Le gambe gonfie sono un sintomo comune, soprattutto tra chi passa molte ore in piedi, è sedentario, ha problemi di circolazione o semplicemente vive i fastidi dell’estate.
E così, non stupisce che uno dei rimedi più ricercati – e venduti – siano le tisane drenanti, spesso presentate come soluzioni naturali e “senza controindicazioni”.
Ma quanto c’è di vero? Esistono davvero tisane efficaci per sgonfiare le gambe? E quali sostanze vegetali hanno un’efficacia documentata?
Funzionano davvero?
Sì, ma in modo blando e temporaneo, e solo nei casi in cui il gonfiore sia legato a una lieve ritenzione idrica o a un’insufficienza venosa non grave. Nessuna tisana può:
- Risolvere una patologia venosa cronica
- Sostituire l’uso di calze elastiche o terapie farmacologiche
- Eliminare un linfedema
- Compensare un’insufficienza cardiaca o renale
E soprattutto: nessuna tisana elimina il grasso, nonostante certe pubblicità insistano nel proporle come “dimagranti”.
Come usarle correttamente
- Idratazione: bere più tisane non equivale a idratarsi di più, anzi, un eccesso di piante diuretiche può disidratare.
- Associazioni: utili se integrate a uno stile di vita corretto (attività fisica, dieta povera di sale, uso di calze contenitive, pausa durante le ore in piedi).
- Controindicazioni: molte piante drenanti sono sconsigliate in gravidanza, allattamento, e in caso di insufficienza renale o terapia con farmaci diuretici.
Quando NON bastano le tisane
Consulta sempre un medico se:
- Il gonfiore è unilaterale (solo su una gamba)
- È rapido e doloroso (possibile trombosi)
- Si associa a mancanza di fiato, stanchezza o gonfiore generalizzato
- C’è una patologia venosa nota
- C’è una storia di scompenso cardiaco, malattie renali o epatiche
Le piante che possono aiutare davvero (senza miracoli)
Quando parliamo di tisane per gambe gonfie, ci riferiamo spesso a miscele di erbe con due obiettivi principali: favorire il drenaggio dei liquidi e sostenere la circolazione venosa. Ma non tutte le piante sono uguali, e non tutte funzionano davvero. Vediamo insieme quali meritano un posto nella tua tazza… e perché.
Betulla: la “classica” delle tisane drenanti
È una delle piante più usate per stimolare la diuresi.
Le sue foglie contengono sostanze che aiutano i reni a eliminare liquidi in eccesso, e questo può dare un sollievo leggero nei casi di ritenzione. Ma attenzione: non è un trattamento per problemi seri, e se hai malattie renali o prendi farmaci, va evitata.
Ortosiphon: il tè di Giava che stimola il rene
Dal Sud-est asiatico arriva questa pianta dall’effetto diuretico piuttosto efficace.
Alcuni studi mostrano come possa aumentare il volume urinario in modo misurabile.
Funziona bene in tisane miste, ma va usata con cautela e mai per lunghi periodi senza parere medico, perché può influenzare l’equilibrio di elettroliti.
Pilosella: piccola pianta, discreto effetto
Forse non famosissima, ma presente in molte tisane “snellenti” o “sgonfianti”.
La pilosella ha una blanda azione diuretica e può dare una mano nei casi di ritenzione leggera. Niente di eclatante, ma meglio di niente. Da evitare, però, se tendi alla disidratazione.
Vite rossa: per chi ha le caviglie pesanti
Qui entriamo nel territorio della circolazione.
La vite rossa non agisce sui reni, ma sulle vene: le sue antocianine migliorano il tono delle pareti venose e riducono la permeabilità capillare. Tradotto: se il gonfiore è causato da una cattiva circolazione, la vite rossa può davvero fare la differenza.
Utile anche in presenza di capillari fragili o primi segni di varici.
Centella asiatica: la pianta che dà tono ai vasi
Nella medicina ayurvedica è usata da secoli, ma anche la ricerca moderna ha confermato le sue proprietà.
La centella stimola la sintesi di collagene nei vasi sanguigni e migliora il microcircolo. È particolarmente utile nelle gambe pesanti da insufficienza venosa.
Da sapere: funziona meglio nei preparati standardizzati (es. capsule o estratti secchi), perché in infusione le dosi sono spesso troppo basse.
Rusco: il “protettore” delle vene
Conosciuto anche come pungitopo, il rusco è uno dei fitocomponenti più studiati per l’insufficienza venosa. Aiuta a ridurre il gonfiore, migliorando il ritorno venoso e la tenuta dei capillari. Anche qui, attenzione alle dosi: nelle tisane funziona meglio se associato ad altre piante con azione sinergica.
Tarassaco: non solo “depurativo”
Spesso consigliato per depurare il fegato, in realtà il tarassaco ha anche un effetto diuretico discreto.
Aiuta a eliminare liquidi, e in più stimola la bile e la digestione. È un’ottima scelta in caso di gonfiore misto a pesantezza digestiva. Ma non tutti lo tollerano bene: può avere effetto lassativo e, in alcuni casi, irritare lo stomaco.