I 3+1 segreti per scegliere la passata di pomodoro perfetta

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La passata di pomodoro è un ingrediente fondamentale nella cucina italiana e internazionale. La sua qualità può fare la differenza in molti piatti e, per i più negati in cucina, rappresenta soprattutto un’eccellente opportunità di salvare una cena improvvisata o creare un piatto gustoso con il minimo sforzo.

Una passata di pomodoro di alta qualità può:

  1. Trasformare un semplice piatto di pasta in un pasto delizioso
  2. Servire come base per zuppe e stufati veloci
  3. Essere utilizzata come salsa per la pizza fatta in casa
  4. Fungere da condimento versatile per carni e verdure grigliate
  5. Diventare un dip saporito se leggermente riscaldata e aromatizzata.

Ecco perché scegliere una buona passata non solo eleva il livello dei piatti elaborati, ma offre anche una via di fuga rapida e gustosa per chi si trova in difficoltà in cucina.

Di seguito i 4 aspetti da considerare prima di scegliere la passata perfetta.

Al massimo 2 ingredienti

Passata di pomodoro su sfondo bianco, che sembra un pomodoro intero

Shutterstock/Valentina Shilkina

Una passata di pomodoro di alta qualità dovrebbe contenere al massimo 2 ingredienti:

Idealmente, gli unici ingredienti dovrebbero essere pomodori e eventualmente una piccola quantità di sale (vedi punto successivo); ovviamente permessa (e anzi apprezzata) l’eventuale aggiunta di basilico.

Preferibilmente da evitare passate di pomodoro che contengano acido citrico, che viene utilizzato come:

  • Regolatore di acidità: Mantiene un pH costante, prevenendo la crescita di batteri e muffe.
  • Conservante naturale: Prolunga la shelf life del prodotto senza l’uso di conservanti artificiali.
  • Esaltatore di sapore: Può bilanciare il sapore, soprattutto in pomodori meno acidi.
  • Antiossidante: Aiuta a mantenere il colore rosso vivace della passata.

La verità è che se la materia prima è buona (i pomodori), non c’è alcun bisogno di acido citrico, perché i pomodori raccolti al momento giusto garantiscono da soli la sufficiente acidità.

Sale

Il contenuto di sale nella passata di pomodoro è un aspetto importante, sia per il gusto che per la salute. Idealmente il contenuto di sale dovrebbe essere nullo, permettendoti di dosarlo autonomamente a seconda della necessità.

Non è raro trovare passate di pomodoro che contengono 0.5 g di sale ogni 100 g di passata, ma questo significa un apporto che potrebbe contribuire significativamente all’assunzione giornaliera di sodio, potenzialmente eccessiva per molte persone.

Se consideriamo di usare 100-125 g di passata a persona nel condimento di un piatto di pasta, questo significa un apporto che supera il 10% dell’apporto complessivo consigliato per l’intera giornata.

E poi dimmi la verità: vuoi che la tua passata sappia di pomodoro o di sale?

Il sale è una facile scorciatoia per migliorare il sapore e la conservazione, ma una passata di qualità dovrebbe basarsi principalmente sulla bontà dei pomodori utilizzati.

Scegliere passate con basso contenuto di sale o senza sale aggiunto permette non solo un maggiore controllo sull’apporto di sodio, ma anche di apprezzare meglio il gusto naturale del pomodoro e di personalizzare il sapore dei propri piatti in modo più preciso.

Anno di raccolta

Lo sapevi che puoi risalire all’anno di raccolta dei pomodori leggendo il numero di lotto sulla confezione (dato riportato per legge)?

Le conserve di pomodoro, come i pelati, le polpe e le passate, sono alimenti sottoposti a sterilizzazione che possono mantenersi inalterate per un periodo che va da due a oltre tre anni, di conseguenza non è insolito imbattersi in prodotti sugli scaffali dei supermercati che sono stati confezionati sei mesi prima o addirittura nell’anno precedente.

Questo non implica necessariamente una qualità inferiore del prodotto, ma è ovviamente preferibile optare per preparazioni il più recenti possibile.

Per l’anno 2024 la lettera da da cercare è la G, che indica che l’inscatolamento è avvenuto quest’anno, mentre trovare la lettera M ci dice che ci troviamo di fronte a una confezione dell’anno passato.

Anche il mese di raccolta è importante

In alcuni casi è inoltre possibile risalire al mese esatto di produzione; la data in questo contesto non si riferisce alla raccolta dei pomodori, ma all’inscatolamento; sul codice alfanumerico del lotto il numero che segue la lettera tipicamente indica il giorno di raccolta, ad esempio G207 suggerirebbe che il prodotto è stato confezionato il 207° giorno del 2024, ovvero il 25 luglio.

Inutile dire che sono da preferire preparazioni che coincidono con la stagionalità del frutto (sì, il pomodoro è un frutto).

Questa informazione ci permette di dedurre ulteriori dettagli:

  1. Stagionalità: Il 25 luglio cade in piena stagione di raccolta dei pomodori in molte regioni italiane, indicando che il prodotto è stato probabilmente realizzato con pomodori freschi e maturi.
  2. Freschezza relativa: Un prodotto con questo codice, se visto nei mesi successivi del 2024 o all’inizio del 2025, sarebbe considerato relativamente fresco nel contesto delle conserve di pomodoro.
  3. Processo di lavorazione: La data suggerisce che i pomodori sono stati lavorati rapidamente dopo la raccolta, un fattore che generalmente contribuisce alla qualità del prodotto finale.
  4. Tracciabilità: Questo livello di dettaglio nel codice permette una migliore tracciabilità del prodotto, utile sia per il consumatore che per il produttore in caso di controlli di qualità.

È importante notare che, sebbene questa informazione possa essere utile, la qualità di una passata di pomodoro dipende da molti fattori oltre alla data di produzione, come la qualità dei pomodori utilizzati, il metodo di lavorazione e le condizioni di conservazione.

Un prodotto dell’anno precedente non è necessariamente di qualità inferiore, ma conoscere questa informazione può aiutare a fare scelte più informate, soprattutto se si cercano prodotti della stagione più recente.

Bonus: Provenienza dei pomodori

La provenienza dei pomodori è un fattore determinante per la qualità della passata; in Italia regioni come la Campania (in particolare l’area del San Marzano DOP), l’Emilia-Romagna e la Puglia sono note per la produzione di pomodori di alta qualità e potrebbero aiutarci a fare una scelta più consapevole anche in termini di lunghezza della filiera ed impatto ambientale.

Altrettanto e forse ancora più apprezzata è poi la certificazione che attesti una raccolta effettuata nel pieno rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori impiegati, garantendo condizioni di lavoro eque e sicure.

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