L’odore delle feci è uno degli aspetti più trascurati della nostra salute intestinale, eppure fornisce informazioni importanti su cosa mangiamo, come digeriamo e che tipo di batteri abitano il nostro intestino.
Tutti sappiamo che la cacca ha un odore sgradevole — è normale.
Ma quando diventa particolarmente fetida, acre, dolciastra o pungente, qualcosa nella nostra alimentazione o nella nostra digestione potrebbe non funzionare come dovrebbe.
Vediamo quindi, con basi scientifiche solide e un linguaggio accessibile, cosa ci racconta l’odore delle feci sulla nostra dieta e sulla salute intestinale.
Perché la cacca ha un odore?
L’odore delle feci è causato dalla fermentazione dei residui alimentari da parte dei miliardi di batteri che vivono nel colon. In particolare:
- Proteine (soprattutto di origine animale) → generano composti a base di zolfo (come il solfuro di idrogeno), responsabili del tipico odore “di uova marce”
- Grassi mal digeriti → producono acidi grassi volatili con odori rancidi
- Carboidrati non assorbiti → fermentano e danno origine a gas come metano e idrogeno, che hanno odori più “dolci” ma comunque sgradevoli
- Amine e indoli → derivano dalla degradazione di aminoacidi e danno un odore pungente
Quindi sì: ciò che mangi influenza direttamente l’odore delle tue feci, attraverso il tipo di batteri intestinali che si nutrono dei tuoi residui alimentari.
Dieta e odore delle feci: le associazioni più comuni
Vediamo alcuni scenari tipici basati sull’odore e sul profilo alimentare associato.
1. Odore molto forte, putrido, persistente
Spesso associato a:
- consumo eccessivo di carne rossa, insaccati, formaggi stagionati
- scarsa assunzione di fibre
- flora intestinale sbilanciata verso batteri “putrefattivi”
Cosa significa: Una dieta ricca di proteine animali aumenta la produzione di scatolo, indolo e composti solforati, sostanze volatili che rendono le feci particolarmente fetide. Questo tipo di odore può indicare anche una flora batterica alterata (disbiosi) e un rischio più alto di infiammazione intestinale.
2. Odore dolciastro, fermentato
Spesso associato a:
- eccesso di zuccheri semplici (dolci, bibite, frutta molto matura)
- carboidrati raffinati
- fermentazione batterica abbondante
Cosa significa: La fermentazione rapida degli zuccheri da parte dei batteri intestinali produce gas come l’idrogeno e l’alcol che danno alle feci un odore strano, talvolta dolciastro o “da cantina”. Può essere segno di sindrome dell’intestino irritabile, disbiosi o intolleranze alimentari (fruttosio, sorbitolo).
3. Odore rancido, saponoso
Spesso associato a:
- malassorbimento di grassi (steatorrea)
- insufficienza pancreatica o malattie epatobiliari
- dieta troppo ricca di oli vegetali industriali
Cosa significa: Quando i grassi non vengono digeriti e assorbiti correttamente, restano nelle feci e irrancidiscono, producendo un odore oleoso o chimico. In questo caso le feci spesso galleggiano, sono lucide e difficili da lavare via. È un segnale che merita valutazione medica.
4. Odore lieve o quasi assente
Spesso associato a:
- dieta ricca di fibre vegetali
- basso apporto di proteine animali
- microbiota sano ed equilibrato
Cosa significa: È un ottimo segnale. Le fibre fermentano lentamente, senza produrre grandi quantità di gas maleodoranti. Le feci possono essere abbondanti, morbide e poco odorose. Una dieta mediterranea o plant-based ben bilanciata tende a generare questo tipo di feci.
Odori che devono far accendere un campanello d’allarme
Anche se il giudizio sull’odore delle feci è soggettivo, alcuni cambiamenti persistenti e insoliti meritano attenzione medica:
- Odore estremamente fetido, diverso dal solito → possibile infezione intestinale o disbiosi grave
- Odore di pesce marcio o chimico → possibile malassorbimento proteico o metabolico
- Odore metallico, dolciastro persistente → raro, ma associato in alcuni casi a malattie epatiche avanzate
- Cambiamento improvviso dell’odore accompagnato da altri sintomi (diarrea, dolore, sangue) → da indagare sempre
Insomma, dimmi l’odore delle tue feci… e ti dirò se mangi bene.