Ragadi al seno e allattamento: cause e rimedi

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Descrizione generale

La quasi totalità delle donne che allattano al seno sperimenta una qualche dolenzia dei capezzoli e, di queste, una minoranza tutt’altro che trascurabile può sviluppare lesioni (ragadi) e forti dolori.

La dolenzia dei capezzoli associata all’allattamento è quindi un problema comune, e lo è presumibilmente da sempre, ma quando i capezzoli dolgono l’allattamento è a rischio, al punto da essere una delle principali ragioni di interruzione dell’allattamento al seno, ma con il giusto aiuto e sostegno il problema può essere efficacemente superato: quando succede, le competenze di un’ostetrica possono davvero fare la differenza per aiutare la donna a superare il momento di difficoltà, preservando la continuità di un atto tanto naturale quando importante per la coppia madre-neonato.

Madre che allatta al seno

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Causa

L’allattamento al seno non dovrebbe fare male, ma per una serie di motivi le puerpere possono andare incontro a fastidi e bruciori.

Nei primi 2-4 giorni di allattamento può essere normale sentire una qualche tensione del capezzolo all’inizio della poppata, ma quando i fastidi si protraggono per un tempo superiore significa che invece che è necessario prendere provvedimenti.

In genere il disturbo si verifica a causa di un’errato attaccamento al seno del neonato, per esempio a causa di una posizione non corretta.

Poco dopo la nascita le ostetriche presenti in ospedale forniscono un insostituibile supporto per imparare a posizionare e attaccare il neonato, oltre a quanto sia necessario osservare per verificare che l’alimentazione sia corretta. È importante che questo breve percorso venga completato prima di lasciare l’ospedale o, in caso di parto a casa, prima che l’ostetrica se ne vada.

Capezzoli feriti possono facilmente infettarsi con batteri o funghi, ritardando la guarigione e causando dolore anche quando posizione e attacco sono corretti.

Quando rivolgersi all’ostetrica

Si raccomanda di chiedere aiuto precocemente se i capezzoli sono dolenti, o anche solo nel dubbio di una posizione o di un attacco non corretti, perché come sempre succede prevenire è molto più semplice che curare.

Il neonato che poppa può causare sensazioni intense, ma un vero e proprio dolore durante l’allattamento non è normale.

Se uno o ambedue i capezzoli dolgono a ciascuna poppata, o se iniziano a screpolarsi o sanguinare, è importante rivolgersi non appena possibile a un esperto di allattamento al seno. L’esperto può osservare la poppata e aiutare a posizionare e attaccare correttamente il neonato.

Quando il bebè è attaccato in modo efficace e corretto, il capezzolo si trova comodamente in contatto con il suo palato molle, nella parte posteriore della bocca. Se invece non è attaccato correttamente, il capezzolo è più avanti nella bocca e può rimanere schiacciato contro il palato duro, causando dolore.

Capezzoli appiattiti, incassati o bianchi al termine della poppata possono essere il segno di un neonato che non si attacca bene. Al termine della poppata, il lattante può anche sembrare disturbato.

È necessario limitare durata e numero di poppate per la guarigione?

No, l’allattamento andrebbe preservato il più possibile, sia per la sua importanza intrinseca, sia perché se ci fossero dei problemi di base (come un attacco non corretto) limitare frequenza e durata dell’attaccamento al seno sarebbe comunque il primo passo verso un definitivo passaggio alle formule.

Rivolgersi tempestivamente (o meglio ancora preventivamente) ad un’ostetrica consente invece di prevenire questo rischio e limitare la progressione del disturbo (e delle relative dolorose manifestazioni).

Rimedi

Premesso che il fai da te non sarà sufficiente se il lattante non è attaccato bene durante la poppata, si potrà trovare un qualche beneficio adottando i seguenti rimedi:

  1. spremere con la mano un po’ di latte alla fine della poppata in modo da massaggiare il capezzolo con una o due gocce (ridurrà anche il rischio di infezioni, perché il latte umano ha proprietà antibatteriche, ma è da evitare in caso di presenza di candida),
  2. lasciare che i capezzoli asciughino completamente prima di rivestirsi,
  3. se si impiegano coppette assorbi-latte, cambiarle dopo ogni poppata; se possibile, usare quelle senza rinforzi in plastica,
  4. non usare sapone, perché secca la pelle,
  5. indossare un reggiseno di cotone, in modo che l’aria possa circolare e la pelle traspirare,
  6. indossare un reggiseno senza rinforzi, magari fatto apposta per l’allattamento.

Alcune donne trattano qualunque ragade o sanguinamento con uno strato sottile di vasellina bianca o di altra crema, ma i capezzoli non guariranno se posizione e attacco non sono corretti, quindi l’aiuto precoce di un’ostetrica rimane essenziale.

Probabilmente risulterà invece privo di utilità:

  • far durare poco le poppate per far “riposare” i capezzoli; non aiuterà a calmare il dolore e potrebbe interferire con la produzione di latte, oltre a lasciare il lattante insoddisfatto,
  • usare un para-capezzolo (una copertura sottile indossata sopra il capezzolo durante l’allattamento) o conchiglie per capezzoli (una copertura rigida da indossare all’interno del reggiseno); non miglioreranno l’attacco del lattante al seno.

È importante non smettere di allattare. Con un giusto aiuto, allattare al seno ridiventerà rapidamente più confortevole.

Ricordiamo infine di:

  1. Controllare la posizione e stimolare il neonato a spalancare la bocca per attaccarsi.
  2. Offrire al neonato poppate brevi e frequenti, per incoraggiarlo a succhiare meno forte.
  3. Possibilmente, iniziare con la mammella meno dolente.
  4. Staccando il neonato dal seno, interrompere la suzione gentilmente agendo sul mento o sull’angolo della bocca del bebè.
  5. Se non ci sono segni di infezione da candida, compresse calde applicate ai capezzoli possono dare sollievo.
  6. L’umidificazione delle ferite si è rivela spesso molto efficace nel guarire capezzoli dolenti.

Fonti e bibliografia

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