Mangi solo un “gelatino” per merenda?

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Un gelatino.

Solo un gelatino.

Piccolo, innocente, simpatico. Con quel diminutivo che ti fa quasi credere sia una scelta salutare, come se la sua dimensione lo rendesse improvvisamente amico della tua linea.

Ma facciamo un gioco: prendiamo questo “gelatino” e guardiamolo in faccia — o meglio, leggiamo l’etichetta.

Spoiler: dietro la sua aura di dolcezza refrigerante si nasconde un concentrato di zuccheri, grassi e aromi vari che hanno più in comune con un esperimento di chimica industriale che con un alimento rinfrescante.

Ma “è solo un gelatino!”, dirai tu.

E lo capisco: è estate, fa caldo, sei stanco, vuoi qualcosa che ti coccoli. Nessuno ti giudica. Ma almeno, facciamolo con consapevolezza.

Cosa c’è davvero in quel pacchetto?

La versione standard di un gelato confezionato — quello da banco frigo, non il capolavoro artigianale della gelateria sotto casa — è una bomba calorica tascabile.

200, 250, anche 300 kcal in uno snack che si mangia in quattro leccate e due sensi di colpa.

  • Zuccheri semplici? Un’esplosione.
  • Grassi saturi? Presenti all’appello.
  • Proteine? Quasi irrilevanti.
  • Fibre? Non pervenute.
  • Vitamine e minerali? Passiamo ad altro, meglio…
  • Fitocomposti e antiossidanti? Va beh… la smetto di infierire che è meglio.

Insomma, il “gelatino” è la scelta perfetta se ti piacciono le calorie travestite da merenda, ma prive di qualsiasi contributo serio al tuo corpo.

E il gelato artigianale?

Ah, il gelato artigianale. Quello vero, fatto con latte, uova, frutta, magari persino con un po’ di amore (e senza aromi sintetici al gusto “pistacchio fluo”). È tutta un’altra storia.

In parte. Solo in parte.

Una scelta più “nobile”, certo — almeno sai cosa stai mangiando e non devi interpretare un papiro di additivi — ma attenzione: nobile non significa leggero.

Il gelato artigianale resta comunque una piccola bomba calorica.

Insomma, la differenza è tutta nella qualità degli ingredienti, e non è poco, ma non nella leggerezza dell’impatto: sempre dessert è, non una pozione magica.

E se pensi di cavartela con tre palline perché “è artigianale”, sappi che il tuo fegato non fa distinzioni semantiche.

E quindi? Mai più gelati?

Ragazzo con un gelato in mano

Calma, non stiamo fondando la setta degli anti-dessert.

Il punto non è demonizzare il gelato, è buonissimo, e non lo toglieremo certo dal menù dell’estate, ma facciamo pace con la realtà: chiamarlo “gelatino” non lo rende automaticamente leggero, né tanto meno nutriente.

Se vuoi davvero una merenda equilibrata, pensa a qualcosa che abbia un po’ di fibra, un pizzico di proteine in più, magari anche dei grassi buoni: uno yogurt greco con frutta fresca, qualche mandorla, una fetta di pane integrale con crema di nocciole seria (no, non quella al 90% zucchero).

E se proprio vuoi il gelato, goditelo, ma sapendo cosa stai mangiando (e soppesando le calorie nel contesto complessivo della settimana).

Perché, sorpresa: le parole in “-ino” non riducono le calorie. Solo la percezione. E spesso, pure quella è sbagliata.

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