Cos’è la lattoferrina e a cosa serve
La lattoferrina (o lactoferrina) è una proteina appartenente alla categoria delle transferrine, molecole proteiche con la capacità di legare e trasportare il ferro.
Nell’essere umano è possibile isolarla principalmente nel colostro e nel latte materno, ma si trova anche in lacrime, secrezioni nasali e saliva (dove probabilmente esplica un’azione antimicrobica verso batteri e virus) seppure a concentrazioni di molto inferiori:
- Colostro: 5-7 mg / ml;
- Latte di transizione: circa 3.7 mg / ml;
- Latte maturo: 1-2 mg / ml;
- Sangue: 0.02-1.5 µg / ml (ovvero quasi assente, si noti l’unità di misura);
Alcuni batteri richiedono la presenza di ferro per poter proliferare efficacemente, ma la presenza di lattoferrina è in grado di sottrarlo dall’ambiente impedendo o almeno riducendo così la replicazione cellulare.
Nei confronti dei virus il meccanismo d’azione è invece differente e si basa principalmente sulla capacità di legarsi alle stesse proteine di membrana che i virus utilizzano per penetrare le cellule dell’organismo, competendo quindi per lo stesso sito di legame, ma esistono studi meno recenti che evidenziano una possibile attività di distruzione dell’RNA (materiale genetico usato da alcuni virus).
Sebbene questi siano i meccanismi più rilevanti, ne sono noti ulteriori che nel complesso ampliano ed amplificano l’efficacia immunitaria della lattoferrina, anche se probabilmente il suo ruolo principale nell’organismo è legato più propriamente ad una gestione del ferro (con funzioni di raccolta e trasporto).
Più in generale la si inquadra come facente parte del sistema immunitario innato (o non specifico), il sottosistema evolutivamente più antico e che interviene come prima linea di difesa verso minacce esterne (agenti patogeni) già nell’arco di poche ore dal contatto. La presenza della molecola nel latte materno è peraltro spiegata proprio grazie alla sua efficacia di protezione verso il neonato, il cui sistema immunitario è ancora immaturo e quindi incapace di difendere adeguatamente l’ospite (oltre alla funzione di fonte altamente biodisponibile di ferro).
È stata inoltre studiata al fine di promuovere l’assorbimento di ferro durante la gravidanza e, per estensione, come integratore di ferro anche per la popolazione generale, dove sembra possedere un profilo di tollerabilità migliore rispetto agli integratori a base di ferro solfato.
A titolo di curiosità si segnala infine un utilizzo industriale come conservante della carne.
Integratori di lattoferrina
Sono disponibili in commercio numerosi integratori a base di lattoferrina, nelle più svariate forme farmaceutiche, come ad esempio spray, gocce e compresse, la cui promozione avviene in genere a scopo immunitario o nei confronti di carenze di ferro.
Proprietà
Letteratura scientifica alla mano, la lattoferrina è considerata potenzialmente utile in caso di:
- anemia sideropenica durante la gravidanza (dove sembra mostrare un’aumentata tollerabilità rispetto alle integrazioni classiche),
- sepsi in neonati prematuri.
Altri utilizzi, ad esempio come immunostimolante o come integrazione difensiva verso infezioni virali/batteriche rimangono ad oggi ancora da dimostrare e basate, nella migliore delle ipotesi, su osservazioni in vitro.
Relativamente all’utilizzo nell’ambito della prevezione/trattamento della COVID-19 non esistono ad oggi prove solide di efficacia.
Dove si trova? In quali alimenti?
È possibile assumere lattoferrina attraverso la dieta principalmente con il consumo di latte vaccino (bovino), anche se vale la pena notare che, sebbene molto simili, lattoferrina umana e bovina non siano esattamente identiche.
Si segnala inoltre che qualsiasi trattamento termico volto ad aumentare la conservazione del latte (ad esempio la pastorizzazione) riduce la quantità di lattoferrina biodisponibile, rendendo quindi impraticabile l’assunzione di adeguate quantità del principio attivo mediante alimentazione.
Vale infine la pena notare che la concentrazione è in assoluto relativamente bassa (spaziando da 31,8 – 485,6 μg / mL, si noti l’unità di misura μg pari a 0.001 mg in rapporto alle dosi espresse nell’elenco del primo paragrafo).
Effetti indesiderati
Alle dosi alimentari non si segnalano rischi di sorta ed anche l’assunzione di integratori a base di lattoferrina è considerata ragionevolmente sicura; l’assunzione di dosi superiori a 7,2 grammi al giorno sembra invece aumentare il rischio di comparsa di effetti collaterali come
- eruzioni cutanee,
- perdita di appetito,
- costipazione,
- diarrea
- e nausea.
Controindicazioni

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Sebbene sia considerata sicura l’assunzione di dosi fino a 200 mg in gravidanza (come integratore di ferro), si raccomanda la preventiva valutazione da parte del ginecologo.
Non si segnalano invece interazioni note con altri farmaci.
Bambini
L’assunzione alle dosi raccomandate è considerata ragionevolmente sicura anche nei bambini, non solo come ovvio nel latte materno, ma anche quando presente come ingrediente aggiunto (peraltro approvato anche dall’EFSA).
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.