La chetosi è uno stato metabolico in cui il corpo utilizza i grassi, anziché i carboidrati, come principale fonte di energia. Questo processo comporta la produzione di corpi chetonici nel fegato, che vengono utilizzati come energia. Si tratta di un meccanismo naturale (fisiologico) dell’organismo che viene innescato quando l’apporto di carboidrati è notevolmente ridotto o assente (anche se i corpi chetonici sono normalmente sempre presenti nel sangue, sebbene solo in piccole quantità).
La chetosi può essere indotta attraverso
- diete specifiche a basso contenuto di carboidrati, come la dieta chetogenica,
- digiuno prolungato,
- esercizio fisico intenso e protratto nel tempo.
Nel caso di dieta chetogenica, la chetosi è un meccanismo indotto prima, e sostenuto poi, in modo volontario e consapevole dal soggetto, attraverso un consumo di quantità poco più che trascurabili di carboidrati.
Dal momento in cui si eliminano gli alimenti ricchi di zuccheri, il corpo impiega fino a 24 ore per smaltire le scorte eventualmente accumulate (in forma di glicogeno, nei muscoli e nel fegato), periodo durante il quale si osserva l’inizio della trasformazione metabolica che porterà progressivamente alla chetosi nei giorni seguenti.
Dopo i primi 3 giorni la chetonemia, ovvero la quantità di corpi chetonici nel sangue, aumenta gradualmente, con l’aumentare della capacità dei diversi tessuti di farne uso a scopo energetico. Il passaggio sarà completo dopo 3 settimane circa.
Per meglio comprendere i successivi metodi d’indagine può essere utile sottolineare che i corpi chetonici, oltre a essere presenti nel sangue, vengono in parte eliminati con
- le urine (acidi acetoacetico e beta-idrossibutirrico)
- la respirazione attraverso i polmoni (acetone).
Per sapere se si è in chetosi è possibile verificare come segue:
- Alito fruttato: la presenza di un caratteristico alito di odore fruttato è piuttosto indicativo, ma si tratta di un segno a scarsa sensibilità.
- Misurazione dei corpi chetonici:
- Test delle urine: Misura la presenza di chetoni nelle urine tramite strisce reattive specifiche; è il metodo casalingo di prima scelta.
- Test del respiro: Dispositivi specifici possono rilevare la presenza di acetone nel respiro.
- Esame del sangue: Considerato il metodo più accurato, misura la concentrazione di beta-idrossibutirrato nel sangue.
Test delle urine
Il test con le strisce reattive sulle urine è un metodo semplice e accessibile per rilevare la presenza di corpi chetonici e si tratta dell’approccio più consigliato (lo stesso usato anche per l’acetone nei bambini).
Queste strisce sono progettate per rilevare l’acetoacetato (o acido acetoacetico), uno dei tre principali corpi chetonici prodotti durante la chetosi; il loro utilizzo è abbastanza semplice:
- si immerge una striscia reattiva nell’urina per i secondi indicati sulle istruzioni,
- poi si attende che cambi colore.
La scala di colori sulla confezione delle strisce aiuta a determinare il livello di corpi chetonici presenti.
Questo metodo è particolarmente utile per coloro che seguono una dieta chetogenica, in quanto fornisce un feedback rapido e non invasivo sul raggiungimento dello stato di chetosi.
Vale la pena di ricordare che la concentrazione di corpi chetonici nelle urine può essere influenzata dall’idratazione (soprattutto inizialmente la dieta chetogenica può esporre anche al rischio di disidratazione) e non riflette necessariamente con precisione la concentrazione di chetoni nel sangue, ciononostante si tratta di una valutazione sufficientemente accurata nella maggior parte dei casi.
Test del respiro
Il test del respiro è un altro metodo non invasivo per valutare lo stato di chetosi. Questo dispositivo misura la concentrazione di acetone, uno dei corpi chetonici, presente nel respiro. L’acetone è un prodotto diretto della decomposizione dei corpi chetonici ed è un indicatore affidabile dello stato di chetosi, soprattutto in risposta a una dieta chetogenica o al digiuno.
Per effettuare il test, l’utente soffia in un dispositivo portatile capace di analizzare la composizione del respiro e fornire in risposta un risultato quantitativo. I vantaggi di questo metodo includono la sua semplicità d’uso e il fatto di essere completamente non invasivo. Inoltre, a differenza delle strisce reattive urinarie, il test del respiro non è influenzato dall’idratazione del corpo e può fornire una stima più affidabile del metabolismo dei grassi in tempo reale.
I principali svantaggi del metodo sono i seguenti:
- I dispositivi per il test del respiro possono variare in termini di costo e precisione.
- Mentre l’acetone è un indicatore di chetosi, la sua concentrazione può essere influenzata da altri fattori, come l’alimentazione o l’attività fisica.
Pertanto, mentre il test del respiro è utile per un controllo generale dello stato di chetosi, potrebbe non essere preciso come il test del sangue per misurazioni specifiche e dettagliate.
Esame del sangue
L’esame del sangue rappresenta il metodo più preciso e affidabile per monitorare la chetosi.
Questo test misura direttamente la concentrazione di beta-idrossibutirrato, il principale corpo chetonico presente nel sangue durante la chetosi. Il procedimento richiede un piccolo campione di sangue, solitamente prelevato da un dito, che viene poi analizzato da un dispositivo portatile simile a quelli usati per misurare la glicemia. I risultati sono disponibili in pochi secondi e offrono una misurazione quantitativa precisa del livello di chetosi.
Questo test è particolarmente utile per coloro che necessitano di monitorare attentamente il loro stato di chetosi, come le persone con diabete di tipo 1 o coloro che seguono una dieta chetogenica per scopi terapeutici.
Nonostante la sua precisione, il costo delle strisce reattive e del dispositivo di misurazione può essere un fattore limitante per un uso frequente. Inoltre, a differenza del test delle urine, il test del sangue richiede un prelievo di sangue, sicuramente più invasivo della valutazione sulle urine.

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