Il latte fa male. No, bene. No, aspetta. Sai cosa? Basta!

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Il latte è uno degli alimenti più consumati al mondo, ma anche uno dei più discussi.

C’è chi lo considera essenziale per la salute delle ossa e chi lo accusa di favorire infiammazioni, malattie autoimmuni o addirittura il cancro.

Alcuni lo eliminano del tutto per motivi etici, altri per intolleranza al lattosio.

Ma al di là delle mode e delle opinioni, cosa dice davvero la letteratura scientifica?

Cosa contiene il latte?

Ragazza che beve del latte dalla bottiglia

Il latte vaccino è una bevanda naturalmente ricca di:

  • Proteine ad alto valore biologico, soprattutto caseina e sieroproteine
  • Calcio biodisponibile, essenziale per ossa e denti
  • Vitamine (soprattutto B2, B12, A e D)
  • Grassi saturi, in particolare nella versione intera
  • Zuccheri, soprattutto in forma di lattosio

Va anche detto che esistono diversi tipi di latte (intero, parzialmente scremato, scremato) e derivati fermentati come yogurt e kefir, che hanno effetti parzialmente diversi sull’organismo.

Latte e salute delle ossa: mito o realtà?

Uno degli argomenti classici a favore del latte è il suo ruolo nel rafforzare le ossa grazie al contenuto di calcio. Tuttavia, le evidenze sono più complesse di quanto sembri:

  • Il latte è una fonte importante di calcio e vitamina D, nutrienti essenziali per la salute ossea e la prevenzione dell’osteoporosi, soprattutto in età avanzata.
  • Le linee guida raccomandano il consumo di latticini (preferibilmente a basso contenuto di grassi) come parte di una dieta equilibrata per mantenere la densità minerale ossea.
  • Tuttavia, la letteratura recente sottolinea che la prevenzione dell’osteoporosi dipende anche da altri fattori (attività fisica, vitamina D, stile di vita) e che il solo consumo di latte non è sufficiente.

Latte e rischio cardiovascolare

Qui la situazione è almeno neutra, secondo alcuni autori addirittura sorprendentemente positiva:

  • I latticini fermentati (yogurt, kefir, formaggi stagionati) sono associati a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, secondo diverse metanalisi
  • Il latte intero, ricco di grassi saturi, non è più demonizzato come un tempo: se consumato con moderazione, non sembra aumentare il rischio cardiovascolare, e alcuni studi suggeriscono addirittura un effetto neutro o benefico

Latte e cancro: esistono rischi reali?

Il rapporto tra consumo di latte e rischio oncologico è complesso e dipende dal tipo di tumore:

  • Tumore del colon-retto: la maggior parte degli studi mostra un rischio ridotto nei consumatori regolari di latte e latticini
  • Tumore della prostata: alcuni studi suggeriscono un possibile aumento del rischio con consumi molto elevati di latticini, ma le evidenze sono deboli e non conclusive (World Cancer Research Fund, 2018)
  • Tumore al seno: non emerge un’associazione chiara. Alcuni studi vedono un effetto protettivo, altri neutro

Non esiste alcuna prova seria che il latte “favorisca il cancro” in generale.

Latte e infiammazione

Uno dei cavalli di battaglia della narrativa “anti-latte” è l’idea che provochi infiammazione. Ma cosa dicono i dati?

  • Una revisione sistematica del 2020 conclude che nei soggetti sani il latte e i suoi derivati non promuovono risposte infiammatorie, anzi in alcuni casi possono avere un effetto anti-infiammatorio (specialmente i latticini fermentati).

Quindi no, il latte non è un alimento infiammatorio.

Latte e intolleranza al lattosio: quando davvero fa male

Un capitolo a parte è rappresentato dall’intolleranza al lattosio, una condizione molto comune:

  • Circa il 50-70% della popolazione mondiale adulta è intollerante, con percentuali molto variabili a seconda delle etnie
  • In Italia, si stima che il 40-50% degli adulti ne sia almeno parzialmente affetto

In questi casi, il consumo di latte può causare gonfiore, crampi addominali, flatulenza e diarrea. Ma:

  • Spesso è possibile tollerare piccole quantità, oppure consumare latticini delattosati o fermentati (es. yogurt)
  • Non è un’allergia, quindi non comporta rischi gravi

L’intolleranza è quindi una condizione individuale, non una controindicazione generale.

Latte vegetale vs. latte vaccino: un’alternativa valida?

I “latti vegetali” (soia, avena, mandorla, ecc.) sono sempre più popolari. Ma non sono sempre equivalenti:

  • Solo il latte di soia ha un profilo proteico simile a quello vaccino
  • Spesso sono più poveri di calcio, a meno che non siano fortificati
  • Possono essere un’alternativa valida in caso di intolleranza, ma non superiori in termini nutrizionali

Non esistono evidenze che sostituiscono completamente i benefici nutrizionali del latte vaccino.

Allora: il latte fa bene o fa male?

La risposta onesta, secondo la scienza attuale, è:

  • Il latte non è né un veleno né una panacea
  • Per la maggior parte delle persone sane, può far parte di una dieta equilibrata
  • I suoi effetti benefici dipendono dal tipo, dalla quantità e dal contesto alimentare generale
  • In soggetti intolleranti o allergici, va ovviamente evitato o sostituito

In sintesi: non è necessario berlo per forza, ma nemmeno eliminarlo per partito preso.

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