, questo permetterà di proteggere voi e lui da numerose malattie.
Più in generale serve sopratutto buon senso e il rispetto delle elementari norme igieniche, per esempio l’NHS inglese consiglia:
- evitare il contatto con animali infetti,
- evitare il contatto diretto viso-viso con il vostro amico,
- evitare per quanto possibile il contatto diretto con le feci, quando sia necessario procedere a lavarsi accuratamente le mani subito dopo,
- procedete alla sommistrazione dei vaccini e dei farmaci prescritti dal vostro veterinario, per esempio ma non solo gli antiparassitari intestinali.
Per quanto riguarda l’igiene personale è davvero importante lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone:
- prima e dopo la preparazione o la manipolazione di qualsiasi alimento, tra cui carne cruda o pesce,
- prima di mangiare,
- dopo stretto contatto con gli animali, come animali domestici o animali da allevamento,
- dopo il contatto con feci di animali.
Durante la preparazione e la manipolazione degli alimenti è importante:
- cuocere la carne e il pesce con cura,
- evitare di mangiare carne cruda o poco cotta,
- evitare di consumare pesce crudo di provenienza incerta,
- conservare il cibo correttamente,
- consumare il cibo entro la data di scadenza,
- pulire regolarmente le superfici di lavoro e gli utensili da cucina.
In caso di gravidanza serve qualche attenzione in più.
Nel caso in cui viveste o visitaste una fattoria si consiglia di:
- non mangiare o bere mentre si toccano gli animali o si passeggia (inclusi dolci, patatine o gomme da masticare),
- non utilizzare gel o salviette invece di lavarsi le mani con acqua e sapone, in quanto non sono in grado di rimuovere la presenza del batterio E. coli che può essere presente sul materiale presente sulla pelle,
- pulire accuratamente scarpe e stivali, eventualmente anche le ruote del passeggino, poi procedere al lavaggio delle mani.
In caso di morso di animale, che sia un cane, un gatto o altro, si raccomanda di contattare sempre un medico.
Fonti e bibliografia
Le domande più frequenti
Le zecche di cani e gatti possono attaccarsi anche agli esseri umani? Sono pericolose?
Cosa fare se un bambino tocca gli escrementi di un cane o gioca con la lettiera di un animale?
Quali misure igieniche devono essere adottate quando si ha un contatto con animali domestici?
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.