Introduzione
Ogni giorno ciascuno di noi perde fino a 100 capelli, ma si tratta nella maggior parte dei casi di un ricambio del tutto fisiologico, compensato da un equivalente processo di ricrescita; molti uomini, e alcune donne, perdono invece i capelli man mano che invecchiano, processo che può verificarsi anche in presenza di specifiche malattie (problemi alla tiroide, diabete, lupus, …), durante terapie farmacologiche (si pensi ad esempio alla chemioterapia) e talvolta anche a causa di fattori quali stress e cattiva alimentazione.
Con il termine “alopecia” si intende la presenza di una o più aree glabre, ovvero prive di peli, in una qualsiasi area corporea, incluso il cuoio capelluto. L’alopecia non è solitamente associata ad altri sintomi ed ha una prognosi variabile in base alla causa che l’ha determinata.
Cause
Le cause che determinano alopecia sono molteplici, ma prima di elencarle, è necessario innanzitutto distinguere tra due tipi principali di alopecia:
- cicatriziale: queste forme sono il risultato cicatriziale di un processo patologico che comporta la distruzione del follicolo pilifero e talvolta anche della cute circostante; nelle aree cutanee caratterizzate da alopecia cicatriziale i peli/capelli non potranno quindi più ricrescere.
- non cicatriziale, dovute all’esito di un processo patologico che può talvolta andare incontro a risoluzione, con ricrescita parziale o completa di peli e/o capelli.
All’interno di ciascuno di questi due tipi di alopecia si distingue ulteriormente tra alopecie
- ereditarie
- e alopecie acquisite.
Le alopecie cicatriziali ereditarie sono condizioni fortunatamente molto rare che si trasmettono da genitore a figlio. Rientrano in questo gruppo di patologie:
- l’aplasia cutis congenita, caratterizzata dall’assenza di epidermide e derma in una zona centrale del cuoio capelluto a causa dell’arresto dello sviluppo della cute durante la vita fetale;
- l’incontinentia pigmenti, che si manifesta nelle bambine neonate con un’eruzione bollosa diffusa che esita in lesioni cicatriziali anche sul cuoio capelluto
Le alopecie cicatriziali acquisite, meno rare delle precedenti, si verificano a causa di un qualsiasi trauma fisico (ad esempio un’ustione da calore), chimico (ustione da caustici) o determinato da patologie infettive, autoimmuni, infiammatorie o tumorali.
- Tra le patologie infettive, infezioni fungine come la tigna favosa ed il kerion ed infezioni virali come la varicella e l’herpes zoster possono esitare in aree cicatriziali; anche la follicolite decalvante di Quinquaud, un’infiammazione dei follicoli piliferi del cuoio capelluto con proliferazione di batteri Stafilococchi, può esitare in alopecia.
- Tra le patologie cutanee autoimmuni, il lupus eritematoso discoide può determinare delle lesioni rilevate ed arrossate (placche eritematose) che nel 35% dei casi guariscono lasciando esiti cicatriziali; la morfea a colpo di sciabola è caratterizzata da una lesione biancastra lineare depressa rispetto alla cute circostante ed atrofica (ovvero sottile per distruzione di strati di cute sempre più profondi); aree cutanee atrofiche possono ritrovarsi anche nella sclerodermia sistemica progressiva; il pemfigoide cicatriziale di Brusting-Perry e l’epidermolisi bollosa acquisita sono malattie autoimmuni contraddistinte da lesioni bollose che, risolvendosi, possono dar luogo a esiti cicatriziali.
- Tra le patologie infiammatorie il lichen planus pilaris, caratterizzato da papule (lesioni rilevate cutanee) secche attorno ai follicoli piliferi, e l’acne conglobata, forma particolarmente aggressiva di acne che colpisce i giovani con pelle scura, possono determinare entrambe alopecia cicatriziale;
- I linfomi cutanei a cellule B (tumori dei linfociti che si localizzano sulla cute) sono caratterizzati da lesioni cutanee sotto forma di placche o noduli eritematosi che ulcerandosi possono esitare in cicatrici.
Le alopecie non cicatriziali ereditarie si verificano in alcune sindromi ittiosiche ereditarie (malattie caratterizzate da cute estremamente secca che appare come se fosse ricoperta da squame) o in situazioni di anomalie di struttura del capello (sindrome dei capelli impettinabili).
Le alopecie non cicatriziali acquisite sono essenzialmente di tre tipi:
- L’alopecia androgenetica è la più comune e consiste in un diradamento progressivo dei capelli che si verifica a causa di un progressivo assottigliamento del fusto del capello; negli uomini il diradamento interessa più frequentemente la zona frontale e temporale (ovvero la zona del cuoio capelluto vicino le tempie) del cuoio capelluto; nella donna interessa la zona frontale e parietale (le parti laterali della testa). Questo tipo di alopecia è dovuta all’eccessiva attività di un enzima dal nome 5α-reduttasi di tipo II che, nel cuoio capelluto, trasforma l’ormone sessuale maschile testosterone nella sua forma più attiva, il diidrotestosterone. Quest’ultimo è responsabile dell’accelerazione della fase di crescita e quindi anche di involuzione del capello, che sotto l’effetto dell’ormone si assottiglia fino a cadere.
- L’alopecia areata è una caduta acuta di capelli che può avvenire in zone circoscritte del cuoio capelluto o può interessarlo diffusamente. La perdita di capelli in aree determinate del cuoio capelluto porta alla formazione di chiazze glabre tondeggianti o ovalari a margini netti e superficie liscia. Possono essere interessate anche le sopracciglia, la barba o altre sedi cutanee. Spesso associata a patologie autoimmuni (tiroidite di Hashimoto, vitiligine, gastrite atrofica), è dovuta probabilmente ad un processo autoimmune ovvero ad un’aggressione da parte di cellule del sistema immunitario (come i linfociti T) della matrice del capello, ovvero del capello alla sua origine dal follicolo pilifero: il fusto del capello aggredito è fragile ed assottigliato, “distrofico” per cui si spezza e cade. L’evento scatenante questo tipo di alopecia è solitamente un importante stress fisico (una malattia debilitante) o psicologico (una separazione, un lutto).
- La tricotillomania è una forma di alopecia dovuta allo spezzamento dei capelli per trazione volontaria da parte del paziente. Si tratta di un gesto che viene eseguito in maniera ripetitiva e continua, tendenzialmente nel medesimo punto del cuoio capelluto, da parte di bambini o adolescenti che cercano, inconsciamente, di attirare l’attenzione. Questa condizione può talvolta trasformarsi in una vera e propria psicosi. Il fatto di spezzare i capelli in punti diversi (a volte vicino alla loro base, a volte nel mezzo del fusto) porta alla formazione di chiazze alopeciche di forma irregolare, non completamente glabre ma caratterizzate dalla presenza di capelli spezzati di diversi lunghezza.
Ricordiamo infine altre forme di alopecia, generalmente reversibili, dovute per esempio a:
- stress,
- farmaci (come nel caso della chemioterapia e della radioterapia),
- cause ormonali (come ad esempio nel post-partum o in menopausa),
- trattamenti aggressivi ai capelli.
Fattori di rischio
Ogni specifica condizione è associata a determinati fattori di rischio, ma generalizzando è possibile dire che:
- può esserci una predisposizione genetica al disturbo (famigliarità),
- il rischio di sviluppare alopecia aumenta con l’età,
- malattie autoimmuni,
- una perdita significativa di peso è talvolta associata ad una forma più o meno moderata, ma reversibile, di alopecia,
- in caso di carenze alimentari (ferro, proteine) e/o malnutrizione,
- stress.
Diagnosi
La diagnosi di alopecia, e la distinzione delle diverse forme, si basa sulla raccolta dettagliata della storia clinica del paziente:
- quando è comparso il problema,
- come si è manifestato,
- quali sono le eventuali altre patologie di cui soffre o ha sofferto,
- …
e sull’esame obiettivo, ovvero sull’analisi delle caratteristiche cliniche non solo delle chiazze glabre (localizzazione, forma, margini, evoluzione nel tempo), ma anche delle altre zone del cuoio capelluto e del corpo.
L’utilizzo del dermatoscopio manuale rappresenta un valido aiuto per osservare a maggior ingrandimento le caratteristiche dei capelli che si trovano ai margini delle chiazze o anche al loro interno (quando c’è ricrescita).
Prognosi e complicazioni
La prognosi dipende dal tipo di alopecia in questione.
- Nelle aree di alopecia cicatriziale i capelli e i peli non possono ricrescere.
- Nelle alopecie non cicatriziali invece le possibilità di guarigione o di arresto della patologia sono buone.
In assenza di trattamento, talvolta anche nonostante le terapie, l’alopecia androgenetica nell’uomo può progredire fino alla calvizie, condizione che invece nella donna non avviene mai.
L’alopecia areata in chiazze può
- andare incontro a guarigione spontanea
- oppure può evolvere in
- alopecia totale (coinvolgimento di tutto il cuoio capelluto)
- o universale (coinvolgimento di tutta la superficie cutanea).
La tricotillomania si associa talvolta alla tricofagia: i pazienti strappano i capelli e poi li ingeriscono, causando nei casi estremi, la formazione di tricobezoari (masse di capelli che ostruiscono l’intestino).
Cura
L’approccio terapeutico dipende dal tipo di alopecia in questione.
- Nelle alopecie cicatriziali il trattamento è ininfluente.
- Nell’alopecia androgenetica si possono usare trattamenti locali a base di Minodixil in soluzioni al 2% o 5% da applicare 2 volte al giorno o trattamenti sistemici (nelle donne solo se in post menopausa, negli uomini a qualsiasi età) a base di finasteride, un inibitore dell’enzima 5α-reduttasi di tipo II o terapie chirurgiche di autotrapianto.
- Nell’alopecia areata i farmaci più utilizzati per bloccare l’(auto)aggressione della matrice del pelo sono i cortisonici (per via locale o sistemica).
- Nelle forme gravi di tricotillomania con tricofagia ci si dovrebbe avvalere dell’aiuto di uno psicologo e/o di uno psichiatra.
Prevenzione
Non esistono purtroppo misure di prevenzione specifiche, mentre da un punto di vista generale per la salvaguardia della salute del capello si consiglia di:
- evitare pettinature che prevedano trecce o elastici stretti in caso di capelli già indeboliti,
- lavare ed asciugare sempre delicatamente i capelli, massaggiando e tamponando più che strofinare,
- non eccedere in frequenza con i trattamenti aggressivi (permanente, colore, …),
- attenersi ad una regolare igiene del capello, che tuttavia non deve essere eccessivamente frequente,
- proteggere i capelli dai raggi UV,
- smettere di fumare (fonte).
Fonti e bibliografia
- Cainelli T., Giannetti A., Rebora A. Manuale di dermatologia medica e chirurgica. McGraw-Hill 4° edizione.
- Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.
Autore
Dr.ssa Giulia Ciccarese
Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e VenereologiaIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Lecce n. 7520, specialista in Dermatologia e Venereologia;