Galattosio: cos’è, a cosa serve e altre domande frequenti

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Cos’è il galattosio?

Il galattosio è uno zucchero semplice (monosaccaride), la cui formula è C6H12O6.

Formula chimica e struttura del galattosio

Di NEUROtiker – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1792216

La parola galattosio fu coniata da Charles Weissman a metà del XIX secolo e deriva dal greco galaktos (di latte) e dal suffisso chimico generico per gli zuccheri -osio; l’etimologia è quindi paragonabile a quella della parola lattosio, poiché entrambe presentano un chiaro riferimento all’alimento più comunemente associato alla presenza di queste molecole.

Dal punto di vista chimico i carboidrati (zuccheri) possono essere classificati in base al numero di unità che li compongono in:

  • monosaccaridi: formati da un’unica unità, come ad esempio il glucosio, il galattosio, il fruttosio;
  • oligosaccaridi: formati da poche unità, ad esempio il saccarosio (zucchero da cucina) è formato dall’unione tra una molecola di glucosio e una di fruttosio;
  • polisaccaridi: formati da molte unità legate tra loro in lunghe catene eventualmente ramificate.
Zuccheri semplici (mono- e disaccaridi)

Shutterstock/hakan.demir

Dove si trova?

Il galattosio si trova principalmente nei latticini (oltre che tal quale, si trova soprattutto in forma di lattosio, formato da una molecola di galattosio ed una di glucosio), ma è possibile isolarlo tal quale in piccole quantità anche in avocado e barbabietole da zucchero ed altra frutta/verdura, come ad esempio:

  • carciofi,
  • funghi,
  • olive,
  • arachidi,
  • cachi,
  • dattero,
  • papaya,
  • peperone,
  • pomodoro
  • e anguria.

Può anche essere sintetizzato ex-novo dall’organismo umano, sebbene la quota maggiore abbia origine alimentare

A cosa serve?

Il galattosio, al pari degli altri zuccheri, ha funzione prevalentemente energetica, ma poiché il corpo umano non è in grado di convertirlo direttamente in energia utilizzabile, deve preventivamente trasformarlo in glucosio nel fegato.

Il galattosio (nella sua forma chimica destrogira) è tuttavia anche noto come “zucchero cerebrale” poiché è un componente rilevante delle glicoproteine (proteine chimicamente legate a zuccheri) presenti nel tessuto nervoso.

Tra gli altri utilizzi dell’organismo spicca anche la sua presenza nei marcatori chimici presenti sulle cellule del sangue che determinano il gruppo sanguigno ed infine utilizzato dalla puerpera per la sintesi di latte materno.

Cosa cambia tra glucosio e galattosio?

Glucosio e galattosio sono carboidrati semplici, entrambi formati da un’unica molecola; il galattosio è dolce quanto il glucosio e circa il 65% rispetto al saccarosio, lo zucchero da tavolta che è a sua volta formato dall’unione tra glucosio e fruttosio (disaccaride).

Che differenza c’è tra lattosio e galattosio?

Il galattosio è un monosaccaride.

Quando combinato con il glucosio (un altro monosaccaride) si ottiene il lattosio (disaccaride); in natura il lattosio si trova principalmente nel latte e nei latticini.

I processi digestivi che avvengono nell’intestino umano consentono di avviare la reazione inversa, ottenendo cioè nuovamente una molecola di glucosio ed una di galattosio a partire da una di lattosio (mediante enzimi specializzati come le lattasi) per garantire il successivo assorbimento.

Anche nel latte materno umano è presente lattosio e, per la sua produzione nelle ghiandole mammarie, è richiesta allo stesso modo la presenza di una molecola di galattosio per ogni molecola di glucosio.

Chi è intollerante al lattosio può mangiare il galattosio?

Sì, lo può mangiare.

L’intolleranza al lattosio è una condizione che in genere è caratterizzata dalla mancanza di un enzima (lattasi) in grado di consentire la corretta digestione del lattosio a livello intestinale, promuovendo la seguente reazione chimica:

lattosio + H2O → galattosio + glucosio

In assenza dell’enzima si sviluppa una ridotta capacità di assorbimento e digestione del lattosio da parte dell’intestino tenue, con la conseguente fermentazione da parte dei batteri della microflora intestinale e lo sviluppo dei sintomi caratteristici (diarrea, gonfiore, flatulenza).

L’assunzione di galattosio tal quale NON rappresenta quindi un problema nel paziente intollerante al lattosio, che può consumarlo tranquillamente.

Cos’è la galattosemia?

La galattosemia è una rara malattia genetica che impedisce all’organismo di utilizzare il galattosio per produrre energia.

Il lattosio contenuto nei cibi è comunemente scisso in glucosio e galattosio dall’enzima lattasi; nei pazienti affetti da galattosemia questo meccanismo è difettoso, causando un un accumulo di galattosio in quantità gravemente tossiche per l’organismo.

La galattosemia classica, nota anche come tipo I, è la forma più comune e più grave della condizione. Se i neonati con galattosemia classica non vengono trattati tempestivamente con una dieta a basso contenuto di galattosio (si ricordi che nel latte materno è presente lattosio), entro pochi giorni dalla nascita compaiono complicanze potenzialmente letali. I neonati affetti tipicamente sviluppano

  • difficoltà di alimentazione,
  • mancanza di energia (letargia),
  • mancato aumento di peso
  • ritardo di crescita,
  • ittero (ingiallimento della pelle e del bianco degli occhi),
  • danni al fegato,
  • sanguinamenti,
  • gravi infezioni batteriche fino alla sepsi e shock.

La galattosemia di tipo II causa invece meno problemi rispetto alla forma classica, mentre la severità dei segni e sintomi della galattosemia di tipo III varia da lieve a grave.

Quando diagnosticata prima del parto la terapia inizia dall’esclusione di ogni fonte di galattosio/lattosio da parte della futura madre, mentre il bambino dopo il parto e per tutta la vita dovrà attenersi scrupolosamente ad una dieta priva di lattosio ed anche alimenti contenenti acidi lattici (e con altre piccole attenzioni, come ad esempio la riduzione dell’apporto di legumi).

Sindrome da malassorbimento di glucosio-galattosio

La sindrome da malassorbimento di glucosio-galattosio è una rara condizione genetica (poche centinaia di casi in tutto il mondo) in cui l’organismo non è in grado di assorbire gli zuccheri semplici glucosio e galattosio, con conseguente sviluppo di una grave diarrea ed importanti complicazioni correlate (perdita di peso e disidratazione, ad esempio).

I sintomi esordiscono fin dai primi giorni di vita, ovvero da quando viene somministrato latte materno od una formula per l’infanzia (entrambi contengono glucosio, galattosio e lattosio, che verrà poi scomposto nei primi due).

La terapia consiste nell’evitare il consumo di alimenti contenenti questi zuccheri.

Fonti e bibliografia

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