Vitamina D: perché il sole dietro ai vetri non serve e come rimediare

Ultima modifica

La vitamina D è un nutriente essenziale per la salute umana, noto soprattutto per il suo ruolo nel mantenimento dell’omeostasi del calcio e della salute ossea, ma anche per i suoi effetti su altre funzioni biologiche, come il sistema immunitario.

La principale fonte di vitamina D per il corpo umano è la sintesi cutanea stimolata dall’esposizione al sole, in particolare per effetto della luce ultravioletta B (UVB).

Purtroppo non tutti sanno che questa produzione non può avvenire quando l’esposizione al sole avviene attraverso i vetri, come ad esempio in casa, in ufficio o in auto. Questo fenomeno è legato alle proprietà fisiche del vetro e alla natura specifica dei raggi UVB. Vediamo perché e come rimediare

La sintesi della vitamina D nella pelle

Donna al sole dietro i vetri di una finestra

Shutterstock/Nick Starichenko

La vitamina D viene prodotta nella pelle attraverso un processo biochimico complesso che inizia con l’esposizione della cute ai raggi UVB del sole. Questo processo coinvolge diverse fasi:

  1. Assorbimento dei raggi UVB: I raggi UVB penetrano nella pelle e convertono un precursore della vitamina D presente nello strato epidermico (il 7-deidrocolesterolo) in previtamina D3.
  2. Conversione in vitamina D3: La previtamina D3 viene successivamente trasformata in vitamina D3 (colecalciferolo) grazie alla temperatura corporea.
  3. Metabolismo epatico e renale: La vitamina D3 così prodotta viene trasportata al fegato e poi ai reni, dove viene ulteriormente trasformata nelle sue forme biologicamente attive (25-idrossivitamina D [25(OH)D] e 1,25-diidrossivitamina D).

Questo processo è altamente dipendente dalla presenza dei raggi UVB del sole. Senza una quantità sufficiente di UVB che raggiunge la pelle, la produzione cutanea di vitamina D non può avvenire.

Evidenze scientifiche

Numerosi studi hanno confermato che la sintesi di vitamina D è significativamente ridotta o addirittura assente quando l’esposizione al sole avviene attraverso superfici vetrate. Alcuni punti chiave della letteratura medica includono:

  1. Studio sull’efficacia del vetro nel bloccare gli UVB: Ricercatori hanno dimostrato che i vetri standard bloccano oltre il 95% della radiazione UVB, rendendo improbabile qualsiasi produzione significativa di vitamina D attraverso l’esposizione solare dietro il vetro.
  2. Livelli di vitamina D in ambienti chiusi: Le persone che trascorrono gran parte della loro giornata in ambienti chiusi, nonostante possano essere esposte alla luce solare attraverso le finestre, hanno livelli di vitamina D inferiori rispetto a chi trascorre più tempo all’aperto.

Conseguenze per la salute

Poiché la sintesi cutanea di vitamina D non avviene attraverso il vetro, chi trascorre gran parte del tempo in ambienti chiusi o dietro superfici vetrate potrebbe essere a rischio di carenza di vitamina D. Questo rischio è particolarmente alto in:

  • Persone che lavorano in ufficio o vivono in abitazioni molto illuminate dalla luce naturale ma con poca esposizione diretta all’esterno.
  • Individui anziani o con mobilità ridotta, che non escono frequentemente all’aperto.
  • Residenti di regioni con climi freddi o poca esposizione solare stagionale.

La carenza di vitamina D è associata a molteplici problemi di salute, tra cui:

Come garantire un’adeguata produzione di vitamina D?

Per superare il problema della barriera del vetro e garantire un livello adeguato di vitamina D, si possono adottare diverse strategie:

  1. Esposizione diretta al sole: Trascorrere del tempo all’aperto, con braccia e gambe scoperte, per circa 10-30 minuti al giorno (a seconda del tipo di pelle, dell’età e delle condizioni climatiche). È tuttavia importante evitare scottature.
  2. Supplementazione: Nei mesi invernali o in situazioni di insufficiente esposizione al sole, potrebbe essere necessario ricorrere a integratori di vitamina D, previa consultazione con il medico.
  3. Dieta ricca di vitamina D: Consumare alimenti ricchi di vitamina D, come pesce grasso (salmone, sgombro, aringa), uova e fegato.

Per approfondire:

La barriera del vetro: il ruolo nell’assorbimento degli UVB

I vetri standard utilizzati in finestre, automobili e altri ambienti bloccano efficacemente quasi tutta la radiazione UVB proveniente dal sole, questo significa che esporsi al sole attraverso un vetro è purtroppo inutile dal punto di vista della produzione di vitamina D.

Questo accade per via delle proprietà ottiche e chimiche del vetro:

  1. Filtraggio dei raggi UV: La maggior parte dei vetri normali (in particolare il vetro float, comunemente usato per finestre) è progettata per bloccare quasi completamente i raggi UVB (290-315 nm) e una parte dei raggi UVA (315-400 nm).
  2. Assorbimento della radiazione: Il vetro assorbe o riflette la radiazione UVB, impedendole di raggiungere la pelle. Per questo motivo, anche se si trascorre molto tempo vicino a una finestra soleggiata, la pelle non riceve quantità sufficienti di UVB per attivare la produzione di vitamina D.

Differenza tra UVB e UVA

È importante distinguere i raggi UVB dai raggi UVA:

  • UVB: Sono i raggi responsabili della sintesi della vitamina D e di parte degli effetti dannosi del sole, come le scottature. Tuttavia, essendo bloccati dal vetro, non possono contribuire alla produzione cutanea di vitamina D.
  • UVA: Questi raggi hanno lunghezze d’onda più lunghe e penetrano meglio sia nella pelle sia attraverso il vetro. Gli UVA sono associati all’invecchiamento cutaneo e a danni indiretti al DNA, ma non contribuiscono alla sintesi della vitamina D.
Articoli Correlati
Articoli in evidenza