Coma diabetico: sintomi, valori e rischio di morte

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Introduzione

Il coma diabetico rappresenta una delle complicanze in assoluto più gravi della patologia diabetica e consiste in una perdita di coscienza determinata da cause metaboliche. In particolare si verifica quando i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) sono:

  • troppo bassi (ipoglicemia),
  • troppo alti (iperglicemia).

Nel primo caso il coma si verifica a causa di motivi strettamente energetici, in quanto il glucosio è una sostanza fondamentale per il sostentamento delle cellule, mentre nel secondo caso è legato alla disidratazione che consegue agli stati iperglicemici.

Esiste poi una terza forma di coma diabetico che non è direttamente legata ai livelli glicemici, ma che è invece dipendente da uno stato di chetoacidosi: ciò si verifica quando nel sangue del paziente si accumulano grandi quantità di sostanze chiamate chetoni.

Queste condizioni si possono verificare sia nel diabete mellito di tipo 1 che in quello di tipo 2 e rappresentano un’emergenza medica a cui bisogna rispondere con prontezza; è anzi importante agire tempestivamente ancor prima queste si verifichino, in quanto sono solitamente legate a prodromi riconoscibili e di solito facilmente correggibili.

Con quali valori di glicemia si va in coma diabetico?

Non esiste una correlazione stretta tra valori della glicemia e rischio di coma diabetico, ma dalla letteratura attualmente disponibile è possibile trarre i seguenti limiti indicativi:

  • Ipoglicemia: valori inferiori a 50 mg/dL
  • Sindrome iperosmolare diabetica: valori superiori a 600 mg/dL
  • Chetoacidosi diabetica: valori superiori a 250 mg/dL
Misurazione della glicemia attraverso il sangue capillare del dito

iStock.com/pittawut

Segni e sintomi

I quadri clinici di coma diabetico sono eterogenei in virtù delle differenti possibili cause che li determinano. Ciò che li accomuna è la presenza di segnali significativi e riconoscibili, che consentono di prevenire l’instaurarsi di stati più gravi e quindi di evitare l’insorgenza di complicanze anche letali.

Nel caso di sintomi “sospetti” in un paziente diabetico è consigliabile eseguire un controllo glicemico rapido in modo da reagire eventualmente in modo da correggere lo scompenso. Ciò è possibile grazie agli strumenti elettronici di cui solitamente già dispone il paziente, soprattutto se in terapia ipoglicemizzante insulinica.

Va ricordato che, qualora il paziente diabetico lamenti questo tipo di sintomi mentre è da solo o alla guida, è assolutamente consigliato avvisare qualcuno della situazione ed eventualmente accostare il veicolo in modo da evitare pericoli e danni a sé stessi o agli altri.

Se il problema glicemico è stato esacerbato da una situazione infettiva è possibile inoltre che risultino associati sintomi dovuti alla risposta contro il patogeno, come ad esempio:

Sintomi di ipoglicemia

I sintomi dell’ipoglicemia, un’eccessiva diminuzione dei valori di glicemia nel sangue, comprendono:

Sintomi di iperglicemia

Lo stato iperglicemico (glicemia alta) è caratterizzato in primo luogo da un forte senso di sete e ad un’aumentata frequenza di minzione. A questi sintomi “cardine” si possono poi associare:

Cosa fare?

Il trattamento del coma diabetico cambia radicalmente a seconda dalla causa sottostante. Senza entrare in dettagli di pertinenza specialistica è utile riportare alcuni capisaldi della terapia — pur con delle semplificazioni.

Per quanto riguarda le condizioni iperglicemiche, una volta accertate, la priorità è il ripristino della corretta idratazione del paziente, mentre il profilo glucidico passa in secondo piano: la sensibilità dell’organismo all’insulina è infatti ridotta in condizioni di disidratazione, pertanto la sola somministrazione di fluidi (ovviamente NON dolci, bene invece per esempio la semplice acqua) talvolta può bastare a correggere il quadro patologico. L’insulina rappresenta un’opzione terapeutica successiva, da adottare in caso di mancato raggiungimento del target glicemico.

Le ipoglicemie, invece, possono essere corrette rapidamente e facilmente somministrando al paziente una piccola quantità di cibi o bevande contenenti zucchero: è sufficiente una caramella o una bevanda dolce per riscontrare subito un miglioramento delle condizioni (clicca qui per approfondire).

In qualsiasi caso le condizioni di coma diabetico possono essere causa di squilibri elettrolitici anche importanti, che sono però di competenza specialistica; non possono e non devono quindi essere trattate in maniera casalinga.

Recupero

Una volta raggiunto il target glicemico il paziente dovrebbe sentirsi meglio in tempi abbastanza rapidi. Tuttavia, per il rischio di possibili complicanze di natura osmotica, non sempre è possibile ripristinare rapidamente i normali livelli di glucosio.

Se il trattamento è stato adeguato e tempestivo di solito non sussistono esiti una volta corretta la condizione. Ciò purtroppo non sempre è possibile, e in alcuni casi si possono verificare danni a carico delle strutture del sistema nervoso centrale con conseguenze anche gravi: un coma diabetico non trattato può determinare anche la morte del paziente.

Ciononostante, di solito il coma diabetico viene riconosciuto e trattato in maniera efficace — recuperando pienamente la qualità della vita precedente all’episodio. Il medico curante potrebbe suggerire a tal proposito delle correzioni alla terapia già in corso oppure accorgimenti non farmacologici in modo da ridurre il rischio che si ripetano problemi simili.

Gestione dell’emergenza

Nel caso in cui si riscontrino sintomi compatibili con i prodromi di un coma diabetico è sempre necessario intervenire in maniera tempestiva, ma l’intervento di personale medico può non essere mandatorio: spesse volte infatti il paziente conosce i “suoi” sintomi, e per primo sa adottare un comportamento consono per mettersi in sicurezza.

Una perdita di coscienza nel paziente diabetico infatti non è per forza legata a scompensi glicemici gravi: potrebbe trattarsi di una semplice sincope o di una situazione ipotensiva assolutamente innocua. La misurazione della glicemia in questi casi è dirimente, ed è senz’altro un potente strumento nelle mani del paziente per valutare quale decisione sia meglio prendere.

Qualora invece il paziente sia già incosciente, una telefonata al 118 può rappresentare un provvedimento salva-vita in quanto il consulto coi paramedici consente una prima diagnosi “di indirizzamento” assolutamente importante.

Prevenzione

Il paziente diabetico deve prestare attenzione al proprio profilo glucidico, misurando la glicemia con a frequenza suggerita e concordata con il proprio Specialista diabetologo curante.

La prevenzione non passa soltanto per la misurazione glicemica: è infatti importante:

  • limitare l’ingestione di carboidrati semplici, in accordo col piano dietetico stabilito dal proprio Medico;
  • assumere con il massimo rigore la terapia prescritta;
  • essere informati sul tipo dei sintomi che prodromici di coma diabetico;
  • prestare attenzione anche alle altre complicanze del diabete, in particolare quelle di natura cardiovascolare.

Fonti e bibliografia

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