Allattamento al seno: qualcosa non va?

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Introduzione

L’allattamento è universalmente riconosciuto come l’approccio ideale per il nutrimento del neonato perché, oltre a garantire i principi nutritivi necessari, è in grado di proteggere madre e figlio da numerosi problemi di salute; nonostante questo dato ormai inconfutabilmente avvalorato da decenni di letteratura scientifica, sfortunatamente molte donne lo interrompono prima del dovuto (almeno 6 mesi, preferibilmente anche molto di più) a causa di piccole o grandi difficoltà.

Benché si tratta di un comportamento naturale, frutto di millenni di evoluzione, di tanto in tanto possono insorgere delle difficoltà; quando questo succede la situazione può precipitare e interferire con la produzione di latte o con la capacità del bambino di nutrirsi correttamente, proprio per questo è fondamentale farsi aiutare il prima possibile, facendo attenzione ai sintomi elencati in seguito.

Si ricorda che il professionista che si occupa di allattamento è l’ostetrica, cui fare riferimento in caso di problemi grandi o piccoli.

Madre che allatta al seno

iStock.com/tatyana_tomsickova

Le poppate sono o molto brevi o molto lunghe

Secondo la checklist dell’UNICEF un allattamento efficace nelle prime settimane prevede:

  • 8 o più sessioni di allattamento in 24 ore,
  • della durata compresa tra 5-40 minuti.

Nei primi mesi

  • le poppate molto brevi possono significare che il bambino non dispone di una quantità sufficiente di latte e/o ne consuma troppo poco per stimolare un’adeguata produzione.
  • Allo stesso modo le poppate troppo lunghe possono essere indicative di un’insufficiente quantità di latte.

In entrambi i casi si raccomanda quindi di valutare la situazione con il pediatra o con un’ostetrica.

In generale sono segno di allattamento efficace:

  • un bimbo rilassato e sereno durante la poppata,
  • un distacco volontario al termine della poppata (quando sopraggiunge il senso di sazietà),
  • la bocca e le labbra ancora umide di latte al termine della poppata (segno della presenza di ulteriore latte a disposizione),
  • senso di appagamento dopo l’allattamento,
  • un costante e regolare aumento di peso,
  • a partire dal quarto giorno almeno due evacuazioni al giorno per le prime settimane,
  • a partire dal quinto giorno almeno 6 pannolini pieni di urina ogni 24 ore.

Il bambino sembra ancora affamato dopo le poppate

La ragione più comune per cui le donne smettono di allattare al seno è il pensiero che la produzione di latte sia insufficiente; se questa situazione può effettivamente verificarsi in alcuni casi, la maggior parte delle mamme ne produce una scorta adeguata, mentre più facilmente possono verificarsi difficoltà in termini di un corretto attacco al seno, che impediscono al neonato di consumarne a sufficienza.

In caso di dubbio si raccomanda di rivolgersi prontamente all’ostetrica o al pediatra, ma:

  • Tra le 6 e le 8 settimane il seno può apparire meno pieno di latte rispetto alle settimane precedenti, questo è del tutto normale, così come è normale che il neonato richieda di attaccarsi solo per 5 minuti alla volta. Può essere segno di affiatamento, quindi in questo caso è spesso tutto nella norma.
  • Possono verificarsi occasionalmente degli scatti di crescita, fasi in cui il bimbo richiede di essere nutrito più a lungo e più spesso; si possono verificare attorno alle 2-3 settimane di vita, verso le 6 settimane e di nuovo ai tre mesi, ma sono solo tappe indicative. La cosa importante è adeguarsi sempre alle sue richieste, fidandosi di lui e delle sue richieste, in questo modo l’organismo della mamma adeguerà rapidamente la produzione di latte aumentandola e diminuendola a seconda dei periodi.

Come sempre può aiutare moltissimo:

  • verificare che l’attacco sia corretto,
  • allattare a richiesta,
  • offrire sempre ciascun seno ad ogni poppata (iniziando alternativamente da uno o dall’altro),
  • evitare quanto più possibile qualsiasi integrazione.

Il bambino salta spesso le poppate o dorme per tutta la notte

Nei primi mesi è necessario che le poppate siano frequenti anche durante la notte, perché il bambino ha bisogno di attaccarsi al seno ogni poche ore per per crescere, ma anche per evitare pericolosi episodi di ipoglicemia.

Di norma i pediatri consigliano di svegliare delicatamente se dorme più di quattro ore consecutive alla notte, stimolandolo a nutrirsi.

Imparare a osservare e percepire il riflesso di deglutizione è un buon modo per valutare l’efficacia della poppata; all’inizio il bambino succhia con meno frequenza, che poi aumenta gradualmente per diminuire nuovamente verso la fine.

Fanno eccezione i primi giorni, quando il bambino si nutre soltanto di poche gocce di colostro e difficilmente si avverte il processo di deglutizione.

Il peso non aumenta

Un aumento di peso costante è uno dei segni più importanti che conferma un allattamento efficace, fanno ovviamente eccezione i primi giorni di vita, quando una diminuzione di peso è del tutto fisiologica.

Generalmente l’aumento di peso è particolarmente rapido e significativo durante i primi 6-9 mesi, per poi rallentare gradualmente in modo inversamente proporzionale al grado di attività del bimbo.

Nel caso in cui questo non avvenga pediatra e ostetrica approfondiranno la situazione per capire se ci sia un problema, o meno.

In caso di malattia è normale che l’aumento rallenti leggermente, per poi recuperare completamente al momento della guarigione e nelle 2-3 settimane successive.

Ingorgo al seno

È del tutto normale che il seno con l’allattamento diventi più grande, pesante e tenero al tatto; a volte la produzione di latte può diventare eccessiva e subentrare così un problema di ingorgo, che si verifica più spesso tra il terzo e il quinto giorno, quando si presenta la montata lattea (ma può verificarsi anche in seguito).

L’ingorgo può causare:

  • dolore al seno,
  • tensione al seno,
  • gonfiore eccessivo,
  • calore,
  • rossore,
  • appiattimento del capezzolo,
  • leggera febbre.

Se trascurato può essere causa di complicazioni, quindi si raccomanda di segnalarlo all’ostetrica, che verosimilmente consiglierà tra l’altro:

  • allattare spesso e sempre a richiesta,
  • iniziare ogni poppata dal lato più colpito,
  • evitare l’uso del succhietto e eventuali integrazioni, per quanto possibile,
  • massaggiare delicatamente il seno,
  • applicare impacchi caldi,
  • riposo,
  • abbondante idratazione.

Troppo latte?

Alcune madri producono troppo latte, che paradossalmente può rendere complicato allattare.

Se in genere la produzione è proporzionale alla richiesta del bambino, può succedere che l’offerta superi la domanda, soprattutto per le primipare (prima gravidanza).

Una quantità eccessiva può causare difficoltà al neonato, che potrebbe iniziare a tossire perché non ancora capaci di gestire il flusso; si tratta in ogni caso di un problema destinato a risolversi da solo nella maggior parte dei casi, magari aiutandosi con piccoli accorgimenti:

  • provare posizioni diverse, per esempio a mamma sdraiata e bambino sopra di lei, che permettano un miglior controllo;
  • limitare il flusso con una leggera pressione a forbice sul capezzolo,
  • permettere al bambino di nutrirsi secondo i suoi tempi, consentendo pause e magari frequenti ruttini,
  • resistere alla tentazione di estrarre il latte con un tiralatte, che per l’organismo significherebbe un ulteriore aumento della produzione.

Dolore che interferisce con l’allattamento

L’allattamento deve essere piacevole per entrambi una volta superate le prime inevitabili difficoltà dei primi 3-7 giorni, quando un po’ di dolore è fisiologico; con il passare dei giorni sarà più semplice e immediato per entrambi trovare una posizione favorevole e far attaccare il neonato correttamente.

Il dolore al seno è una delle principali cause di interruzione dell’allattamento al seno, ma è un peccato, perché con l’aiuto di un’ostetrica le difficoltà possono sempre essere superate.

Può aiutare:

  • cambiare posizione ad ogni poppata,
  • spremere delicatamente il capezzolo al termine della poppata per far uscire qualche goccia di latte con cui massaggiare delicatamente il capezzolo stesso e l’areola,
  • aspettare che il seno sia completamente asciutto prima di rivestirsi,
  • cambiare le coppette assorbi-latte dopo ogni poppata,
  • non usare sapone,
  • usare solo intimo di cotone, in modo che la pelle possa respirare,
  • usare possibilmente reggiseni da allattamento e che non stringano eccessivamente.

In caso di ragadi al senso si raccomanda di rivolgersi all’ostetrica e di non interrompere l’allattamento, perché il primo passo per risolverle è verificare che il neonato si attacchi correttamente.

Fonti e bibliografia

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