Introduzione
Quando si allatta al seno, soprattutto nel caso del primo figlio, è normale che possano insorgere alcune difficoltà, ma si tratta semplicemente di una competenza che va prima imparata e poi affinata: ogni coppia madre-figlio/a è unica e svilupperà nel tempo abitudini e preferenze proprie, oltre naturalmente ad una grande complicità.
Durante le prime poppate serve un po’ di pazienza da parte di entrambi, ma nell’arco di 2-3 settimane gradualmente tutto inizierà a funzionare alla perfezione.
Non esiste una posizione migliore in assoluto, ogni bimbo ha una sua preferenza che troverà il modo di segnalare; potrebbero verificarsi situazioni che richiedono un po’ di adattamento e magari qualche modifica (allattare a nella tranquillità di casa è diverso rispetto ad allattare quando ci si trova fuori), ma da un punto di vista generale è caldamente raccomandato:
- affidarsi a un’ostetrica e non aver paura di contattarla in caso di difficoltà,
- frequentare negli ultimi mesi di gestazione altre neo-mamme che allattano, per iniziare a capire e carpire i primi segreti.
Per allattare correttamente ci sono numerose posizioni possibili, per ognuna è però importante verificare alcuni aspetti:
- La mamma è comoda? Eventualmente ci si può aiutare con cuscini se necessario, ma è necessario che spalle e braccia possano essere rilassate.
- Testa e corpo del bambino in una linea retta? In caso contrario la deglutizione può risultare difficile.
- È possibile sostenere con facilità collo, spalle e schiena del bimbo?
È infine preferibile che sia sempre il bimbo a essere portato al seno e non la mamma che si sporge, salvo alcune eccezioni che vedremo a breve, come la posizione della lupa.
Prima di vedere le posizioni più usate, ci schieriamo con forza dalla parte di chi promuove l’allattamento al seno anche in pubblico; in quanto nuova mamma, il pensiero di allattare di fronte ad altre persone potrebbe comprensibilmente indurre un certo disagio, magari per la preoccupazione della reazione degli sconosciuti, ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di un comportamento assolutamente naturale, vecchio di decine di migliaia di anni, che finalmente anche i governi e gli enti privati sostengono con convinzione.
Ricorda che stai rispondendo alle esigenze del tuo bambino: non è possibile rimanere a casa tutto il tempo e possiedi il diritto di dargli da mangiare anche mentre sei in giro. Anzi, devi essere orgogliosa del tuo impegno e delle tue attenzioni verso di lui/lei!
Posizione a culla

iStock.com/Nataliya Iakubovskaia
La posizione a culla è la più usata ed è adatta ai bimbi nati a termine da parto naturale, perché in caso di cesareo la mamma potrebbe avvertire nei primi giorni un po’ di fastidio sull’addome.
- Per iniziare siediti in modo comodo su una poltrona con i braccioli o su un letto con dei cuscini a disposizione.
- Gira il bimbo su un fianco, in modo che viso, stomaco e ginocchia siano rivolte verso di te.
- Puoi usare le braccia e le mani per aiutarlo, sorreggendogli collo, schiena e sederino.
- Avvicina il bimbo al seno appoggiandogli la testa nell’incavo del gomito, con il nasino davanti al capezzolo.
Posizione a rugby

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Questa posizione è particolarmente indicata in caso di parto cesareo, ma in generale anche per tutti i bambini che manifestino qualche iniziale difficoltà ad attaccarsi correttamente (magari perché nati un po’ in anticipo), perché la mamma può guidarli con l’aiuto della mano.
La posizione risulta particolarmente adatta anche per le donne con seni molto grandi e/o capezzoli poco sporgenti.
- Per adottare la posizione a rugby siediti su una poltrona e preparati un cuscino vicino.
- Solleva tuo figlio come se fosse un pallone da rugby, con il braccio sullo stesso lato del seno con cui desideri iniziare la poppata.
- Sposta il bimbo sul tuo fianco, sotto il braccio.
- Appoggia delicatamente la mano dietro la testa del bimbo e avvicinagliela al capezzolo; piedini e gambine andranno posizionate all’altezza di fianco/schiena e con l’altra mano può aiutarlo ulteriormente.
Posizione sdraiata di lato

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Questa posizione è perfetta dopo un cesareo, perché il bambino non pesa sulla pancia.
Risulta inoltre particolarmente adatta anche in caso di parti naturali difficili, perché la mamma può rimanere sdraiata e riposarsi nel letto.
Sdraiati nel letto su un fianco e posiziona il tuo bimbo accanto a te, in modo che il nasino si trovi davanti al capezzolo.
Puoi usare un cuscino basso per farlo stare più comodo e usare la parte dal gomito alla mano per sostenergli la schiena, mentre l’altra mano rimane libera per eventualmente aiutarlo.
Biological nurturing

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È una posizione particolarmente comoda per entrambi, che favorisce l’istinto naturale del neonato all’allattamento.
La madre deve semplicemente mettersi comoda in posizione semisdraiata, con la schiena ben supportata da cuscini o altro e appoggiare il bambino sul proprio corpo, a pancia in giù.
È una posizione innata, che risulta spontanea per entrambi perché usata istintivamente dopo il parto che nei secoli/millenni passati era doloroso quanto oggi, ma vissuto in condizioni ancora più difficili per la coppia mamma-figlio.
Il bambino poppa sdraiato sul corpo della mamma e questo permette un attacco e una suzione pressoché perfetti in modo del tutto spontaneo e naturale, un po’ come i cuccioli di mammiferi in natura.
Posizione dell’abbraccio trasversale

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Questa posizione è simile a quella a culla, ma le braccia sono disposte in modo diverso.
Si tratta di una variante che molte mamme sperimentano nelle prime settimane dopo il parto, perché permette un maggior controllo sul modo in cui il neonato si attacca al seno.
In questo caso, anziché sostenere la testa del bambino nell’incavo del gomito, un braccio sostiene il seno e l’altro rimane intorno alla schiena del bambino. Sostenete la testa, il collo e la spalla del bambino mettendo la mano alla base della testa, con il pollice e l’indice all’altezza della schiena. Come nella posizione a culla, le vostre pance saranno a contatto.
Posizione della lupa
In questa posizione il bimbo si trova sdraiato sulla schiena, appoggiato sul letto o su un cuscini, mentre la mamma a carponi sopra di lui gli porge il seno. È una possibilità che risulta particolarmente utile in caso di ingorgo mammario, poiché stimola lo svuotamento del seno anche nei quadranti inferiori.
Quali sono i segnali che l’allattamento è corretto?
- Il neonato sembra a suo agio e la mamma non avverte dolore.
- Il petto del bambino è appoggiato contro il corpo della mamma e non ha bisogno di girare la testa durante la suzione.
- L’areola è interamente (o quasi, nel caso sia particolarmente grande) nascosta all’interno della bocca del bambino.
- La bocca del neonato è interamente riempita dal seno.
- La lingua del bimbo è posizionata sotto il seno ed è quindi nascosta alla mamma.
- Se la stanza è sufficientemente silenziosa è possibile avvertire che il bimbo deglutisce; in alcuni casi la deglutizione è così silenziosa che si avverte solo la differenza quando si prendono un attimo di pausa.
- Spesso le orecchie del neonato si muovono leggermente.
- Le labbra del neonato sono rivolte verso l’esterno, come quelle di un pesciolino (spesso il labbro inferiore non si vede perchè coperto).
- Il mento del bimbo è appoggiato al seno.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Salve,
Ho già avuto una bimba e sono in attesa del secondogenito.
La prima volta ho avuto dei problemi con l’allattamento causa seno piccolo. Non riuscivo mai a trovare una posizione comoda per me, quindi o finivo inchinata sopra la bambina oppure la tenevo a peso per fare arrivare il seno alla sua bocca. E tutto questo anche con il cuscino allattamento.. C’è una posizione particolarmente adatta alle mamme con un seno molto piccolo?
Grazie
La montata lattea c’è stata regolarmente?
Secondo lei continuare ad allattare un pochino (1-2 volte al giorno) dopo l’anno di età è sbagliato? Alcune mie amiche mi stanno mettendo il dubbio, ma a me dispiacerebbe smettere adesso.
Continui con assoluta tranquillità, sia OMS (http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs342/en/) che UNICEF (https://www.unicef.org/nutrition/index_24824.html) sono concordi nell’affermare che è consigliabile continuare almeno fino ai due anni.