Introduzione
Una cisti pilonidale (o cisti sacro-coccigea) consiste in una sacca, di natura benigna, che si forma in corrispondenza della regione sacro-coccigea e in particolar modo a livello della piega interglutea.
La cavità costituita da questa lesione può essere occupata internamente da peli, secrezioni sebacee, composti di consistenza liquida o semisolida oppure da frammenti cellulari, come quelli cutanei.

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La cisti pilonidale è particolarmente frequente negli uomini di etnia caucasica ed età compresa tra i 15 e i 25 anni, specialmente se impegnati in attività che comportano il mantenimento della posizione seduta per diverse ore (camionisti, impiegati che trascorrono molte ore al PC, …).
Questa patologia, pur non essendo di per sé particolarmente preoccupante, può essere fonte di notevoli disturbi in caso di infezione o infiammazione.
Il trattamento, a seconda dei casi, prevede l’attuazione di una terapia medica (antibiotica o infiammatoria, nelle fasi acute) o di un intervento chirurgico, mediante il quale la cisti viene asportata radicalmente (che purtroppo non esclude, tuttavia, la possibilità di una successiva recidiva).
È un tumore?
La cisti pilonidale non è un tumore e una sua evoluzione maligna è considerata estremamente rara ed improbabile (0.02% – 0.1%, verso un carcinoma squamoso ben differenziato).
Cause
Non è possibile individuare con certezza la causa che è alla base della formazione della cisti pilonidale, ma si pensa che il tessuto sottile presente a livello della regione interglutea possa favorire un processo di accumulo di peli o altri microelementi (come i residui di cellule desquamate) in profondità a livello del derma (lo strato di pelle situato più internamente).
Questa evenienza, tipicamente indicata come presenza di “peli incarniti”, può essere favorita da:
- Traumatismi ripetuti a livello della regione sacrococcigea (frequenti negli sportivi o in coloro che svolgono particolari mansioni lavorative, come militari o camionisti);
- Pressione eccessiva a livello della regione sacrococcigea;
- Sovrappeso (un peso eccessivo, inoltre, può favorire la comparsa di recidive);
- Condizioni igieniche insufficienti;
- Ingente numero di peli superflui;
- Utilizzo di indumenti o biancheria intima troppo stretta;
- Abbondante sudorazione della regione interglutea (fenomeno in gradi di determinare la proliferazione di batteri anaerobi in grado di innescare un processo infettivo).
Sintomi
Nonostante la cisti pilonidale sia considerata una lesione di natura benigna (rappresentata da una sorta di sacca contenente internamente peli) che può non destare alcun sintomo per diversi periodi di tempo, può complicarsi in conseguenza dell’insorgenza di processi infiammatori in grado di determinare:
- Fastidio o dolore durante il mantenimento della posizione seduta;
- Gonfiore e rossore della regione interglutea;
- Dolore alla palpazione (la lesione, inoltre, può presentare una consistenza più dura);
- Aumento della temperatura locale e febbre (occasionalmente);
- Mal di testa o senso di malessere generalizzato.
Complicanze
L’entità dei sintomi può risultare particolarmente significativa in caso di sviluppo di complicazioni, come ad esempio:
- Fistole: rappresentano dei tragitti di comunicazione tramite cui la cisti pilonidale può aprirsi verso l’esterno, con conseguente fuoriuscita di un fluido di natura sierosa o purulenta; questi “canali di comunicazione” possono sboccare in diverse direzioni, occupando, talvolta, un’ampia porzione della cute.
- Cellulite: Infiammazione della cute.
- Ascessi: si presenta come una raccolta di pus ed è dovuto a infezione batterica della cisti pilonidale.
Un’evoluzione maligna è estremamente rara.
Diagnosi
È possibile diagnosticare la presenza di una cisti pilonidale, in prima istanza, attraverso l’osservazione e la palpazione della lesione (la regione interglutea appare dolente al tatto e in particolar modo, il tentativo di separare manualmente le natiche non è ben tollerato dal paziente) nonché attraverso la raccolta della storia clinica durante il colloquio con il paziente.
In seguito a questa prima valutazione è poi possibile eseguire ulteriori esami per escludere l’eventuale presenza di complicanze:
- Esplorazione rettale e anoscopia (esame ecografico che consente di valutare fistole o eventuali tramiti della lesione con il canale anale);
- Esami del sangue (utili in particolar modo per inquadrare lo stato generale di salute del paziente, nonché per valutare quale possa essere la causa che è alla base di un processo infiammatorio o infettivo che interessa la cisti pilonidale, aggravando la sintomatologia ad essa correlata).
Cura
Se decorre in maniera asintomatica, la cisti pilonidale può non necessitare di trattamento, tuttavia ai pazienti è consigliato di praticare una corretta igiene locale e di garantire la depilazione dell’area interglutea; quando invece la lesione risulti infiammata, a maggior ragione in caso di infezione, può essere necessario impostare una terapia farmacologica a base di antibiotici o antinfiammatori, in modo da evitare che sopraggiungano spiacevoli complicanze, come ascessi o fistole (in alcuni casi, sotto consiglio medico, è possibile assumere anche farmaci antidolorifici, per ridurre l’entità dei sintomi).
Una soluzione definitiva è altresì rappresentata da una strategia di tipo chirurgico, che prevede l’asportazione definitiva della cisti pilonidale.
In questo caso, è possibile procedere principalmente attraverso una tecnica endoscopica (anche nota come “EPsiT- Endoscopic Pilonidal Sinus Tratment), mediante la quale tramite una piccola incisione chirurgica effettuata sotto guida ecografica, sono introdotti un micro-bisturi o un laser che consentono l’escissione della lesione (questa tipologia di intervento consente di ridurre i tempi di ricovero del paziente, garantendo, inoltre, una ripresa più rapida).
Successivamente, è possibile attuare:
- Una “chiusura diretta”: la ferita chirurgica viene chiusa, tramite sutura e conseguente adesione dei lembi di cute che la delimitavano (questa tecnica, pur garantendo una guarigione più rapida della ferita, non è esente da un certo tasso di recidive post-chirurgiche);
- Una guarigione “per seconda intenzione”: dopo aver asportato la cisti pilonidale, la ferita post-chirurgica non è suturata, ma tamponata attraverso una garza sterile impregnata con una soluzione iodata; questa tipologia di intervento consente di ottenere una miglior pulizia locale, in caso di sopraggiunti processi infettivi o infiammatori della cisti pilonidale, i tempi di guarigione, tuttavia, saranno più lunghi (mediamente 6 settimane).
Prevenzione
Non è possibile delineare precise strategie di prevenzione che evitino l’insorgenza della cisti pilonidale, alcuni accorgimenti tuttavia risultano particolarmente utili per evitare possibili complicanze (come processi infiammatori a carico di questa lesione).
In particolar modo, è consigliato:
- Ridurre il proprio peso corporeo, adottando un regime alimentare sano (nel caso di pazienti in sovrappeso o obesi);
- Mantenere una corretta igiene personale;
- Eseguire una depilazione della regione rettale e della zona interglutea (in modo da evitare il processo di inclusione di peli all’interno della cavità cistica).
Fonti e bibliografia
Autore
Dr.ssa Chiara Russo
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Latina n. 4203
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