La vitamina D è un nutriente essenziale per la salute umana, noto soprattutto per il suo ruolo nel mantenimento dell’omeostasi del calcio e della salute ossea, ma anche per i suoi effetti su altre funzioni biologiche, come il sistema immunitario.
La principale fonte di vitamina D per il corpo umano è la sintesi cutanea stimolata dall’esposizione al sole, in particolare per effetto della luce ultravioletta B (UVB).
Purtroppo non tutti sanno che questa produzione non può avvenire quando l’esposizione al sole avviene attraverso i vetri, come ad esempio in casa, in ufficio o in auto. Questo fenomeno è legato alle proprietà fisiche del vetro e alla natura specifica dei raggi UVB. Vediamo perché e come rimediare
La sintesi della vitamina D nella pelle

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La vitamina D viene prodotta nella pelle attraverso un processo biochimico complesso che inizia con l’esposizione della cute ai raggi UVB del sole. Questo processo coinvolge diverse fasi:
- Assorbimento dei raggi UVB: I raggi UVB penetrano nella pelle e convertono un precursore della vitamina D presente nello strato epidermico (il 7-deidrocolesterolo) in previtamina D3.
- Conversione in vitamina D3: La previtamina D3 viene successivamente trasformata in vitamina D3 (colecalciferolo) grazie alla temperatura corporea.
- Metabolismo epatico e renale: La vitamina D3 così prodotta viene trasportata al fegato e poi ai reni, dove viene ulteriormente trasformata nelle sue forme biologicamente attive (25-idrossivitamina D [25(OH)D] e 1,25-diidrossivitamina D).
Questo processo è altamente dipendente dalla presenza dei raggi UVB del sole. Senza una quantità sufficiente di UVB che raggiunge la pelle, la produzione cutanea di vitamina D non può avvenire.
Evidenze scientifiche
Numerosi studi hanno confermato che la sintesi di vitamina D è significativamente ridotta o addirittura assente quando l’esposizione al sole avviene attraverso superfici vetrate. Alcuni punti chiave della letteratura medica includono:
- Studio sull’efficacia del vetro nel bloccare gli UVB: Ricercatori hanno dimostrato che i vetri standard bloccano oltre il 95% della radiazione UVB, rendendo improbabile qualsiasi produzione significativa di vitamina D attraverso l’esposizione solare dietro il vetro.
- Livelli di vitamina D in ambienti chiusi: Le persone che trascorrono gran parte della loro giornata in ambienti chiusi, nonostante possano essere esposte alla luce solare attraverso le finestre, hanno livelli di vitamina D inferiori rispetto a chi trascorre più tempo all’aperto.
Conseguenze per la salute
Poiché la sintesi cutanea di vitamina D non avviene attraverso il vetro, chi trascorre gran parte del tempo in ambienti chiusi o dietro superfici vetrate potrebbe essere a rischio di carenza di vitamina D. Questo rischio è particolarmente alto in:
- Persone che lavorano in ufficio o vivono in abitazioni molto illuminate dalla luce naturale ma con poca esposizione diretta all’esterno.
- Individui anziani o con mobilità ridotta, che non escono frequentemente all’aperto.
- Residenti di regioni con climi freddi o poca esposizione solare stagionale.
La carenza di vitamina D è associata a molteplici problemi di salute, tra cui:
- Osteomalacia e osteoporosi negli adulti.
- Rachitismo nei bambini.
- Debolezza muscolare e aumentato rischio di cadute.
- Compromissione della funzione immunitaria.
Come garantire un’adeguata produzione di vitamina D?
Per superare il problema della barriera del vetro e garantire un livello adeguato di vitamina D, si possono adottare diverse strategie:
- Esposizione diretta al sole: Trascorrere del tempo all’aperto, con braccia e gambe scoperte, per circa 10-30 minuti al giorno (a seconda del tipo di pelle, dell’età e delle condizioni climatiche). È tuttavia importante evitare scottature.
- Supplementazione: Nei mesi invernali o in situazioni di insufficiente esposizione al sole, potrebbe essere necessario ricorrere a integratori di vitamina D, previa consultazione con il medico.
- Dieta ricca di vitamina D: Consumare alimenti ricchi di vitamina D, come pesce grasso (salmone, sgombro, aringa), uova e fegato.
Per approfondire:
- Quali sono i sintomi di una carenza di vitamina D?
- Quando manca la vitamina D si può ingrassare?
- Quando si deve prendere la vitamina D: mattino o sera?
La barriera del vetro: il ruolo nell’assorbimento degli UVB
I vetri standard utilizzati in finestre, automobili e altri ambienti bloccano efficacemente quasi tutta la radiazione UVB proveniente dal sole, questo significa che esporsi al sole attraverso un vetro è purtroppo inutile dal punto di vista della produzione di vitamina D.
Questo accade per via delle proprietà ottiche e chimiche del vetro:
- Filtraggio dei raggi UV: La maggior parte dei vetri normali (in particolare il vetro float, comunemente usato per finestre) è progettata per bloccare quasi completamente i raggi UVB (290-315 nm) e una parte dei raggi UVA (315-400 nm).
- Assorbimento della radiazione: Il vetro assorbe o riflette la radiazione UVB, impedendole di raggiungere la pelle. Per questo motivo, anche se si trascorre molto tempo vicino a una finestra soleggiata, la pelle non riceve quantità sufficienti di UVB per attivare la produzione di vitamina D.
Differenza tra UVB e UVA
È importante distinguere i raggi UVB dai raggi UVA:
- UVB: Sono i raggi responsabili della sintesi della vitamina D e di parte degli effetti dannosi del sole, come le scottature. Tuttavia, essendo bloccati dal vetro, non possono contribuire alla produzione cutanea di vitamina D.
- UVA: Questi raggi hanno lunghezze d’onda più lunghe e penetrano meglio sia nella pelle sia attraverso il vetro. Gli UVA sono associati all’invecchiamento cutaneo e a danni indiretti al DNA, ma non contribuiscono alla sintesi della vitamina D.
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.