Cos’è l’escara?
L’escara è una porzione di tessuto morto (necrotico) che risulta chiaramente distinta dal tessuto sano circostante.
Si tratta apparentemente (vide infra) di una crosta, tipicamente conseguenza di un’ustione profonda od altra lesione cutanea, come ad esempio
- cancrena,
- ulcera cutanea (ad esempio da piaga da decubito, diabetica, …),
- infezioni fungine,
- ferite da morso di ragno eremita (non presente in Italia),
- …
Nel processo di guarigione, quando possibile, è destinata a essere sostituita da una cicatrice cutanea.
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By José M. Ramos , Isabel Jado, Sergio Padilla, Mar Masiá, Pedro Anda, and Félix Gutiérrez – Journal of Emerging Infectious Diseases, Volume 19, Number 2—February 2013, online at: http://wwwnc.cdc.gov/eid/article/19/2/11-1706-f1.htm, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24750110
L’escara è una crosta?
Seppure visivamente simili, il termine “escara” non è intercambiabile con “crosta”, perché
- un’escara contiene tessuto necrotico (morto)
- mentre una crosta è composta esclusivamente da sangue secco ed essudato.
Un’escara è quindi tipicamente una condizione più grave rispetto ad una lesione che provochi la semplice formazione di una crosta cutanea (come le classiche abrasioni sulle ginocchia dei bambini).
Cosa fare?
- L’escara può essere lasciata evolvere naturalmente fino al suo distacco, ad esempio in caso di “escara stabile (asciutta, aderente, intatta, senza eritema o fluttuanza) sui talloni [che] serve come “copertura naturale (biologica) del corpo”,
- oppure richiedere la rimozione chirurgica (sbrigliamento) soprattutto nell’ottica di prevenzione dell’infezione (ad esempio, ma non solo, in pazienti immunocompromessi).
La decisione ultima spetta ovviamente allo specialista, ad esempio un dermatologo od un chirurgo vascolare, che valuterà fattori suggestivi di infezione come:
- rossore
- dolore
- gonfiore
- presenza di pus
- crepitio
- cattivo odore.
La sua rimozione chirurgica può avvenire mediante
- escarotomia (rimozione chirurgica dello strato)
- altre tecniche di debridement (ad esempio per applicazione di preparati proteolitici o medicazioni avanzate)
e lascia un’ulcerazione più o meno profonda che rappresenta la base della possibile guarigione.
Qualora l’escara sia su un arto è molto importante valutare la circolazione sanguigna e linfatica (mediante i polsi periferici dell’arto) per verificare che questa non sia compromessa, condizione che richiederebbe un tempestivo intervento chirurgico di rimozione dell’escara o quantomeno un’incisione chirurgica.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.