Olio di Krill: proprietà, effetti indesiderati e controindicazioni

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Cos’è l’olio di Krill?

Krill, parola di origine norvegese, è un termine ombrello che indica diverse specie di organismi marini invertebrati appartenenti all’ordine Euphausiacea; si tratta di crostacei di piccola dimensione che è possibile trovare in tutti gli oceani, ma che si concentrano in particolare nelle fredde acque polari. Rivestono un prezioso ruolo nell’ecosistema in quanto alimento di base di numerosi animali marini (balene, mante, squali balena, pesce azzurro, ma anche uccelli acquatici).

Esiste un florido commercio del krill, pescato soprattutto a sud del Giappone, per essere poi usato come cibo per acquacoltura e allevamento in acquario, nonché come esche per la pesca sportiva e come ingrediente per l’industria farmaceutica.

L’olio di krill è un estratto preparato preparato a partire da Euphausia superba, una specie di krill antartico; comunemente venduto come integratore alimentare, i principi attivi più rilevanti sono

  • acidi grassi omega-3 (simili a quelli dell’olio di pesce)
  • e gli acidi grassi derivati dai fosfolipidi (PLFA), principalmente la fosfatidilcolina (a volte indicata come lecitina marina).
Krill su un dito

Shutterstock/Porco_Rosso

Che differenza c’è tra olio di Krill e olio di pesce?

L’olio di krill e l’olio di pesce oceanico sono entrambi ricchi di acidi grassi omega-3, principalmente acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA); l’olio di Krill è inoltre particolarmente ricco di colina e fosfatidilcolina, peraltro in forma facilmente assorbibile dall’organismo (elevata biodisponibilità).

L’olio di krill contiene anche un contenuto apprezzabile di astaxantina, pigmento responsabile del caratteristico colore rosso.

Proprietà

L’olio di krill viene promosso e venduto per numerose indicazioni, tra cui

Funziona?

Nonostante l’aura di efficacia che permea gli omega-3, la realtà è che non esistono solide evidenze di efficacia quando l’assunzione avviene in forma di integratori.

Anche relativamente all’astaxantina le prove di un’effettiva utilità sono ad oggi nella migliore delle ipotesi preliminari e spesso frutto di studi in vitro o nell’animale.

L’ampia letteratura disponibile conduce a conclusioni più positive e robuste quando l’assunzione di omega-3 ha origine alimentare, secondo alcuni autori per la possibilità che esistano altre molecole (ancora da isolare) con azione sinergica (ovvero di potenziamento).

Prove un pochino più rilevanti esistono invece per il trattamento dell’occhio secco.

Nel caso di desideri provare vanno preferiti integratori prodotti da aziende dalla solida reputazione (seppure estratti da animali di piccola taglia esiste il rischio di contaminazione da metalli pesanti) e il cui dosaggio riporti chiaramente la titolazione in termini di omega-3 contenuti.

Effetti collaterali

Si ritiene l’integratore di olio di krill ragionevolmente sicuro e ben tollerato, sebbene manchino studi che valutino la sicurezza a lungo termine.

Come per gli integratori a base di omega 3 derivati dal pesce emerge purtroppo il fastidio legato al sapore di pesce (che talvolta persiste anche nelle ore successive); tra i possibile effetti collaterali segnalati figurano soprattutto disturbi gastrointestinali:

Controindicazioni

L’integratore è in genere ben tollerato, ma come tutte le forme di omega-3 è cautelativamente controindicato in caso di problemi di coagulazione (per la stessa ragione andrebbe sospeso nelle settimane che precedono un intervento chirurgico).

È inoltre sconsigliato ai soggetti allergici ai crostacei, nonché a donne in gravidanza e allattamento (seppure non esistano evidenze di rischio, allo stesso modo non disponiamo di evidenze certe di assenza di rischio).

L’integratore è infine controindicato in caso di diete vegane (è per definizione estratto da crostacei).

Interazioni

Le possibili interazioni note sono due:

  • farmaci anticoagulanti/antiaggreganti (in grado cioè di fluidificare il sangue),
  • farmaci antidiabetici (per un possibile effetto di riduzione della glicemia).

Fonti e bibliografia

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