Cos’è il D-mannosio?
Il D-mannosio è uno zucchero semplice strettamente correlato al glucosio, lo zucchero più utilizzato dal nostro organismo.
È interessante notare che il mannosio può essere sintetizzato anche dall’organismo umano, ma si trova naturalmente anche in alcuni frutti.
Si ritiene che il termine mannosio derivi dalla “manna”, che la Bibbia descrive come il cibo fornito agli Israeliti durante il loro viaggio nella regione del Sinai (diversi alberi e arbusti possono produrre una sostanza chiamata manna, dalle cui secrezioni il mannitolo è stato originariamente isolato).
A cosa serve?
L’applicazione più comune del D-mannosio è nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni del tratto urinario, tipicamente la cistite, e in particolare quelle causate da Escherichia coli.
Si ritiene che il D-mannosio agisca aderendo ai batteri E. coli, impedendo loro di attaccarsi alle pareti del tratto urinario. Questo potrebbe facilitare l’eliminazione dei batteri attraverso l’urina.
Funziona davvero?
Alcuni studi clinici hanno mostrato risultati promettenti nell’uso del D-mannosio per prevenire le UTI ricorrenti e una prestigiosa revisione Cochrane del 2022 conclude che
Al momento, le evidenze scientifiche non sono sufficienti né per avallare né per sconsigliare l’uso del D-mannosio nella prevenzione o nel trattamento delle infezioni del tratto urinario […].
Questa revisione mette in luce una grave carenza di studi clinici randomizzati (RCT) di alta qualità che valutino l’efficacia del D-mannosio nelle infezioni urinarie. È sorprendente notare come, nonostante le infezioni del tratto urinario siano tra le più diffuse negli adulti – colpendo una donna su due almeno una volta nella vita – e considerando la crescente preoccupazione per la resistenza antimicrobica a livello globale, la ricerca su questo potenziale trattamento alternativo sia così scarsa.
In altre parole, gli autori sottolineano la necessità di condurre ricerche più rigorose e approfondite sul D-mannosio, evidenziando il paradosso di una sostanza promettente, ma scarsamente studiata.
Nel 2024 uno studio clinico randomizzato condotto su quasi 600 donne con infezioni ricorrenti delle vie urinarie purtroppo non è stato associato a miglioramenti significativi.
Controindicazioni
L’assunzione di D-mannosio in gravidanza e allattamento NON è consigliato, per il principio di cautela (mancano le prove della sua sicurezza).
Effetti collaterali
Il D-mannosio è considerato ragionevolmente sicuro per la maggior parte delle persone quando assunto per via orale nelle dosi raccomandate.
Tra i possibili effetti indesiderati, in genere di lieve entità, si annoverano nausea, diarrea e gonfiore.
D-Mannosio o cranberry?
Il D-mannosio, come abbiamo visto, è uno zucchero semplice che si ritiene agisca impedendo l’adesione dei batteri, in particolare l’Escherichia coli, alle pareti del tratto urinario. Il suo meccanismo d’azione proposto è relativamente semplice e diretto. D’altra parte, il cranberry ha una lunga storia di uso tradizionale per la salute del tratto urinario. Si pensa che i suoi benefici derivino principalmente dalle proantocianidine (PAC) che contiene, le quali potrebbero anch’esse interferire con l’adesione batterica.
Dal punto di vista dell’evidenza scientifica il cranberry vanta un corpus di ricerca più ampio, con numerosi studi condotti nel corso degli anni e un’efficacia almeno apparentemente più solida, anche se più in termini di prevenzione che di trattamento..
Un importante aspetto da considerare è la forma di assunzione:
- Il D-mannosio è generalmente disponibile come integratore in forma pura, il che potrebbe facilitare la standardizzazione del dosaggio.
- Il cranberry, invece, può essere consumato in varie forme: succo, estratto, capsule. Questa varietà può rendere più complessa la comparazione diretta degli studi e la determinazione di un dosaggio ottimale.
Per quanto riguarda la tollerabilità, entrambe le sostanze sono generalmente considerate sicure per la maggior parte delle persone. Il D-mannosio può talvolta causare disturbi gastrointestinali lievi, mentre il succo di cranberry, a causa della sua acidità, potrebbe non essere ben tollerato da alcuni individui o potrebbe interagire con certi farmaci come gli anticoagulanti.
In conclusione, sia il D-mannosio che il cranberry mostrano potenzialità nella gestione delle UTI, ma nessuno dei due può essere definitivamente dichiarato superiore all’altro sulla base delle attuali evidenze scientifiche. La scelta tra i due potrebbe dipendere da fattori individuali, come la tollerabilità personale, la facilità di assunzione e soprattutto la risposta individuale.
Per approfondire: Cranberry per la cistite
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.