Introduzione
Con il termine “ectropion” si intende una variazione della posizione della palpebra inferiore, caratterizzata da una sua rotazione verso l’esterno; la palpebra, quindi, sembrerà allontanarsi dal bulbo oculare.
Questa condizione patologica è indotta da molteplici fattori e può riguardare una sola porzione, oppure l’intera parte centrale della palpebra inferiore.
Poiché in presenza di questa anomalia viene meno la funzione di protezione fornita dalla palpebra alla superficie oculare, l’occhio sarà maggiormente esposto all’aria, causando la comparsa di sintomi come:
- arrossamento oculare,
- bruciore,
- fastidio nella zona dell’occhio e del bordo palpebrale,
- aumento della secrezione oculare,
- lacrimazione (frequentemente riflessa e dovuta allo stato irritativo).
La rotazione del bordo della palpebra spesso coinvolge anche i puntini lacrimali (le aperture ovali da cui avranno origine i dotti lacrimali) causandone un’eccessiva esposizione verso l’esterno; tale esposizione ambientale è in grado di determinare un aumento della deposizione di cheratina e un restringimento del calibro duttale con successivo stravaso di lacrime al di fuori della superficie oculare, che apparirà quindi molto meno lubrificata.
È importante non sottovalutare questa condizione clinica, poiché la congiuntiva (la membrana che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre) e la cornea, perdendo la normale lubrificazione e la protezione offerta dalle palpebre, possono andare incontro ad un’infiammazione secondaria che, se protratta, è in grado di determinare l’ispessimento della porzione interna della palpebra con conseguente cheratopatia e rischi di ulcerazioni e perforazioni a carico della cornea.

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Cenni di funzionamento oculare
Tre componenti principali garantiscono il funzionamento dell’occhio:
- Cornea e cristallino: sono posizionati nella porzione frontale del bulbo oculare e hanno il compito di concentrare la luce proveniente dall’esterno, consentendo la proiezione delle immagini sulla retina.
- Retina: è costituita da un tessuto fotosensibile a luce e colore e si trova nel fondo dell’occhio; svolge la funzione di convertire gli impulsi visivi in segnali elettrici, permettendone la trasmissione nervosa.
- Nervo ottico: trasmette i segnali elettrici dalla retina al cervello, il quale li interpreterà e consentirà la comprensione delle informazioni su luci e colori, ricevute dall’occhio.
La cornea ha una funzione protettiva verso possibili insulti esterni (come abrasioni e virus/batteri) e i suoi nervi sono responsabili dei riflessi dell’ammiccamento e della lacrimazione; in caso di ectropion le lacrime tendono a cadere all’esterno dell’occhio, perdendo la capacità di lubrificare l’occhio. Questo determina un’infiammazione in grado di peggiorare l’ectropion stesso e favorire lesioni alla superficie corneale.

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Cause
Tra le principali cause di ectropion si riconoscono:
- Invecchiamento: con l’avanzare dell’età aumenta la debolezza muscolare e si assiste ad un rilassamento dei tessuti che induce iperlassità palpebrale.
- Condizioni congenite: anche se raramente, l’ectropion può essere presente fin dalla nascita e riconducibile ad anomalie oculari, che si verificano nel corso della gestazione e che determinano un inadeguato sviluppo dei muscoli palpebrali (può essere associato alla sindrome di Down o ad una rara disfunzione congenita della pelle, detta “ittiosi Arlecchino”).
Cause meno frequenti sono:
- traumi o ustioni alle palpebre,
- intervento chirurgico precedente o radioterapia delle palpebre,
- rapida perdita di peso,
- paralisi del nervo faciale (causata da ictus o da altre condizioni cliniche),
- lesioni nodulari o cistiche sul margine palpebrale,
- tessuto cicatriziale (come conseguenza di pregresse lesioni o interventi chirurgici),
- complicanza di patologie cutanee (come dermatiti da contatto).
Sintomi
Benché si possa manifestare su entrambe le palpebre, spesso si evidenzia soltanto in quella inferiore; il paziente affetto da ectropion lamenterà principalmente:
- arrossamento e irritazione,
- eccessiva lacrimazione,
- sensazione di bruciore oculare,
- infezioni frequenti degli occhi,
- secchezza oculare,
- dolore oculare lieve,
- comparsa di secrezioni oculari.
Si raccomanda di consultare immediatamente uno specialista in caso di
- riduzione della vista,
- rapido aumento del dolore,
- alterata sensibilità agli stimoli luminosi.
Complicazioni
Se trattato precocemente, in genere l’ectropion non è in grado di determinare gravi complicazioni e l’intervento chirurgico è di solito risolutivo.
Se i sintomi sono trascurati, tuttavia, la congiuntiva (la membrana che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre) e la cornea possono perdere la normale lubrificazione e la protezione offerta dalle palpebre e andare così incontro ad un’infiammazione secondaria che, se protratta, è in grado di determinare cheratopatia e rischi di ulcerazioni e perforazioni a carico della cornea.
Queste conseguenze, molto gravi, potrebbero compromettere la vista; si raccomanda, quindi, di rivolgersi ad un medico già alle prime avvisaglie di malattia.
Diagnosi
La diagnosi dell’ectropion è basata esclusivamente sull’esame obiettivo da parte dell’oculista che, attraverso l’ispezione del viso e prove di forza muscolare, è in grado di escludere o accertare un’eventuale presenza di una paralisi del nervo faciale.
Possono essere poi condotte altre indagini, come:
- Esame della cornea: permette di individuare eventuali cambiamenti epiteliali, secondari alla mancanza di protezione oculare da parte del margine palpebrale, che espone la congiuntiva e la cornea alla continua esposizione ambientale.
- Test per la lassità orizzontale della palpebra: consente di stabilire se i tessuti interessati dalla patologia sono indeboliti o seriamente danneggiati; il medico posiziona il pollice sul margine palpebrale esterno e lo spinge lateralmente e verso l’alto. Se al termine della manovra il margine della palpebra non torna in posizione è verosimile sospettare un danno di natura cicatriziale.
Cura e rimedi
Il trattamento è stabilito in base alla causa, alla gravità dell’ectropion e soprattutto in base allo stato della cornea al momento della diagnosi; se la causa è minore e temporanea non è richiesto alcun intervento.
Colliri, pomate antibiotiche, riepitelizzanti o lubrificanti, possono essere applicate, sotto consiglio del medico, per
- mantenere umidificata la regione oculare,
- alleviare i sintomi
- e offrire protezione alle strutture oculari, riducendo l’infiammazione.
Se è improbabile che il paziente possa recuperare spontaneamente o mediante il trattamento farmacologico, può essere indicato un intervento chirurgico; svolta solitamente in anestesia locale, l’operazione ha una durata di circa 40 minuti e mira a correggere la posizione della palpebra, inserendo una sezione del legamento palpebrale, per dare sostegno al tessuto.
Nel caso in cui l’ectropion sia dovuto ad esiti cicatriziali di ferite o pregressi interventi chirurgici può essere indicata un’operazione differente, mediante utilizzo di un innesto cutaneo (si ricava, generalmente, una sezione di pelle dalla palpebra superiore o dalla porzione posteriore dell’orecchio e si trasferisce sulla palpebra inferiore).
Fonti e bibliografia
- Humanitas
- Marco Peduzzi, Manuale d’oculistica terza edizione, Milano, McGraw-Hill, 2004, ISBN 978-88-386-2389-9.
- Semin Ophthalmol. 2010 May;25(3):59-65. doi: 10.3109/08820538.2010.488570. Ectropion. Bedran EG, Pereira MV, Bernardes TF.
- Dermatol Surg. 2019 Sep 10. doi: 10.1097/DSS.0000000000002150. [Epub ahead of print] Cicatricial Ectropion Repair for Dermatologic Surgeons. Kooistra LJ1, Scott JF2, Bordeaux JS1,2.
Autore
Dr.ssa Chiara Russo
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Latina n. 4203
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