Il catarro va ingerito o sputato?

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Il catarro, una sostanza viscosa prodotta nelle vie respiratorie, è una risposta comune del nostro corpo a infezioni, allergie o altre forme di irritazione. Si tratta di una sostanza acquosa costituita da glicoproteine, anticorpi, lipidi e altre sostanze, variabili in base a seconda di fattori quali clima, genetica e, soprattutto, stato del sistema immunitario. Anche il colore può variare di conseguenza, dal trasparente al giallo pallido o scuro e al verde, dal marrone chiaro al marrone scuro e persino al grigio scuro a seconda dei costituenti.

Sebbene sia un fenomeno naturale, spesso ci troviamo di fronte al dilemma: ingoiare o sputare il catarro?

Donna con espressione di disgusto

Shutterstock/Krakenimages.com

Partiamo da una semplice considerazione, quando il catarro scende lungo la gola, spesso lo ingoiamo senza nemmeno accorgercene. Il nostro stomaco, con il suo ambiente acido, è generalmente in grado di neutralizzare i microrganismi eventualmente presenti nel catarro.

Inoltre, da un punto di vista sociale, ingoiare il catarro è un considerato un comportamento più discreto e socialmente accettabile rispetto allo sputarlo (per usare un eufemismo…😂) anche perché, obiettivamente, potrebbe favorire la dispersione dei patogeni nell’ambiente facilitando la diffusione dell’infezione.

Tuttavia sputarlo offre innegabilmente alcuni vantaggi:

  • aiuta a mantenere pulite le vie aeree, specialmente in caso di congestione nasale o bronchite e, soprattutto in fase acuta, questo può favorire la risoluzione dell’infezione (se ci pensi bene, la tosse è un riflesso che serve esattamente a questo, staccare il catarro e favorirne l’espulsione verso l’esterno, insieme ai microrganismi presenti);
  • riduce il numero di batteri o virus che entrano nel sistema digestivo;
  • ci si potrebbe sentire a disagio ingoiando grandi quantità di catarro, specialmente se questo fosse denso o abbondante.

In buona sostanza, comportati pure come preferisci, non ci sono ragioni mediche pressanti per decidere di ingerire o sputare il catarro.

Cosa succede al catarro ingerito?

Il catarro non è tossico né pericoloso; una volta ingerito viene digerito e assorbito in forma di singole componenti (acqua, proteine, grassi, …). Gli eventuali batteri presenti difficilmente sopravvivono all’acidità gastrica, venendo quindi anche loro digeriti (e smontati nei loro costituenti).

Vale la pena sottolineare che il muco/catarro ingerito NON viene quindi riciclato tal quale, né può causare, di norma, infezioni intestinali.

Alcune persone lamentano una leggera sensazione di nausea durante le infezioni respiratorie, dando la colpa al catarro ingerito; sebbene non si possa escludere in linea di principio, è in realtà più probabile che sia un fastidio legato all’aria ingerita a causa dei ripetuti schiarimenti della gola e dell’infezione stessa, piuttosto che all’aumento del muco che arriva allo stomaco.

Consigli pratici

  1. Igiene: Se si decide di sputare il catarro, farlo in un fazzoletto o in un contenitore chiuso è essenziale per prevenire la diffusione di germi.
  2. Idratazione: Bere molta acqua può aiutare a fluidificare il catarro, rendendolo più facile da eliminare.
  3. Evitare irritanti: Fumo, inquinamento e allergeni possono aumentare la produzione di catarro. Evitare questi fattori può ridurre la quantità di catarro prodotto.

E il muco del naso?

Per quanto riguarda il muco del naso, è ancora più importante cercare di eliminarne quanto più possibile, soffiandosi il naso regolarmente. Questo approccio aiuta a prevenire il cosiddetto scolo-retronasale, una condizione in cui il muco scorre dalla parte posteriore del naso verso la gola. Tale scolo può causare irritazione, tosse, e può aggravare problemi come la gola infiammata e le infezioni delle vie respiratorie.

Mantenere le vie nasali libere non solo facilita la respirazione ma riduce anche il rischio di infezioni e la proliferazione di batteri. Un’eccessiva accumulazione di muco nel naso può infatti creare un ambiente favorevole alla crescita batterica e aumentare il rischio di complicazioni come sinusiti e infezioni dell’orecchio medio.

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