Qual è la pressione più importante: la MINIMA o la MASSIMA?

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Introduzione

La misurazione della pressione arteriosa è uno strumento di screening di salute fondamentale, perché la pressione alta è probabilmente il fattore di rischio più importante in assoluto in relazione a infarti e ictus.

Spesso ci si interroga su quale valore sia più importante, se la pressione sistolica (massima) o la diastolica (minima), quando in realtà non è così semplice, poiché entrambe rivestono un ruolo significativo nella salute cardiovascolare.

Sfigmomanometro con due frecce che indicano i valori

Shutterstock/asadykov

Cos’è la pressione arteriosa?

La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Si misura in millimetri di mercurio (mmHg) e si presenta con due numeri: la pressione sistolica e quella diastolica.

  • La pressione sistolica, il numero più alto (massima), rappresenta la pressione quando il cuore si contrae.
  • La pressione diastolica, il numero più basso (minima), è la pressione quando il cuore è a riposo, tra un battito e l’altro.

Ti faccio notare che il passaggio dall’una all’altra non è improvviso, ma sempre continuo; nel grafico seguente, che riporta l’andamento della pressione durante un intero ciclo cardiaco, puoi notare il punto più basso che rappresenta la pressione minima, mentre quello più alto la massima, ma come vedi si sviluppa attraverso un ciclo continuo di aumento e diminuzione. Così, instancabilmente, per l’intero arco della tua vita.

Grafico della pressione durante un ciclo cardiaco completo

Grafico della pressione durante un ciclo cardiaco completo, dove l’interruzione denota la chiusura della valvola aortica (By Lupino – Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12154519)

Massima o minima?

Se analizziamo le linee guida attuali, scopriamo che suggeriscono di considerare entrambi i valori per diagnosticare e trattare l’ipertensione; una diagnosi di pressione alta può infatti essere formulata sia nel caso di massima pari o superiore a 140 che di minima pari o superiore a 90… basta un unico valore oltre i limiti per poter porre la diagnosi.

Analizzando più a fondo scopriamo che esistono tra l’altro due specifiche condizioni che prendono in considerazione proprio questi casi:

  • si diagnostica ipertensione sistolica isolata il caso di massima uguale o superiore 140 e minima inferiore a 90,
  • si diagnostica ipertensione diastolica isolata il caso di minima uguale o superiore 90 e massima inferiore a 140.

Questo tuttavia non risponde ancora alla nostra domanda iniziale, qual è la più importante?

Intanto chiariamo cosa significhi importante… misurare la pressione del sangue ci permette di valutare il nostro rischio futuro di andare incontro a eventi cardiovascolari come infarti e ictus, quindi in genere l’importanza viene valutata sulla base della correlazione del valore con questo rischio.

La più importante è…

Ebbene, lo studio più recente condotto attorno a questo tema suggerisce che la pressione arteriosa massima sia l’indicatore più affidabile di previsione di futuri eventi cardiovascolari e morte, anche se nei giovani la minima potrebbe essere comunque molto rilevante. In questo studio lo spartiacque tra giovani e meno giovani viene convenzionalmente fissato a 50 anni.

Va anche detto che, fortunatamente, attacchi cardiaci e ictus sono meno comuni tra i giovani, quindi in realtà sono disponibili meno informazioni sui valori della pressione arteriosa e sul loro legame con queste complicazioni, ecco perché valutare entrambi i numeri in questa fascia di età ci permette di essere più precisi.

Pressione arteriosa media

Lo studio è stato ripreso anche sul sito dell’American Heart Association che sottolinea anche un altro risultato interessante, ovvero che potrebbe essere utile la valutazione della MAP, ovvero della pressione arteriosa media durante un ciclo cardiaco. Non si calcola però come semplice media aritmetica tra il valore di massima e minima e, sebbene ci siano diversi modi per stimarla (la rilevazione sperimentale risulta piuttosto invasiva), spesso si usa una formula che consiste nel sommare alla minima un terzo della differenza tra massima e minima. Più difficile a dirsi che a farsi:

Formula matematica per il calcolo della pressione media

Per inciso lo studio in questione poggia su una variante molto simile, che non ci cambia la vita.

Insomma, i valori sono entrambi importanti e se ci pensi non può che essere così, perché entrambi influiscono sulla forza che le pareti delle nostre arterie devono sopportare: la massima è certo responsabile dei picchi di pressione, ma avere una minima alta significa comunque avere una forza di base costantemente elevata che con un pizzico di occhio matematico è quello che ci spiega la formula vista prima.

In conclusione a mio parere chiedersi se sia più importante la massima o la minima è per certi versi un esercizio intellettuale interessante, ma realmente utile solo per il medico e potenzialmente fuorviante per il paziente: quello che deve rimanerti è invece l’idea che la pressione del sangue dev’essere nella norma per entrambi i valori e a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Questo è davvero l’unico obiettivo che dobbiamo porci per ridurre il rischio di complicanze cardiovascolari.

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