Tumore alla vescica: sintomi, sopravvivenza, diagnosi e cure

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Introduzione

La vescica è un organo cavo dell’apparato escretore che si trova nella parte bassa dell’addome, la cui funzione è quella di raccogliere l’urina, il liquido di rifiuto prodotto dai reni. L’urina passa dal rene alla vescica attraversando un lungo tubicino detto uretere, poi lascia la vescica passando in un tubicino più corto (l’uretra).

Apparato urinario, anatomia semplificata

iStock.com/Veronika Zakharova

Le pareti della vescica sono composte da diversi strati di tessuto:

  1. Tessuto interno. Internamente la vescica è rivestita da un tessuto detto tunica mucosa. Quando la vescica si riempie di urina, le cellule epiteliali di transizione si tendono, mentre quando la vescica si svuota le cellule si contraggono ritornando alla dimensione normale.
  2. Tessuto intermedio. Lo strato intermedio è costituito da tessuto muscolare. Quando la vescica si svuota, è il tessuto muscolare che fa defluire l’urina dall’organismo.
  3. Tessuto esterno. La parete esterna è il rivestimento della vescica. È formata da sostanze grasse, tessuto fibroso e vasi sanguigni.

I sintomi più comuni che compaiono in caso di tumore alla vescica sono:

Come con la maggior parte dei tumori, le cause esatte alla base del cancro alla vescica non sono note, ma tra i fattori di rischio associati alla sua comparsa ricordiamo:

  • fumo,
  • esposizione a specifici prodotti chimici industriali,
  • infiammazione cronica della vescica,
  • schistosomiasi (parassitosi non presente in Italia).

Le principali opzioni terapeutiche comprendono

  • chirurgia,
  • radioterapia,
  • chemioterapia,
  • immunoterapia,

che vengono variamente combinate a seconda dei casi.

La sopravvivenza a cinque anni in Italia è pari a circa 4 pazienti su cinque, sebbene purtroppo sia particolarmente elevato il rischio di recidiva.

Le cellule tumorali

Il tumore si forma nelle cellule, cioè nei mattoncini che costituiscono i tessuti. I tessuti, a loro volta, gli organi del nostro corpo, tra cui anche la vescica.

Le cellule sane crescono e si dividono per formare nuove cellule quando l’organismo le richiede: se le cellule sane invecchiano o subiscono danni, muoiono e sono sostituite da cellule nuove. In alcuni casi, il processo può alterarsi, possono formarsi nuove cellule anche se l’organismo non ne ha bisogno, oppure le cellule vecchie o danneggiate possono continuare a vivere. L’accumulo di cellule spesso va a formare una massa di tessuto detta tumore.

I tumori della vescica possono essere benigni (non cancerosi) o maligni (cancro).

I tumori benigni sono meno pericolosi di quelli maligni:

  • di solito non mettono in pericolo la vita del paziente,
  • possono essere curati o rimossi e di solito non recidivano (non si ripresentano),
  • non invadono i tessuti circostanti,
  • non creano metastasi (tumori secondari in altre parti del corpo).

Al contrario, i tumori maligni:

  • possono mettere in pericolo la vita del paziente,
  • di solito possono essere rimossi, però possono recidivare,
  • possono invadere e danneggiare i tessuti e gli organi circostanti (ad esempio la prostata negli uomini, oppure l’utero o la vagina nelle donne),
  • possono diffondersi in altre zone dell’organismo.

Le cellule del tumore della vescica possono diffondersi staccandosi dal tumore originario (metastasi), possono entrare in circolo e raggiungere il fegato, i polmoni e le ossa; in alternativa possono entrare nel sistema linfatico, percorrere i vasi linfatici e raggiungere i linfonodi. Dopo la diffusione le cellule tumorali possono attaccarsi ai tessuti che hanno raggiunto e qui formare nuovi tumori.

Cause

Quando viene diagnosticato un tumore alla vescica è naturale chiedersi che cosa possa aver causato la malattia. I medici, però, non sono sempre in grado di spiegare perché il tumore colpisce alcuni pazienti e ne risparmia altri, è tuttavia risaputo che i pazienti che presentano determinati fattori di rischio corrono maggiori rischi di soffrire di tumore alla vescica. I fattori di rischio sono condizioni o comportamenti in grado di aumentare il rischio di soffrire di una determinata patologia.

Le ricerche hanno evidenziato che tra i fattori di rischio per il tumore alla vescica possiamo annoverare:

  • Fumo. Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio per il tumore alla vescica, infatti provoca la maggior parte dei casi di tumore. Chi fuma per molti anni corre un rischio maggiore rispetto a chi non fuma o a chi fuma solo per un breve periodo.
  • Sostanze chimiche presenti sul posto di lavoro. Alcuni pazienti presentano un rischio maggiore di ammalarsi di tumore alla vescica perché nel luogo di lavoro sono presenti determinate sostanze chimiche. Chi lavora nell’industria chimica (vernici, gomma), metallurgica, tessile e del cuoio può correre rischi. Tra le categorie potenzialmente a rischio abbiamo: i parrucchieri, i macchinisti, i tipografi, gli imbianchini e i camionisti.
  • Terapie antitumorali. Chi in passato ha sofferto di tumore ed è stato curato con determinati farmaci come la ciclofosfamide può correre maggiori rischi di ammalarsi di tumore alla vescica. Anche chi si è sottoposto a radioterapia all’addome o alla zona pelvica può essere a rischio.
  • Arsenico. L’arsenico è una sostanza velenosa che fa aumentare il rischio di tumore alla vescica. In alcune zone del mondo, l’arsenico può essere presente in grandi quantità nell’acqua (in Italia i livelli sono strettamente e costantemente monitorati, affinché rimangano all’interno di limiti particolarmente stringenti).
  • Precedenti famigliari di tumore alla vescica. Chi ha un famigliare che in passato ha sofferto di tumore alla vescica corre un rischio leggermente maggiore di ammalarsi.
  • Precedenti personali di tumore alla vescica. Chi in passato ha già sofferto di tumore alla vescica corre maggiori rischi di ammalarsi di nuovo.

Molte persone che si ammalano di tumore alla vescica non presentano nessuno dei fattori di rischio sopra elencati; viceversa, molti pazienti che presentano uno o più fattori di rischio non si ammaleranno.

Alimentazione

 

 

Un regolare consumo di frutta e verdura potrebbe rappresentare un fattore di protezione dal tumore alla vescica, così come il .

Sintomi

Il tumore alla vescica può causare uno o più dei seguenti sintomi:

  • presenza di sangue nelle urine (le urine possono apparire color ruggine o rosso scuro),
  • bisogno urgente di urinare,
  • bisogno di urinare più frequente del solito,
  • sensazione di non riuscire a svuotare la vescica pur avvertendone la necessità,
  • tensione o sforzo durante la minzione,
  • dolore durante la minzione.

Questi sintomi possono essere causati da un tumore alla vescica, ma anche da altre patologie, come ad esempio da un’infezione delle vie urinarie (cistite). Chi li avverte dovrebbe consultare il medico, in modo da diagnosticare e curare il disturbo il prima possibile.

Diagnosi

Se soffrite di sintomi che possono indicare un tumore alla vescica il medico cercherà di scoprire da che cosa sono causati. Probabilmente, dopo la prima visita, dovrete sottoporvi a uno o più degli esami qui elencati:

  • Esame delle urine. Il campione di urina viene inviato in laboratorio, dove sarà esaminato per evidenziare eventuali tracce di sangue, cellule tumorali o altri segni di patologie in atto.
  • Cistoscopia. Si tratta di un esame piuttosto invasivo in cui un tubicino molto sottile con una fonte luminosa all’estremità (cistoscopio) viene delicatamente inserito all’interno dell’uretra e guidato fino alla vescica, per esaminarne l’interno. L’esame può essere eseguito in anestesia locale.
  • Biopsia. Il medico può rimuovere alcuni campioni di tessuto con il cistoscopio, che verranno poi analizzati al microscopio da un patologo, alla ricerca di eventuali cellule tumorali. Nella maggior parte dei casi la biopsia è l’unico esame in grado di garantire una diagnosi di certezza.

In una piccola percentuale di pazienti il medico usa la biopsia per rimuovere l’intera zona colpita dal tumore. In questo caso la diagnosi e la terapia avvengono nello stesso momento.

Se nel campione di tessuto vescicale sono presenti cellule tumorali, il patologo lo esaminerà al microscopio per stabilire il grado del tumore. Il grado indica la percentuale di diversità tra il tessuto tumorale e quello di una vescica sana, può indicare la velocità di crescita presunta del tumore.

Stadiazione

I tumori di grado maggiore tendono a crescere più velocemente di quelli con gradi minori e hanno anche una maggior probabilità di creare metastasi. I medici si basano sul grado e su altri fattori per suggerire le possibili terapie.

La stadiazione è un parametro che viene calcolato in base al fatto che il tumore abbia o meno

  • invaso la parete muscolare della vescica,
  • invaso i tessuti circostanti,
  • formato metastasi e, se sì, in che zona dell’organismo.

Il medico potrà prescrivervi gli esami seguenti:

  • Analisi del sangue. L’esame del sangue può aiutare a capire se il fegato e i reni funzionano come dovrebbero.
  • Radiografia toracica. La radiografia del torace può individuare eventuali metastasi nei polmoni.
  • Pielogramma intravenoso. Viene iniettato un mezzo di contrasto che entra in circolo ed è visibile ai raggi X. Il mezzo di contrasto va a raccogliersi nelle urine, permettendo la visualizzazione radiografica della vescica e delle vie urinarie.
  • TAC (tomografia computerizzata). Un dispositivo radiografico collegato a un computer scatta una serie di “fotografie” dettagliate dell’addome. Probabilmente vi sarà iniettato un mezzo di contrasto, in grado di rendere visibili nell’esame le vie urinarie e i linfonodi. La TAC può individuare i tumori alla vescica, ai linfonodi e in qualsiasi parte dell’addome.
  • Risonanza magnetica. Un’apparecchiatura dotata di una specie di calamita molto grande è collegata a un computer che permette di scattare immagini dettagliate delle vie urinarie e dei linfonodi. Probabilmente vi sarà iniettato un mezzo di contrasto. La risonanza magnetica può evidenziare tumori nella vescica, nei linfonodi o in altri tessuti dell’addome.
  • Ecografia. L’ecografo usa onde sonore di frequenza tale da non poter essere udite dall’orecchio umano. Le onde sonore, quando colpiscono gli organi, danno origine a un’eco che crea un’immagine dei reni e degli altri organi dell’addome. L’immagine può evidenziare un tumore o un’ostruzione delle vie urinarie.

Se il tumore si diffonde dal sito originario a una parte diversa del corpo, il nuovo tumore presenta le stesse anomalie cellulari e ha lo stesso nome del tumore originario. Ad esempio, se un tumore alla vescica si diffonde nel fegato, le cellule tumorali presenti nel fegato sono a tutti gli effetti cellule del tumore alla vescica. La malattia è una metastasi del tumore alla vescica, e non un tumore al fegato, e come tale viene curata.

Stadi del tumore alla vescica

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Gli stadi del tumore alla vescica sono cinque:

  1. Stadio 0: le cellule tumorali si trovano solo sulla superficie della parete interna della vescica. Il termine specialistico è carcinoma in situ o carcinoma intraepiteliale.
  2. Stadio I. Il tumore inizia a svilupparsi nella parete interna della vescica, ma non ha ancora invaso lo strato muscolare.
  3. Stadio II. Il tumore invade lo strato muscolare della vescica.
  4. Stadio III. Il tumore si sviluppa anche oltre lo strato muscolare e va a raggiungere i tessuti che circondano la vescica, ad esempio la prostata, l’utero o la vagina.
  5. Stadio IV. Il tumore invade la parete pelvica o addominale, ma non colpisce i linfonodi. In alternativa le cellule tumorali raggiungono almeno un linfonodo oppure parti del corpo distanti dalla vescica, ad esempio il fegato, i polmoni o le ossa.

Secondo parere

Prima di iniziare la terapia, probabilmente vorrete un secondo parere sulla diagnosi, sullo stadio del tumore e sulla terapia. Alcuni pazienti si preoccupano che il medico si possa offendere se richiedono un secondo parere, ma di solito non è così. La maggior parte dei medici è favorevole al secondo parere.

Se avete chiesto un secondo parere il secondo medico può concordare con la diagnosi e la terapia proposte dal primo, oppure può suggerire un approccio diverso. In ogni caso sarete più informati e forse avrete l’impressione di avere la malattia più sotto controllo. Vi potete sentire più sicuri delle decisioni che prenderete, sapendo che avete preso in considerazione tutte le possibilità.

Per raccogliere tutte gli esami e i referti e cercare un secondo medico può volerci un po’ di tempo, e il tutto può essere abbastanza faticoso. Nella maggior parte dei casi, non è un problema se trascorrono alcune settimane in attesa del secondo parere. Di solito la terapia non è meno efficace se la si inizia con un po’ di ritardo. Se non sapete che cosa fare, chiedete al medico di valutare se la vostra situazione richiede un intervento urgente.

Per trovare un medico per il secondo parere ci sono molti modi. È possibile chiedere quali sono gli specialisti che fanno al caso vostro al vostro medico, all’ospedale o alla ASL.

Cura e terapia

La sopravvivenza a cinque anni del tumore alla vescica raggiunge, in Italia, circa l’80%.

Le terapie possibili per chi è affetto da tumore alla vescica sono:

Gli approcci possono essere combinati per aumentarne l’efficacia.

La scelta della terapia dipende soprattutto da questi fattori:

  • zona della vescica interessata dal tumore,
  • eventuale diffusione del tumore nella parete muscolare o nei tessuti esterni alla vescica,
  • eventuale diffusione del tumore in altre parti dell’organismo,
  • grado del tumore,
  • età e lo stato di salute generale del paziente.

Per progettare una terapia adeguata, sarete seguiti da un’équipe di specialisti, probabilmente il medico di base vi consiglierà di rivolgervi a uno specialista, oppure sarete voi a chiedere il nome di uno specialista. Tra gli medici in grado di curarvi ricordiamo:

  • urologo (chirurgo specializzato nella terapia dei problemi delle vie urinarie),
  • urologo oncologo (chirurgo specializzato nella terapia dei tumori delle vie urinarie),
  • oncologo,
  • radiologo.

Nell’équipe che vi seguirà probabilmente ci saranno anche un’infermiere oncologo e un dietologo; inoltre, se vi siete sottoposti all’intervento chirurgico di rimozione della vescica, sarete seguiti anche da uno stomaterapista (infermiere o medico che si occupa dei pazienti stomizzati).

L’équipe medica vi descriverà le varie terapie possibili, i risultati attesi e gli eventuali effetti collaterali. La terapia antitumorale spesso danneggia anche le cellule e i tessuti sani, quindi gli effetti collaterali sono frequenti e dipendono da diversi fattori, tra cui il tipo di terapia e la sua estensione. Gli effetti collaterali variano a seconda del paziente, e possono addirittura cambiare da una sessione di terapia all’altra. Prima dell’inizio della terapia, chiedete ai vostri medici quali sono i possibili effetti collaterali e come la terapia potrà influire sulle vostre normali attività. Potrete lavorare insieme ai medici per creare un piano terapeutico conforme alle vostre necessità.

Prima di iniziare la terapia vi consigliamo di rivolgere queste domande al vostro medico:

  • In che stadio si trova il mio tumore? Ha già invaso la parete muscolare della vescica o si è già diffuso in altri organi?
  • Quali terapie posso seguire? Qual è la più indicata? Perché?
  • Quali sono i risultati attesi di ciascun tipo di terapia?
  • Come posso prepararmi alla terapia?
  • Dovrò essere ricoverato in ospedale? Per quanto tempo?
  • Quali sono i rischi e i possibili effetti collaterali di ciascuna terapia? Come posso gestire gli effetti collaterali?
  • Quanto costerà la terapia? Gli esami sono mutuabili?
  • La terapia influirà sulla mia vita quotidiana?
  • Mi consiglia di partecipare a un esperimento clinico?
  • Può consigliarmi altri medici in grado di darmi un secondo parere sulle terapie possibili?
  • Con che frequenza dovrò sottopormi a controlli?

Intervento chirurgico

L’intervento chirurgico è una eventualità a cui la maggior parte dei pazienti affetti da tumore alla vescica può ricorrere. Voi e il chirurgo potrete informarvi sui vari tipi di intervento e su quale sarà il più indicato nel vostro caso:

  • Resezione transuretrale (TURB). Il chirurgo usa il cistoscopio per asportare il tumore alla vescica in stadio non avanzato (stadio 0 o stadio I). Non viene praticata alcuna incisione, ma di solito l’intervento è eseguito in anestesia generale o spinale. Il medico inserisce il cistoscopio in vescica attraverso l’uretra. Nel cistoscopio viene fatto passare un minuscolo bisturi. Un piccolo cappio all’estremità del bisturi rimuove il tumore e brucia le cellule tumorali rimanenti con una scossa elettrica di intensità minima. La resezione transuretrale, in alcuni casi, deve essere ripetuta. Dopo questo tipo di intervento a volte occorre sottoporsi alla chemioterapia o all’immunoterapia. Per alcuni giorni dopo l’intervento, potrà comparire del sangue nelle urine e la minzione potrà essere dolorosa o difficile. Per il resto, la resezione transuretrale causa pochi problemi.
  • Chirurgia a cielo aperto. Il chirurgo pratica un’incisione all’interno dell’organismo per rimuovere il tumore dalla vescica.
    • Parte della vescica (cistectomia parziale). Se il tumore della vescica è unico e piccolo, il chirurgo non rimuoverà tutta la vescica, ma soltanto il tumore, la parte della vescica che lo ospita e i linfonodi circostanti. Dopo la rimozione parziale della vescica, probabilmente non sarete più in grado di trattenere in vescica la stessa quantità di urina precedente all’intervento quindi forse dovrete urinare con maggior frequenza. Il problema, però, regredisce di solito col passare del tempo.
    • Tutta la vescica (cistectomia radicale). Se il tumore ha invaso la parete muscolare (stadio II o alcuni tumori dello stadio III), l’intervento chirurgico più comune è la cistectomia radicale. Il chirurgo rimuove l’intera vescica, i linfonodi circostanti e parte dell’uretra; inoltre, se il paziente è un uomo, di solito viene rimossa anche la prostata, mentre se una donna potrà essere asportato l’utero. Anche altri tessuti circostanti possono essere rimossi. Nel caso della cistectomia radicale il chirurgo ricaverà un percorso alternativo per la raccolta dell’urina prodotta dai reni. Probabilmente dovrete indossare una specie di sacca piatta, esterna al corpo e nascosta dai vestiti, oppure il chirurgo userà parte dell’intestino per creare una cavità all’interno dell’organismo. Se viene rimossa la prostata, il paziente non sarà più in grado di avere figli oppure potrà avere problemi durante i rapporti sessuali. Anche le pazienti donne, in caso di rimozione dell’utero, non potranno più avere figli; inoltre se il chirurgo rimuove parte della vagina, i rapporti possono risultare difficili.

Il tumore alla vescica può avere ripercussioni negative sulla vita sessuale, quindi per voi e per il vostro partner può essere utile condividere le vostre sensazioni e cercare di trovare forme alternative di intimità nella fase della terapia e nei periodi successivi.

Per guarire dopo l’intervento chirurgico ci vuole del tempo; il tempo di guarigione varia da persona a persona, ma è normale sentirsi deboli o stanchi per un po’.

Inoltre, per i primi giorni, è possibile avere male o fastidio. I farmaci vi aiutano a tenere sotto controllo il dolore. Prima dell’intervento dovreste programmare una terapia del dolore adeguata con il medico o con l’infermiere. Dopo l’intervento, il medico potrà fare degli aggiustamenti se la terapia programmata risulta inefficace.

Dopo la resezione transuretrale o la cistectomia parziale, l’uretra ha bisogno di tempo per guarire, quindi vi sarà impiantato un catetere, cioè un tubicino inserito in vescica attraverso l’uretra, che permette il deflusso dell’urina. Dovrete tenerlo per un periodo variabile tra i cinque giorni e le tre settimane. L’infermiere o il medico vi insegneranno le corrette procedure di manutenzione.

Chemioterapia

La chemioterapia è una terapia a base farmaci potenti che sono in grado di uccidere le cellule tumorali. Può essere usata per curare il tumore alla vescica prima o dopo l’intervento chirurgico. La chemioterapia può essere somministrata in diversi modi:

  • Direttamente in vescica. Dopo l’intervento di resezione transuretrale, il medico inserisce un tubicino (catetere) nell’uretra per iniettare un farmaco liquido in vescica. Il farmaco rimane in vescica per diverse ore. Questa terapia va somministrata una volta a settimana per diverse settimane.
  • Per via orale. Alcuni farmaci chemioterapici sono in commercio sotto forma di pastiglie che vi saranno somministrate prima o dopo l’intervento.
  • Tramite flebo. Se il tumore ha invaso la parete muscolare della vescica o si è diffuso in altri tessuti, i farmaci di solito vengono somministrati per endovena (flebo). Entrano in circolo e si diffondono nell’organismo. La chemioterapia può essere effettuata prima o dopo l’intervento chirurgico.

La chemioterapia può essere effettuata in day-hospital, in ambulatorio o presso il domicilio del paziente. Il ricovero in ospedale è necessario solo in rari casi.

La chemioterapia di solito viene somministrata in diversi cicli. Ogni ciclo è composto da un periodo di terapia, seguito da un periodo di riposo.

Gli effetti collaterali dipendono principalmente dal modo in cui sono somministrati i farmaci. Se vengono somministrati direttamente in vescica, gli effetti collaterali di solito sono lievi. Per alcuni giorni dopo la terapia probabilmente sentirete la necessità di urinare con maggior frequenza del solito. Ci potrà essere del sangue nelle urine, oppure la minzione risulterà dolorosa. Alcuni pazienti, invece, soffrono di eruzione cutanea. Questi problemi di solito scompaiono con la fine della terapia.

Se i farmaci vengono somministrati tramite flebo o per via orale, gli effetti collaterali dipendono soprattutto dal tipo e dalla quantità di farmaco somministrato. La chemioterapia uccide le cellule tumorali che si moltiplicano velocemente, ma può anche danneggiare tutte quelle cellule sane che si dividono rapidamente, ad esempio:

  • Cellule del sangue. Se i farmaci uccidono molte cellule sane, si corre un maggior rischio di contrarre infezioni; inoltre si sanguina o ci si procura lividi con estrema facilità e ci si sente molto deboli e stanchi. L’équipe che vi segue controllerà periodicamente la composizione del vostro sangue. Se le cellule sane rimaste non sono sufficienti, sarà necessario sospendere temporaneamente la chemioterapia oppure ridurre la dose del farmaco. Esistono anche farmaci in grado di aiutare l’organismo a produrre nuove cellule del sangue.
  • Cellule della radice dei capelli. La chemioterapia può far cadere i capelli. Se i capelli cadono, ricresceranno comunque dopo la fine della terapia, ma il colore e la consistenza potrebbero cambiare.
  • Cellule delle mucose dell’apparato digerente. La chemioterapia può far andar via l’appetito o provocare: nausea, vomito, diarrea, lesioni alla bocca e alle labbra. L’équipe medica vi può somministrare farmaci e suggerire altri modi per alleviare questi problemi che di solito regrediscono dopo la fine della terapia.

Alcuni farmaci usati per combattere il tumore alla vescica potrebbero causare prurito o intorpidimento alle mani e ai piedi. I medici che vi seguono sono in grado di tenere sotto controllo molti di questi effetti collaterali.

Immunoterapia

Chi soffre di tumore alla vescica può essere curato con la cosiddetta immunoterapia, questa terapia consiste nella somministrazione di una soluzione BCG (sigla che sta per bacillo di Calmette e Guérin), cioè di un liquido che contiene batteri indeboliti. I batteri aiutano le difese naturali dell’organismo (sistema immunitario) a eliminare il tumore della vescica.

Alcune settimane dopo la resezione transuretrale il medico introdurrà un tubicino nell’uretra per inserire un farmaco liquido in vescica. Vi sarà richiesto di trattenere il farmaco in vescica per circa due ore.

La soluzione BCG di solito viene somministrata una volta a settimana per sei settimane. Questa terapia aiuta a combattere i tumori recidivanti.

Durante la terapia vi potrete sentire più stanchi del solito, inoltre la soluzione BCG potrà irritare la vescica. Potrete avvertire il bisogno urgente di urinare, oppure di urinare con maggior frequenza del solito, oppure ancora dolore, soprattutto durante la minzione. Tra gli altri effetti collaterali potrete avere: sangue nelle urine, nausea, febbre o brividi. Informate i medici che vi seguono di tutti gli eventuali problemi che possono insorgere durante la terapia.

Può essere utile ricordare che gli effetti collaterali scompaiono al termine della terapia.

Radioterapia

La radioterapia usa onde molto potenti in grado di uccidere le cellule tumorali. Può essere somministrata dopo l’intervento chirurgico. Di solito viene effettuata contemporaneamente alla chemioterapia se il tumore ha invaso la parete muscolare della vescica tuttavia, in alcuni casi, può rappresentare un’alternativa all’intervento chirurgico o alla chemioterapia.

Le radiazioni provengono da un dispositivo molto grande che indirizza fasci di radiazioni nella zona della vescica.

Per la radioterapia dovrete recarvi in ospedale o in clinica cinque giorni a settimana per diverse settimane. Ogni sessione dura circa mezz’ora.

Durante la sessione, non si avverte dolore, ma la radioterapia può causare effetti collaterali, come nausea, vomito, diarrea o stanchezza molto forte. I medici che vi seguono possono suggerirvi come curare o tenere sotto controllo questi effetti collaterali.

Riabilitazione e follow-up

L’équipe che vi segue vi aiuterà a ritornare alle normali attività il prima possibile, gli scopi della riabilitazione dipendono dall’estensione della malattia e dell’eventuale intervento chirurgico.

Se vi è stata asportata la vescica dovrete ricorrere a un modo alternativo per raccogliere l’urina: dopo aver rimosso la vescica il chirurgo userà una parte dell’intestino tenue o crasso per creare una nuova uretra (un nuovo tubicino che permette all’urina di fuoriuscire dal corpo) oppure una vescica sostitutiva.

I vostri medici potranno proporvi le seguenti soluzioni:

  • Sacca esterna da indossare sotto gli abiti. Il chirurgo può attaccare un piccolo tratto di intestino agli ureteri e allo stoma (apertura nella parete addominale). L’urina passa dagli ureteri nel tratto di intestino, e da qui allo stoma. Allo stoma è fissata una sacca tenuta ferma da una colla speciale. La sacca va svuotata diverse volte al giorno.
  • Nuova vescica o sacca interna. Il chirurgo può creare una nuova vescica o sacca utilizzando un tratto di intestino. Il chirurgo collega la sacca agli ureteri in modo che l’urina possa defluire dagli ureteri e raccogliersi nella sacca interna; la sacca, poi, viene collegata all’uretra oppure a uno stoma praticato nella parete addominale.
  • Nuova vescica collegata all’uretra. La cavità è collegata all’uretra, quindi sarete in grado di svuotare la vescica esattamente come prima dell’intervento.
  • Nuova vescica collegata allo stoma. Il chirurgo crea un nuovo percorso per consentire all’urina di defluire dall’organismo. La cavità è collegata allo stoma e userete il catetere (un tubicino) per svuotare la vescica diverse volte al giorno. Non dovrete indossare alcuna sacca collegata allo stoma.

All’inizio svuoterete la vescica ogni due o tre ore. In seguito, dovreste essere in grado di trattenere l’urina fino a quattro, sei ore.

Lo stomaterapista o un altro membro dell’équipe medica vi visiterà prima dell’intervento per descrivervi tutte le procedure di riabilitazione, il medico o l’infermiere vi insegneranno come comportarvi dopo l’intervento. Se sarete stomizzati il medico o l’infermiere vi aiuteranno a capire la zona dell’addome in cui sarà praticata la stomia, e vi insegneranno come convivere con lo stoma e prendervene cura in autonomia dopo l’intervento.

Per qualsiasi dubbio o preoccupazione, di natura fisica, emotiva o sessuale, rivolgetevi ai medici che vi seguono. Se necessario, potranno indicarvi gli opportuni materiali di consultazione o i gruppi di aiuto presenti nella vostra zona.

Alimentazione

Prima, durante e dopo l’intervento, è fondamentale prendersi cura di se stessi al meglio. Prendersi cura di se stessi vuol anche dire seguire un’alimentazione corretta, in modo da ottenere tutte le calorie necessarie per mantenere il peso giusto. È anche necessario assumere proteine a sufficienza per salvaguardare la propria forza. Mangiare bene vi aiuterà a sentirvi meglio e ad avere più energia.

In alcuni casi, soprattutto durante la terapia o nelle fasi immediatamente successive, non avrete appetito, perché ad esempio non ve la sentirete o sarete stanchi, oppure vi sembrerà che il gusto degli alimenti non sia più lo stesso. Anche gli effetti collaterali della terapia (inappetenza, nausea, vomito, ulcere in bocca) possono non invogliare per nulla a mangiare.

Il medico, il dietologo o un altro membro dell’équipe medica vi possono suggerire i modi migliori per soddisfare le vostre esigenze alimentari. In alternativa, potete consultare il seguente articolo su alimentazione e tumore.

Follow-up

Dopo la terapia contro il tumore alla vescica dovrete sottoporvi a controlli regolari (ad esempio a intervalli di 3-6 mesi). Con i controlli è possibile diagnosticare e curare gli eventuali problemi di salute che potrebbero presentarsi.

Se tra un controllo e l’altro avete dei problemi, dovreste consultare il medico.

Il tumore alla vescica può recidivare, cioè ripresentarsi anche dopo la terapia. Uno degli scopi dei controlli è proprio quello di escludere le recidive. Tra i controlli che dovrete eseguire ricordiamo, ad esempio:

  • visite mediche,
  • esami del sangue,
  • esami delle urine,
  • cistoscopia,
  • TAC.

Fonti e bibliografia

Le domande più frequenti

Quali sono i sintomi del tumore alla vescica?

La presenza di sangue nelle urine è il sintomo più comune, tipicamente senza dolore (ma lo stesso sintomo può manifestarsi anche in numerosi altri casi, come la cistite).
Sintomi meno comuni sono
  • aumento della frequenza di minzione
  • urgenza
  • bruciore urinando

Qual è la sopravvivenza media di un malato di tumore alla vescica?

In Italia la sopravvivenza a 5 anni è parti a circa 4 pazienti su 5.

Il tumore alla vescica causa metastasi?

Il carcinoma vescicale tende a diffondere metastasi verso linfonodi, polmoni, fegato e ossa.
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Domande e risposte
  1. È da tempo che ho dolori al petto è al braccio ho fatto molti esami come scintigrafia total body con nessun risultato poi un’anno fa mi usciva del sangue accompagnato da muco dalle feci ed avevo una infiammazione all’intestino,sto prendendo messavancol senza nessun risultato come mangio devo correre in bagno… Da 4 mesi mi hanno diagnosticato esofagitte di grado b, e faringite cronica.prendo mesopral e gaviacon. Ho fatto anche una tac toracica senza contrasto senza risultati. Ora il mio più grande problema è che da un po’ mi sento sempre stanco nn riesco a tenere un peso allungò tempo in mano,e sopratutto se tengo qualcosa un po’ pesante mi fa male al lato sx del petto. Da un paio di giorni ho dei tremolii alle braccia, la mattina mi sveglio con mal di spalle e nel bacino ma se mi metto in movimento il dolore si allevia. Le ossa fanno molti scricchiolii. Cosa può essere? Cosa mi consigliate di fare? Grazie

    33 anni. Fumatore.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Farei il punto con un reumatologo.

    2. Già ne ho fatto tre. I dolori aumentano,e nn ne esco più fuori.

    3. Dr. Roberto Gindro

      Diagnosi?

    4. Rx torace,tac torace senza contrasto,analisi varie e scientigrafia total body… nulla di grave solo colono scoppia infezione dell’intestino e gastro scoppia esofagite di grado b e faringite cronica. Il problema sono i dolori al riposo.

    5. Dr. Roberto Gindro

      OK, ma i reumatologi consultati come spiegano questi dolori? Qual è la diagnosi formulata alla luce degli esami negativi?

    6. L’ultimo mi ha detto di fare tac cervicale… ha detto che dovrei andare anche da un neurologo… ci sto rinunciando. Sto entrando in un circolo vizioso.

    7. Dr. Roberto Gindro

      Per quanto possa contare il mio parere condivido l’idea di sentire un neurologo, dopo aver escluso cause reumatologiche (e in linea di massima anche ortopediche) mi sembra il passo più sensato da fare.

      Ovviamente non è detto che sia il suo caso, ma attenzione che talvolta si tratta di somatizzazioni ansiose.

    8. Se c’era in atto un tumore alle ossa la scintigrafia ne avrebbe fatto luce?

    9. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, penso proprio che una diagnosi simile sarebbe venuta fuori dai controlli fatti fin’ora. saluti

    10. Grazie a tutti per le vostre risposte. Ma credetemi avere dei dolori e non sapere ancora da cosa siano provocati,ti fanno pensare a tutto. Grazie di nuovo

  2. Dottore buongiorno,
    mio papà 84 anni ha avuto un intervento a luglio per un piccolo carcinoma di basso grado alla vescica, il giorno 8 novembre durante cistoscopia di controllo è stata asportata una piccola recidiva, ha tenuto un paio di giorni il catetere poi tolto in quanto urina bella e chiara., si sono poi susseguiti episodi di urina chiara con una piccola vista di sangue al termine , giorni normali e da qualche giorno il papà sente bruciore ed alla fine si riipresenta il sangue. Le chiedo gentilmente un parere. Grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo non posso che invitarla a segnalarlo al medico che la segue, le cause plausibili sono numerose e non necessariamente preoccupanti, ma nel caso del suo papà non dobbiamo sottovalutare nulla.

  3. Un’infezione alla vescica si chiama cistite?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, esatto.

  4. Una presenza frequente di calcoli può aumentare il rischio di tumore?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non che io sappia.

  5. A che età colpisce maggiormente il tumore? Può un tumore alla vescica essere scambiato per prostatite?