Dita delle mani a martello: cause, sintomi, pericoli e rimedi

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Introduzione

Il dito a martello è una lesione che si sviluppa all’estremità di un dito e che lo costringe a piegarsi verso l’interno della mano, impedendone una normale estensione. Più in particolare si tratta di uno stiramento/strappo del tendine che collega il muscolo all’osso del dito.

Sebbene sia una delle lesioni tendinee più comune nel mondo sportivo, può anche essere la conseguenza di traumi minori contratti nel quotidiano, svolgendo lavori in casa o attività professionali.

Dito a martello

Shutterstock/Inna Kozhina

Cause

Le ossa che compongono le dita sono chiamate falangi e comprendono:

  • 2 ossa nel caso del pollice
  • 3 ossa nelle altre dita

I tendini sono tessuti che collegano i muscoli all’osso.

I muscoli che muovono le dita si trovano nell’avambraccio e sono collegati alle ossa delle dita da lunghi tendini; quelli posti sulla parte superiore della mano sono chiamati tendini estensori e consentono di estendere (raddrizzano) le dita, mentre i tendini flessori si trovano sul lato opposto (quello del palmo) e permettono invece di flettere (piegare) le dita.

Il dito a martello si manifesta in caso di lesione al tendine estensore.

Tendine estensore del dito

Shutterstock/Alila Medical Media

Le dita più comunemente colpite sono le seguenti:

  • dito medio,
  • anulare,
  • indice
  • mignolo,
  • pollice.

La causa più comune è una violenta flessione in corrispondenza dell’articolazione interfalangea distale, ovvero quella più vicina alla punta del dito, tipicamente a causa di un colpo subito sulla punta e conseguente lacerazione del tendine estensore. La rottura del tendine estensore fa cadere l’ultima falange, che rimane così in una posizione flessa senza la capacità di estendersi attivamente.

Sebbene negli USA sia anche noto anche come “dito da baseball”, questo infortunio può in realtà riguardare chiunque, soprattutto quando un oggetto rigido (come una palla) colpisce la punta di un dito e l’impatto causa una flessione superiore a quella fisiologica.

Sintomi

Il dito a martello della mano si presenta in modo molto caratteristico, essendo flesso verso l’interno; sono tipicamente presenti anche dolore e gonfiore all’estremità del dito.

Complicazioni

Potrebbe persistere anche dopo la guarigione una piccola protuberanza sulla parte superiore dell’articolazione, ma nel complesso il recupero è pressoché totale. La prognosi del dito a martello della mano è quindi in genere ottima, ma tra le possibili complicazioni segnaliamo:

  • Complicanze relative alla pelle dorsale; tra le complicazioni più comuni, comprendono ad esempio ulcerazione e deformità dell’unghia.
  • Perdita di circa 10° di movimento articolare, che tuttavia in genere non rappresenta un grosso problema pratico.
  • Deformità a collo di cigno, consiste nel piegamento della base del dito, un’estensione dell’articolazione intermedia e il piegamento (flessione) di quella terminale (è una lesione tipica dell’artrite reumatoide).
  • Complicanze specifiche del trattamento chirurgico, come infezioni, incongruenza articolare, …
Deformità collo cigno

Shutterstock/iCueTH

Quando rivolgersi al medico

In caso di dito a martello si raccomanda di rivolgersi immediatamente al proprio curante, ma è soprattutto importante prestare attenzione nel caso di presenza di sangue sotto l’unghia o se questa si sia staccata, potenziali segni di frattura aperta e per questo ad elevato rischio d’infezione.

Diagnosi

Quella del dito a martello è una diagnosi clinica, formulata cioè sull’anamnesi (raccolta d’informazioni, soprattutto in termini di condizioni in cui è avvenuto il trauma) e sull’esame fisico (costituito dall’osservazione della deformità e sulla conduzione di test di movimento, come ad esempio la richiesta di estendere il dito mentre il medico lo tiene nelle proprie mani).

Gli studi di imaging (tipicamente radiografia) sono richiesti sono quando sussista il dubbio di lesioni ossee; alcuni autori trovano utile in pazienti selezionati l’esecuzione di un’ecografia.

Rimedi e cura

Per alleviare il dolore e ridurre il gonfiore si consiglia di applicare immediatamente del ghiaccio sul dito e tenere la mano sollevata sopra il cuore. Nel caso di presenza di un anello nel dito interessato e raccomandabile toglierlo, prima dell’aumento del gonfiore. In caso di dolore vengono in genere prescritti antidolorifici, come ibuprofene o paracetamolo.

Sono stati proposti numerosi trattamenti, che vanno dalla vigile attesa al posizionamento di tutori conservativi, fino alle procedure correttive chirurgiche. In letteratura si avverte un certo consenso sul fatto che, in assenza di ampia rottura o sublussazione (perdita di contatto) della superficie articolare, il trattamento non chirurgico con il posizionamento di una stecca sia in genere preferibile anche se il tipo di stecca, la durata dell’applicazione a tempo pieno e la necessità di indossare ortesi supplementari di notte sono in genere basati sull’esperienza del medico (tipicamente non meno di 6-8 settimane, talvolta seguite da ulteriori 4 settimane di notte).

Il dito dovrebbe in ogni caso rimanere steccato fino alla visita con lo specialista ortopedico.

Potrebbero essere necessari diversi mesi prima che il dito torni ad essere completamente funzionale, mentre arrossamento, gonfiore e indolenzimento della pelle intorno alla punta del dito sono comuni per 3 o 4 mesi dopo l’infortunio, dopodiché tendono a risolversi.

Tra le indicazioni per l’intervento chirurgico figurano ad esempio:

  • Lesioni aperte.
  • Grave lesione articolare
  • Fratture instabili (30-50% della superficie articolare coinvolta).
  • Intolleranza del paziente alle stecche
  • Lesioni croniche (più vecchie di 12 settimane).
  • Deformità a collo di cigno.

Igiene del dito steccato

È necessario mantenere il dito steccato sempre pulito e asciutto, per prevenire la formazione di irritazioni della pelle sottostante.

Si raccomanda in genere di lavare dito e stecca una volta al giorno:

  1. Tieni il dito piatto su un tavolo, sblocca la stecca ed estrai il dito.
  2. Lava e asciuga dito e stecca con acqua e sapone, mantenendo l’articolazione  sempre dritta tenendo il dito piatto sul tavolo. Potrebbe essere consigliabile farsi aiutare, perché qualsiasi movimento della punta del dito ritarderà la guarigione del tendine, quando non addirittura causare danni permanenti.
  3. Fai scorrere la stecca sulla punta del dito, tenendo il dito dritto, e poi fissala nuovamente.

Fonti e bibliografia

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