Che cos’è uno stent ureterale?
Lo stent ureterale è un dispositivo di silicone che viene inserito a livello delle alte vie urinarie (uretere e pelvi renale) per consentire un corretto deflusso di urina.

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Viene anche chiamato “stent a doppio J” perché presenta le estremità arricciate, così da evitare movimenti all’interno delle vie urinarie.

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Gli stent ureterali sono lunghi circa 26 cm e possono presentare una struttura aggiuntiva metallica che serve per evitare il collasso dell’uretere.
Richiami di anatomia
Le vie urinarie si distinguono in:
- Alte vie urinarie: i reni sono in comunicazione con la pelvi renale, che rappresenta la prima porzione degli ureteri dove viene accolta l’urina. Da qui, origina l’uretere che decorre nella regione profonda dell’addome per sfociare a livello della vescica. L’uretere ha la capacità di contrarsi per favorire lo spostamento di eventuali piccole concrezioni che si formano al suo interno.
- Basse vie urinarie: dalla vescia origina l’uretra che sbocca poi all’esterno.
A cosa serve?
Sono numerose le ragioni che possono indurre un medico a richiedere il posizionamento di uno stent ureterale, ma principalmente ricordiamo:
- Ostruzione degli ureteri: la causa può essere un grosso calcolo a livello dei calici renali, una fibrosi retroperitoneale o un tumore che comprime gli ureteri
- Posizionamento dopo una anastomosi tra due parti dell’uretere: per esempio in seguito ad un trauma che ha portato a lacerazione dell’uretere o dopo un trapianto renale
- A scopo profilattico, ad esempio per evitare complicanze nel caso di procedura di litotrissia extracorporea (una procedura attraverso cui si sfruttano gli ultrasuoni per rompere i calcoli) o per aiutare nell’identificazione dell’uretere nella chirurgia delle vie urinarie.
Nella maggior parte dei casi lo stent è un dispositivo temporaneo che serve a facilitare il processo di guarigione, tuttavia in alcuni casi potrebbe essere deciso di lasciarlo in sede e si parlerà di stent “a permanenza”: in questa situazione sarà necessario sostituirlo periodicamente.
Preparazione
Nei giorni precedenti l’esame è necessario eseguire esami del sangue di routine e un esame delle urine per verificare l’assenza di infezioni delle vie urinarie che, se presenti, dovranno essere trattate prima di applicare lo stent.
Viene infine iniziata una terapia antibiotica il giorno prima della procedura.
Nell’imminenza dell’inserimento viene applicato ad un dito della mano un piccolo strumento simile ad una pinza, il pulsiossimetro, che misura continuamente la frequenza cardiaca e il contenuto di ossigeno nel sangue. Potrebbe essere misurata anche la pressione arteriosa ad intervalli regolari durante la procedura.
Nella maggior parte dei casi la procedura è svolta in anestesia locale e solo occasionalmente, in base alle condizioni cliniche del paziente, potrebbe essere necessaria una lieve sedazione o una anestesia generale.
Come si applica lo stent?
La procedura si esegue in sala operatoria perché richiede specifici strumenti; le prime fasi dell’inserimento dello stento sono simili ad una cistoscopia, mentre al termine della procedura il paziente viene sottoposto ad alcune indagini radiografiche per valutare il corretto posizionamento del dispositivo.

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L’urologo dispone degli stessi strumenti utili ad effettuare una cistoscopia e ovviamente dello stent che verrà inserito nell’uretere:
- Il cistoscopio è uno strumento che viene posizionato in vescica passando dall’uretra e che presenta più canali attraverso cui possono essere inseriti vari strumenti ed una fonte luminosa con telecamera
- Una cannula che viene introdotta nella porzione di uretere che sfocia in vescica che fungerà da guida per far passare lo stent.
- Lo stent di silicone o metallico.
In sala operatoria si verrà posizionati supini e verrà disinfettata la regione genitale.
Successivamente verrà applicata della crema anestetica a livello dello sbocco dell’uretra e quindi inserito il cistoscopio. Una volta che l’urologo avrà raggiunto la vescica, verrà incannulato l’uretere e si faranno delle radiografie seriate per visualizzarne l’intero decorso. Successivamente verrà inserito lo stent, sempre sotto guida radiologica.
Infine, ancora attraverso radiografie, verrà confermato il corretto posizionamento dello stent.
Dopo la procedura
A seconda del motivo per cui viene svolta, si potrà essere dimessi al domicilio lo stesso giorno oppure sarà richiesta una degenza di qualche notte.
Sarà necessario continuare la terapia antibiotica secondo le indicazioni del medico. Potrebbero essere prescritti anche farmaci antispastici.
È importante bere molti liquidi i giorni successivi alla procedura per evitare la formazione di incrostazioni a livello dello stent.
Quali sono i rischi?
L’opportunità di procedere all’esecuzione dell’esame richiede particolare cautela in soggetti affetti da:
- malattie cardiache (recente infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, aritmie, …),
- difetti della coagulazione del sangue,
- insufficienza respiratoria.
Effetti collaterali
Gli effetti collaterali più frequenti nelle prime ore sono
- disturbi urinari di tipo irritativo come bruciore
- aumentata frequenza delle minzioni
- dolore a livello lombare durante le minzioni
Complicazioni
I possibili effetti collaterali tardivi e le complicazioni sono:
- dislocazione dello stent
- infezione dello stent
- rottura dello stent
- ostruzione dello stent
- infezione delle vie urinarie
- comparsa di sangue nell’urina
Quando chiamare il medico
È necessario contattare il medico (o il Pronto Soccorso, in base all’entità dei sintomi) se si presentano:
- febbre persistente
- dolore a livello lombare, soprattutto se associato a febbre
- sangue nell’urina persistente
- difficoltà eccessiva ad urinare
- dolore toracico
- palpitazioni
- difficoltà respiratorie
- ipotensione o senso di debolezza generale.
Fonti e bibliografia
- Siggers JH, Waters S, Wattis J, Cummings L. Flow dynamics in a stented ureter. Math Med Biol 2009; 26:1.
- Haleblian G, Kijvikai K, de la Rosette J, Preminger G. Ureteral stenting and urinary stone management: a systematic review. J Urol 2008; 179:424.
- Preminger GM, Tiselius HG, Assimos DG, et al. 2007 guideline for the management of ureteral calculi. J Urol 2007; 178:2418.
- UpToDate
Domande e risposte
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.